Economia

Domani la sentenza della Corte tedesca sulla legittimità del qe della Bce

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Il tempismo non è dei migliori: la Corte costituzionale tedesca emetterà domani la sentenza che deciderà sulla legittimità del piano di acquisti di titoli della Bce, noto come Quantitative easing.
Mai come oggi, infatti, la certezza che la Bce possa aiutare gli stati dell’Eurozona a mantenere sotto controllo i tassi d’interesse è cruciale per la finanza pubblica. In particolare per i Paesi ad elevato debito come l’Italia, la Grecia, ma anche Spagna e Portogallo.

Secondo i ricorrenti, infatti, il piano di acquisti di titoli di stato da parte della Bce sarebbe incompatibile con la legge tedesca. Secondo gli analisti la Corte non dovrebbe accogliere la linea secondo la quale il Qe sarebbe incostituzionale (fatto che imporrebbe alla Germania di non partecipare più ai piani di acquisti). Non può essere escluso, tuttavia, che la sentenza renda noti i paletti entro i quali operazioni di questo tipo possano essere praticate anche in futuro.

Il rischio è che il nuovo programma di acquisti temporanei da 750 miliardi di euro, il Pepp, non rientri nei criteri che saranno espressi dalla Corte. Infatti, rispetto al Qe avviato nel 2015 il Pepp prevede maglie molto più larghe: ad esempio, può includere l’acquisto di titoli greci, in quanto non è più necessario che le obbligazioni abbiano un rating al di sopra della soglia spazzatura (“investment grade”).

In altre parole, la sentenza di domani potrebbe spalancare i cancelli a nuovo ricorso sulla costituzionalità del programma di acquisti appena varato, la cui importanza per la stabilità dell’area euro è unanimemente riconosciuta.

Non è la prima volta che i giudici tedeschi sono chiamati ad esprimersi sulla legittimità di alcuni strumenti introdotti con l’avanzare dell’integrazione europea: in passato erano state messe in dubbio la legittimità delle Omt (annunciate da Mario Draghi nel 2012), il salvataggio della Grecia, fino allo stesso trattato di Maastricht – in tutti i casi i giudici hanno certificato la legittimità delle azioni europee, talvolta aggiungendo alcuni vincoli.

“Sono convinto che i giudici decideranno a favore della Bce”, ha scritto in una nota Erik F. Nielsen, capo economista UniCredit a Londra, “ma se dovessi sbagliarmi, il caos di un inedito la scala scenderà sull’Europa e sul mondo “.