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DE BENEDETTI VENDE REPUBBLICA/L’ESPRESSO?

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Vista la mala parata della crisi economica e dell’avvento al potere di Silvio Berlusconi, Carlo De Benedetti sta pensando di vendere il suo fiore all’occhiello industriale, e cioe’ il gruppo Editoriale L’Espresso, si dice con una certa insistenza in ambienti politico/editoriali romani. Il titolo L’espresso e’ crollato a Piazza Affari di oltre il 50% nell’ultimo anno e si avvicina ai minimi dal 1998: risente, come tutte le societa’ editoriali (RCS Media ha perso 18 milioni di euro nel primo trimestre 2008) del pesante calo di copie vendute in edicola e del crollo – destinato ad aggravarsi – del fatturato pubblicitario su quotidiani, settimanali e inserti (cartacei giu’; l’informazione viaggia solo su internet).

I rumors di una vendita sono alimentati anche dal fatto che il quotidiano La Repubblica, un tempo capofila del prodismo e sponsor n. 1 del Partito Democratico veltroniano, e’ in drammatiche difficolta’ editoriali/strategiche, dopo la batosta del centro-sinistra alle elezioni del 13 aprile e la schiacciante vittoria berlusconiana che ha riportato al governo la destra. L’opposizione e’ allo sbando e non da’ segni di ravvedersi. Si grida all’inciucio e all’accordo sottobanco PdL-PD. Il che permetterebbe a Berlusconi di coronare il suo sogno finale: il Quirinale. Corollario, Repubblica di fatto e’ gia’ troppo morbida nei confronti di Silvio e perde migliaia lettori e aficionados sia nel centro-sinistra che nella sinistra senza piu’ rappresentanza parlamentare (comunisti e dintorni).

Ma c’e’ di piu’. De Benedetti non vuole inimicarsi Berlusconi, impossibile combatterlo per un quinquennio intero, anzi, gli affari sono affari e la vita di business va avanti come e piu’ di prima, alla faccia degli schieramenti politici. Del resto l’Ingegnere aveva gia’ avviato due anni fa una joint venture con il Cavaliere, entrando nel capitale di M&C (Management e Capitali), una banca d’affari dallo stile “opportunista” che aspirebbe a investire come un hedge fund (ma e’ il classico “voglio ma non posso”, per chi la finanza la segue da vicino). La rivolta congiunta e coordinata delle redazioni di Repubblica e Espresso nonche’ di una buona fetta di intellettuali di centro-sinistra, obbligo’ De Benedetti a sciogliere in fretta e furia il sodalizio con Silvio in M&C, subito dopo averlo annunciato. Il gruppo editoriale L’espresso tornera’ ora nell’orbita di Fininvest-Mediaset, dove era gia’ collocato ai tempi della vicenda Ciarrapico e del famoso “Lodo Mondadori”?

Nel frattempo, preparandosi all’evento (che potrebbe accadere o non accadere per una serie innumerevole di motivi) a Roma si narra che De Benedetti stia per dare il via a un vero e proprio terremoto preventivo ai vertici del gruppo. Sara’ una girandola di poltrone senza precedenti, che si consumera’ entro giugno. Destinato a saltare e’ Ezio Mauro, direttore di Repubblica da una dozzina d’anni. Al suo posto il candidato n.1 e’ al momento Giulio Anselmi, ottimo direttore de La Stampa, noto come tosto tagliatore di teste, autonomo e indipendente, risanatore di conti aziendali (vedi la sua direzione all’Ansa) e gia’ direttore de L’espresso. Candidato alla direzione di Repubblica sarebbe anche Ferruccio de Bortoli, direttore del Sole 24 Ore, piu’ soft anche se piu’ dialogante con il governo Berlusconi, rispetto ad Anselmi. E da non sottovalutare che Federico Rampini, colto corrispondente dalla Cina di Repubblica, da tempo si scalda i muscoli per la guida del quotidiano.

Cambio della guardia, secondo fonti multiple e autorevoli, anche alla direzione del settimanale L’espresso, in calo di copie e pubblicita’, dove al posto di Daniela Hamaui potrebbe arrivare Massimo Giannini, attuale capo dell’economia di Repubblica e di Affari & Finanza. Lo stesso Rampini avrebbe qui una chance, se non andasse in porto il suo sbarco alla direzione del quotidiano.

Nell’ambiente hanno fatto infine molto scalpore le dimissioni di Umberto Eco, firmatario della storica rubrica “La bustina di Minerva” su L’espresso. Per una serie di motivi legati (standard etico-giornalistici laschi) a una cena milanese a cui erano presenti lo stesso Eco e il premio Nobel tedesco Gunter Grass, Carlo De Benedetti ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per far tornare sui suoi passi l’intellettuale, certamente lo scrittore italiano piu’ conosciuto e piu’ tradotto del mondo.

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ROMA – I ricavi del gruppo L’Espresso nel primo trimestre del 2008 si sono attestati a 262,3 milioni di euro (-3,7%); il risultato netto di periodo è stato pari a 10,5 milioni (-22,4%). E’ quanto si legge in una nota diffusa al termine del Cda del gruppo che ha approvato i risultati consolidati dei primi tre mesi dell’anno. Il Mol è pari a 35,6 milioni (-16,2%); il risultato operativo si è attestato a 25,4 milioni (-21,6%).

