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Decreto pensioni, “ridà meno del 12% di prelievi a pensionati”

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ROMA (WSI) – Come saranno distribuiti i rimborsi per le pensioni in base al decreto ad hoc emanato dal governo Renzi? Si sa che il decreto con cui è stato deciso di ottemperare alla sentenza della Corte Costituzionale – che ha giudicato illegittima la riforma Fornero – non prevede la restituzione di quanto spetterebbe a ogni singolo cittadino. E questo per stare alle regole di Bruxelles, dunque per fare in modo che l’impatto sul bilancio del 2015 sia minimo, 2,18 miliardi, e lasciare così invariato il target sul deficit al 2,6%, come indicato nel Def.

Oggi il presidente dell’ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, in un’audizione nella commissione Bilancio di Camera e Senato, ha spiegato l’effetto redistributivo del decreto, che già ha scatenato, oltre a un’ondata di polemiche, una serie di ricorsi.

Il decreto, ha precisato Pisauro, restituisce “meno del 12%” di quanto è stato prelevato ai pensionati e lo fa concentrando la restituzione sugli assegni più contenuti, cioè quelli da tre a quattro volte il minimo.

Con la restituzione integrale della mancata indicizzazione, ha detto Pisauro, “la classe che ha da tre a quattro volte la minima (la più bassa dei soggetti coinvolti), che contava quasi la metà, avrebbe ricevuto circa il 34% delle risorse complessive, mentre con il decreto riceve oltre il 67% delle risorse” destinate alla restituzione. Dunque “pur prevedendo una restituzione assai parziale, le risorse limitate sono concentrate sulle fasce di pensioni più basse”.

Pisauro ha ricordato che la sentenza e il decreto ha coinvolto solo il 30% dei pensionati cioè quelli con assegni da tre volte il minimo e dunque 4,4 milioni su 14,6 milioni di pensionati.

Il decreto comporta inoltre oneri “pari a 500 milioni di euro annui” e implica “una riduzione del margine a disposizione per nuove politiche”.

Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan aveva spiegato il giorno in cui il governo ha varato il decreto che un rimborso totale avrebbe avuto ripercussioni molto gravi per i conti pubblici con un disavanzo che avrebbe raggiunto il 3,6% del Pil. A quel punto, l’Italia sarebbe stata sicuramente colpita da una procedura di infrazione da parte dell’Ue. Anche perchè restituire tutto a tutti sarebbe costato 18 miliardi di euro circa.

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