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Dividendi: il Covid abbatte le cedole, mai così male da dieci anni

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L’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus ha avuto forti ricadute sui dividendi globali, con le aziende che hanno ridotto in modo significativo le cedole per fare quadrare i conti. Un colpo basso per tutti gli azionisti, grandi e piccoli.

Stando al Global Dividend Index, indice stilato da Janus Henderson, gestore di fondi che monitora i dividendi a livello globale, nei tre mesi a giugno le cedole sono diminuite complessivamente del 22%, il calo peggiore dal 2009.

In totale sono state staccate cedole per 383,2 miliardi di dollari, il livello più basso dal secondo trimestre 2012, con un calo di 108,1 miliardi.

Resiste Nord America, male Europa e Regno Unito

Nord America

Tutte le regioni hanno riportato un calo delle distribuzioni, ad eccezione del Nord America per via della resilienza dei pagamenti in Canada. Europa e Regno Unito sono le regioni più colpite..

  • Le distribuzioni negli Stati Uniti sono scese dello 0,1% a 123,0 miliardi di dollari: solo una società su dieci ha tagliato o annullato i dividendi.
  • In Canada, dove la pandemia è stata più circoscritta, i dividendi sono saliti del 4,1%. Il Canada è uno dei due maggiori Paesi che hanno registrato un aumento delle distribuzioni.
  • Nel 4° trimestre si avvertirà un impatto più consistente poiché è il periodo in cui vengono decise le distribuzioni dei dodici mesi successivi.

Europa (Regno Unito escluso)

• Il 2° trimestre è fondamentale per la distribuzione dei dividendi in Europa.

• I dividendi complessivi sono scesi del 45% (il sottostante è in calo del 40%), con una flessione di 66,9 miliardi di dollari.

• Il 54% delle società europee ha ridotto le distribuzioni, di cui due terzi sono state annullate del tutto.

• Le banche rappresentano metà del calo, seguite da beni voluttuari e industriali.

• Francia, Spagna, Italia e Svezia sono i fanalini di coda.

• Le distribuzioni in Germania sono scese solamente del 20% mentre i dividendi in Svizzera appaino stabili su base annua.

Regno Unito

  • Le distribuzioni complessive nel Regno Unito sono scese del 54%, quelle sottostanti sono scese del 41%, in linea col resto d’Europa.
  • Tra i principali mercati azionari mondiali, solamente Francia e Spagna hanno registrato una flessione più consistente nel secondo trimestre.
  • Oltre la metà delle aziende britanniche nel nostro indice ha tagliato o annullato le distribuzioni.

2020: anno peggiore da oltre un decennio

Nulla di buono è atteso per l’intero 2020, considerato  l’anno peggiore per le cedole dalla crisi finanziaria del 2009. Le attese sono per un ribasso del 19% nell’ipotesi migliore e del 25% nello scenario peggiore.

Jane Shoemake, Direttore degli Investimenti, Global Equity Income ha dichiarato:

“La maggior parte delle aziende europee effettua distribuzioni solo una volta all’anno nel secondo trimestre, quindi la cancellazione di un dividendo ha un impatto molto consistente sul totale annuo; d’altro canto nel 2021 si assisterà a un rimbalzo in Europa. Quanto al Regno Unito, la ripresa sarà di minore entità poiché diverse società, non da ultimo i giganti petroliferi Shell e BP, hanno colto l’occasione per rivedere al ribasso i rispettivi pagamenti di dividendi in modo permanente. È in questi casi che si apprezzano i vantaggi di un approccio diversificato a livello globale all’income investing. In alcuni casi le distribuzioni sono state solo posticipate.

Già ora determinate società stanno ripristinando i dividendi, nonostante un ampio margine di incertezza. In certi casi i dividendi rinviati saranno distribuiti in toto, in altri i pagamenti saranno inferiori e non mancheranno cancellazioni definitive. Resta da vedere cosa accadrà negli Stati Uniti e in Canada nel quarto trimestre, quando le società stabiliscono il dividendo annuale. I segnali registrati sinora lasciano presagire che in Nord America i tagli saranno meno marcati rispetto a Unione Europea, Regno Unito e Australia, dati i payout ratio contenuti e la capacità delle società di assorbire gran parte dello shock tramite la riduzione dei riacquisti di azioni proprie. Riteniamo tuttora che il Giappone, l’Asia e alcuni mercati emergenti saranno meno colpiti, ma non escludiamo una reazione ritardata che frenerà la crescita nel 2021.

Nonostante i tagli, continuiamo a prevedere dividendi superiori a $1.000 miliardi quest’anno e il prossimo e ribadiamo l’importanza di valutare la capacità di generazione di reddito delle azioni. Sebbene possa influire sul sentiment a breve, una sospensione temporanea delle distribuzioni non modifica il valore fondamentale di un’azienda. Se il capitale di nuova emissione o portato a nuovo non è necessario, tornerà agli azionisti.”