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Ddl concorrenza: da penali per cambio operatore tlc a stop farmaci in supermercati

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ROMA (WSI) – Via libera dell’Aula della Camera al Ddl concorrenza, il pacchetto di misure annuali che introduce una serie di novità per i consumatori improntate al principio della libera concorrenza. E tra Rc auto, farmacie, mutui, telefonia e avvocati, ecco una sintesi delle principali misure del testo che ora passa al vaglio del Senato per l’approvazione in via definitiva.

In primo luogo per il settore Rc auto, il Ddl concorrenza introduce delle misure che affermano di avere come scopo quello di ridurre i prezzi delle assicurazioni auto. L’assicurato infatti, si legge nel provvedimento, potrà ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione del veicolo se si avvale di imprese di propria fiducia. Inoltre potranno essere applicati sconti se si installa, a spese della compagnia di assicurazione, la scatola nera sull’auto.

A puntare il dito contro le nuove misure l’Ania, l’associazione delle compagnie di assicurazione secondo cui invece non ci sarebbe alcuna riduzione dei prezzi Rc auto, e che per questo auspica che nell’iter di approvazione vengano apportate modifiche al testo.

Il pacchetto concorrenza è stato approvato con 269 sì e 168 no e 23 astenuti. Il Fatto Quotidiano fa notare che il disegno di legge sulla concorrenza “continua a far discutere per alcuni articoli che invece che liberalizzare il mercato favoriscono chiaramente alcuni gruppi di interesse”.

Per l’appunto, dalla possibilità di imporre costi a chi cambia operatore telefonico al semaforo rosso sulla vendita dei farmaci di fascia C fuori dalle farmacie, dal rinvio di un anno della fine del monopolio di Poste sul recapito delle multe alla sanatoria per i contratti privatistici sottoscritti dalle società di ingegneria”.

Il Fatto riporta le dichiarazioni di Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, relative ai cambiamenti sulla telefonia: “Siamo alla farsa: l’espressione ‘penale’, ossia l’autogol mediatico, è stata eliminata e sostituita dalla parola ‘costi‘, ma la sostanza è identica: in caso di risoluzione anticipata si dovrà pagare per abbandonare la compagnia telefonica”.

Il ddl prevede che “le spese e ogni altro onere relativo al recesso dei contratti Tlc o per il trasferimento ad altro operatore dovranno essere rese note al consumatore al momento della pubblicizzazione dell’offerta e in fase di sottoscrizione del contratto”.

Dona continua: “Per un’effettiva liberalizzazione bisognava invece azzerare le spese per il recesso da contratto telefonico, in modo da realizzare una vera portabilità, come avviene per i conti correnti”.

C’è poi l’articolo 32, nel mirino anch’esso delle critiche. Si legge che contiene “misure per incrementare la concorrenza nella distribuzione farmaceutica”, ma di fatto non comporta né la liberalizzazione delle farmacie né una maggiore distribuzione dei medicinali di fascia C, per cui è necessaria la ricetta medica ma il cui costo è a carico del cittadino.

Tali farmaci continueranno a essere venduti solo nelle farmacie. Una scelta che, secondo il Codacons, “rappresenta un gravissimo cedimento alla lobby farmaceutica. Ancora una volta il Parlamento si fa sconfiggere dai poteri forti, creando un danno a milioni di cittadini e impedendo la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro”.

Si dirà addio al mercato tutelato dell’energia, quindi luce e gas, non più dal 2018 come previsto originariamente nel testo del Ddl concorrenza, ma si attende il rapporto sul mercato retail che l’Autorithy dovrà consegnare al Ministero dello Sviluppo economico entro il 30 aprile 2017.

Intermediari assicurativi e finanziari, nonché banche e istituti di credito che subordinano l’erogazione di un mutuo o di un prestito alla stipula di una polizza assicurativa dovranno consegnare al cliente un preventivo, nonché informarlo sulla provvigione percepita. Entro 60 giorni dalla sottoscrizione del contratto, il cliente potrà comunque recedere senza spese.

Infine novità per i professionisti legali, ossia avvocati e notai. I primi potranno far entrare nelle loro società anche soci di capitale, mentre i secondi potrebbero aumentare di numero, passando dagli attuali 7mila a 10-12mila in più. (Aca-Lna)