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Dl Enti locali incassa fiducia alla Camera. Verso tagli Sanità

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ROMA (WSI) – La Camera ha approvato la questione di fiducia posta dal governo al disegno di legge di conversione in legge del decreto sugli enti territoriali, che ha già ricevuto il via libera dal Senato la scorsa settimana, con polemiche molto accese sui risparmi per la Sanità per il 2015, che ammontano a 2,3 miliardi di euro. I voti a favore sono stati 364, i contrari 185.

In Aula la sessione è ripresa alle 15.30; a questo punto si esamineranno gli ordini del giorno, che saranno seguite dalle dichiarazioni di voto finale e dal via libera definitivo, con cui il decreto potrà diventare legge.

Il Senato ha approvato inoltre in via definitiva il ddl di deleghe al governo sulla riforma della PA, con 145 sì, 97 no e nessun astenuto.

“Un altro tassello: approvata la riforma Pa #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi” ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

A favore della delega hanno votato Ap e Pd. Contrari al ddl M5s, Fi, Ln, Cri, Sel, Gal ed Ala. La riforma della P.A. diventa così legge, le prossime tappe sono, dopo la firma del Capo dello Stato, la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Tra i capitoli principali della riforma della PA, vanno citati la digitalizzazione, il silenzio-assenso, l’autotutela, la Conferenza dei servizi, la delega su servizi locali e società partecipate, la riforma della dirigenza.

In tutto ci sono oltre 15 deleghe a cui seguiranno altrettanti, e forse più, provvedimenti: alla razionalizzazione delle partecipate pubbliche al riordino della dirigenza, dalla digitalizzazione dei servizi al processo contabile, dal taglio delle prefetture a quello delle camere di commercio.

Tornando ai risparmi sulla Sanità, nel decreto è stata recepita l’intesa siglata il 2 luglio scorso dal Governo e dalle Regioni, in sede di Conferenza Stato-Regioni, sulla spesa sanitaria e sulla revisione del patto triennale per la salute 2014-2016. L’accordo ha previsto una riduzione del livello complessivo del finanziamento del Servizio sanitario nazionale, pari a 2.352 milioni di euro annui, a decorrere dal 2015. Vengono inoltre disposti alcuni interventi sulla spesa per l’ acquisto di beni e servizi nel settore sanitario, per dispositivi medici e per farmaci e si punta a una rinegoziazione, da parte degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale, dei contratti in essere con i fornitori dei beni e servizi, con possibilità, in caso di esito negativo della rinegoziazione, di risolvere il contratto in essere. Per i beni e servizi la rinegoziazione punta a conseguire una riduzione, su base annua, del 5 per cento del valore complessivo dei contratti in essere.

Decise 240 nuove assunzioni per l’Aifa nei prossimi tre anni.

Il decreto prevede anche multe per i medici che prescriveranno esami superflui e inutili. Si tratta di fatto di una riduzione del trattamento economico a carico del medico, in caso di ‘comportamento prescrittivo’ non conforme alle condizioni ed indicazioni stabilite dal decreto del ministro della Salute, previa intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, che individuerà le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni. Il medico potrà evitare le sanzioni sul salario accessorio in caso di prescrizioni inappropriate motivando le proprie decisioni.

Tra le misure contenute nel decreto, le risorse per le città metropolitane di Milano e Torino, ma anche ossigeno finanziario, in favore di Sicilia, Valle d’Aosta e 7,5 milioni di ‘sconto’ sul patto di stabilità in arrivo per i comuni del Veneto colpiti a inizio luglio da una tromba d’aria.

Le Regioni che non assorbono le competenze delle province dovranno pagare i costi per far continuare a funzionare le amministrazioni provinciali per quelle che vengono definite ”funzioni non fondamentali”.

Stanziati 530 milioni di euro destinati ai bilanci dei Comuni come fondo di perequazione Imu/Tasi. La cifra, che fino allo scorso anno era di 625 milioni, sarà ripartita per 472,5 milioni di euro in proporzione a quanto elargito a ogni Comune lo scorso anno. La restante parte sarà legata al gettito dell’Imu agricola.

Inclusa inoltre una sorta di “polizza Giubileo” da 50 euro che, sottoscritta dai pellegrini stranieri, garantirà l’assistenza sanitaria pubblica senza altri costi, mentre per assicurare l’ordine, via libera all’assunzione di 1.050 poliziotti, 1.050 carabinieri e 400 finanzieri e 250 vigili del fuoco