Società

Dl sviluppo: scoppia la polemica tra governo e Quirinale

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Roma – “Il Parlamento esiste o non esiste. Non può essere lui a decidere cosa entra e cosa non entra” in un provvedimento.

Ad affermarlo il presidente della commissione Finanze, Gianfranco Conte, il quale ritiene responsabile il Quirinale della soppressione di alcune norme approvate dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera nel maxiemendamento presentato dal governo al decreto sviluppo. Conte ha spiegato che scriverà una lettera a Napolitano. “Il Parlamento – ha sottolineato – va tutelato”.

Il governo, attraverso il ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha preannunciato oggi il voto di fiducia alla Camera sulla conversione in legge del dl Sviluppo.

Lo ha dichiarato in Aula la presidente di turno, Rosy Bindi, in apertura dei lavori. E’ stato dunque presentato il maxiemendamento “preanunciando l’intenzione del governo di porre la questione di fiducia”.

Il testo non è ancora disponibile ma il governo dovrebbe recepire nel maxiemendamento il testo licenziato dalle commissioni Finanze e Bilancio di Montecitorio.

La fiducia sarà votata domani mattina. Il via libera della Camera al decreto dovrebbe esserci verso le 20,00 di domani. Poi il provvedimento andrà in Senato per una rapida conversione in legge.

Nel maxiemendamento al decreto sviluppo presentato dal governo alla Camera sarebbero saltate le norme sui precari della scuola, la tassa Tav e l’emendamento D’Antoni che aveva destinato l’uso dei fondi Fas per le assunzioni al Sud in attesa del via libera della commissione Ue.

Secondo quanto si apprende, nel testo dell’esecutivo non ci sarebbero più neanche le disposizioni che prevedevano sanzioni per i giudici tributari che non si esprimevano in tempo sugli accertamenti esecutivi sino a prevedere per loro, in caso di recidiva, la rimozione dall’incarico.