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DOLLARO: PIACE COME PRIMA DEL CRACK LEHMAN

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Gli investitori non erano mai stati cosi’ aggressivi sul dollaro dal fallimento di Lehman Brothers. Il perche’ di tale ritrovato ottimismo? La convinzione che gli Stati Uniti torneranno a crescere a un ritmo piu’ veloce di Europa e Giappone.

Stando al Professional Global Confidence Index monitorato da Bloomberg, e che misura le aspettative sull’outlook dell’economia globale, il biglietto verde e’ destinato a correre nei prossimi sei mesi. Tra i 1612 partecipanti alla rilevazione, l’umore sulle condizioni degli States e’ migliorato, ma le aspettative sulla ripresa mondiale sono calate per il secondo mese consecutivo.

Nel dettaglio l’indice ha toccato quota 66.39 questo mese contro 55.72 di febbraio. Si ricorda che il livello posto a 50 rappresenta lo spartiacque oltre il quale ci si aspetta un rafforzamento della valuta a stelle e strisce. Il massimo toccato a 68.86 risale al settembre 2008 quando gli operatori consideravano il dollaro come un porto sicuro dopo la bancarotta di Lehman Brothers.

Il rafforzamento del biglietto verde e’ gia’ in atto. Questo mese ha raggiunto il top dello scorso maggio contro l’euro. Tutta colpa dei timori legati allo stato di salute delle finanze della Grecia. Altro fattore da monitorare e’ rappresentato dalle politiche monetarie delle principali banche centrali. Aleggia l’idea che la Federal Reserve ritocchera’ all’insu’ il costo del denaro prima di Bce e Bank of Japan. Questo tipo di speculazione non fa che sostenere la valuta americana.

“Gli Stati Uniti, magari non quest’anno, saranno i primi a rialzare i tassi di interesse”, ha anticipato Fabian Eliasson, a capo della divisione dedicata alle valute di Mizuho Corporate Bank. Secondo quanto raccolto tra 75 economisti, Bloomberg riporta che nel terzo trimestre il governatore americano Ben Bernanke alzara’ i tassi allo 0.5% dall’attuale range dello 0-0.25%. Nei tre mesi successivi sara’ Trichet a stringere i cordoni portando il costo del denaro all’1.25%, 25 punti base piu’ su di ora. La Banca centrale giapponese, invece, dovrebbe tenere le braccia incrociate fino a meta’ del 2011.

“Differenze in termini di crescita e tassi di interesse”, ha spiegato Meg Browne, vicepresidente della societa specializzata sul mercato dei cambi Brown Brothers Harriman & Co., “hanno aiutato il dollaro. La Grecia e’ stato uno dei principali driver del suo rafforzamento”.

Tra gli intervistati, pessimismo sul mercato dei titoli di stato. I rendimenti sono visti in crescita sul decennale americano. Stessa musica anche per Germania, Svizzera e Francia.

“La vicenda greca e’ stato senza dubbio un elemento che ha permesso un’accelerazione del biglietto verde”, ha aggiunto Shaun Osborne, capo strategist nel valutario in Toronto Dominion Bank. “Ha ripreso vita da solo. Ora il mercato sta aspettando di capire dove si spingera’ rispetto agli attuali livelli”.