“Prevediamo che il risultato di fine anno sarà inevitabilmente peggiore di quello del 2007 – Così il presidente del gruppo l’Espresso, Carlo De Benedetti, nel corso dell’assemblea – Noi stiamo facendo quello che è doveroso, come ridurre la base dei costi, e se questo non sarà sufficiente in relazione all’andamento della pubblicità nei prossimi mesi e al quadro macro che noi vediamo in peggioramento, dovremo prendere altre misure”.

De Benedetti ha aggiunto: “La nostra ossessione quotidiana è estendere l’offerta. Ho una convinzione assoluta: nei momenti di difficoltà bisogna ridurre i costi ma il futuro si fa aumentando i ricavi che sono la diffusione e la pubblicità”.

Stando ai dati, si registra una flessione della raccolta pubblicitaria del mese di marzo, pari a quasi il 13% rispetto al mese di marzo 2007. Una diminuzione legata al peggioramento del quadro macroeconomico che ha aggravato gli effetti del trend negativo dell’economia italiana e internazionale e che ha determinato nel trimestre un calo del 3% dei ricavi pubblicitari, invertendo il positivo andamento del primo bimestre, quando si era registrato un incremento rispetto all’anno scorso del 4,8%.

Le proiezioni per i mesi di aprile e maggio comunque indicano una ripresa con aumenti di fatturato rispetto ai corrispondenti mesi dello scorso esercizio. Note positive, invece, per il buon andamento dei prodotti collaterali allegati alle testate del Gruppo.

“La strategia del Gruppo Espresso è volta a consolidare il vantaggio competitivo di essere una branded content company – si legge in una nota – che diffonde i propri contenuti originali di qualità ai lettori e ascoltatori, attraverso tutte le piattaforme possibili e in qualunque momento della giornata, offrendo agli inserzionisti pubblicitari attuali e potenziali sempre nuove modalità di promozione con tecniche e forme di vendita innovative”. In quest’ottica qualche giorno fa è stata lanciata a Parma un’edizione cittadina esclusivamente on line di Repubblica.

Le diffusioni dei quotidiani si sono mantenute sostanzialmente stabili: la Repubblica si è attestata a 632 mila copie ad uscita (-1,4% rispetto al primo trimestre 2007) e i giornali locali a 460 mila copie medie a numero (-1,3%). Le diffusioni de L’Espresso, pari a 428 mila copie (- 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente), hanno risentito delle minori vendite in edicola e dei prodotti opzionali, solo in parte compensate dal buon andamento delle copie in abbonamento.

Tutti i principali mezzi del Gruppo hanno confermato la propria leadership in termini di lettori, ascoltatori e utenti. La Repubblica ha mantenuto il primato tra i giornali italiani di informazione con circa 3 milioni di lettori (fonte Audipress 2007/II), con un distacco di quasi il 10% sul più vicino concorrente, a cui si aggiungono gli oltre 11 milioni di utenti unici mensili che visitano il sito www.repubblica.it.

In crescita sono state anche le audience delle edizioni locali on line di Repubblica che hanno raggiunto circa 1 milione di utenti. Positivi anche i dati di audience de L’Espresso, il cui numero di lettori sulla carta è cresciuto del 4,3% a 2,4 milioni e di navigatori sul sito ha superato il 1 milione, e dei quotidiani locali del gruppo che hanno mantenuto una readership di circa 3 milioni e i cui siti attirano oltre 1 milione di visitatori.

Buoni sono stati anche i risultati di ascolto delle emittenti radiofoniche del Gruppo che hanno raggiunto un’audience di 8,4 milioni di ascoltatori nel giorno medio e 22,9 milioni nei sette giorni, con Radio Deejay che ha conservato il primo posto tra le emittenti private con 5,4 milioni di ascoltatori nel giorno medio e si è attestata a 13,3 milioni nella settimana.

Infine, molti dei contenuti prodotti dalle testate del Gruppo si trovano in vetta alle classifiche italiane dei podcast e, nell’ottica della distribuzione multipiattaforma dei contenuti del Gruppo, sono stati resi disponibili sui telefoni mobili nuovi servizi quali Trovacinema, Trovaristoranti e i contributi video di Repubblica Tv.

Anche l’ad del gruppo, Marco Benedetto, ha parlato di risultati “per niente brillanti nel trimestre” che dipendono tra l’altro “dalla congiuntura internazionale e da fatti italiani come le elezioni che hanno congelato tutto e la Pasqua”. Questo anche se nel frattempo migliora la posizione finanziaria netta che passa da -265 a -235 milioni.

Per fare fronte al peggioramento del quadro economico di riferimento Benedetto ha annunciato l’adozione di misure per il contenimento dei costi come il blocco del turn over e l’avvio di un piano di ristrutturazione che tra il 2008 e il 2010 porterà all’uscita di circa 100 persone.

Il gruppo editoriale, tuttavia, indica che “le proiezioni per i mesi di aprile e maggio comunque indicano una ripresa con aumenti di fatturato rispetto ai corrispondenti mesi dello scorso esercizio”.