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CROLLO: ISTRUZIONI PER GESTIRLO
(E RECUPERARE)

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*Financial Trend Analysis e’ una societa’ che opera nel settore dell’Analisi Tecnica. Le analisi di borsa qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) –
Nel corso delle ultime settimane le principali borse sono andate incontro ad una pesante fase di flessione, che in molti casi ha riportato le quotazioni in prossimità dei valori segnati in apertura di anno o al di sotto di soglie psicologicamente rilevanti, come gli 11000 punti per il Dow Jones ed i 15000 per il Nikkei.

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Nonostante questo ribasso nella maggior parte dei casi non sono stati registrati dei veri e propri segnali di inversione: le quotazioni si sono limitate a ritracciare una buona porzione della precedente fase rialzista, iniziata per la quasi totalità dei listini ad ottobre 2005, andando a testare il sostegno offerto dalla media mobile a 200 sedute per poi rimbalzare o mantenersi in prossimità di questo importante indicatore.

Gli investitori sono stati comprensibilmente colti dal dubbio se rimanere sulle proprie posizioni, in attesa della ripresa del rialzo, oppure se sfruttare la fase di rimbalzo che in modo abbastanza generalizzato si è disegnata dal test della media a 200 giorni per uscire in attesa che il quadro si chiarisca, in un senso o nell’altro. La situazione macro non aiuta a fare luce sulle prospettive degli indici azionari.

I dati che arrivano dall’economia più rappresentativa, gli Usa, sono contraddittori, ed in ogni caso per il momento non hanno sciolto i dubbi su quale sarà l’atteggiamento della Fed al prossimo Fomc, la riunione dove viene decisa la politica monetaria, nei confronti dei tassi di interesse, che potrebbero quindi ancora salire per raggiungere la soglia del 5,25%. Quello che gli investitori in questo momento si domandano ha tuttavia forse più a che fare con il sentiment di mercato che con le prospettive immediate.

In altre parole chi ha degli interessi in borsa vorrebbe capire probabilmente se c’è da fidarsi a rimanere investito sui titoli azionari, ed eventualmente sfruttare la attuale fase di ripiegamento per fare un po’ di shopping, a prezzi se non di saldo almeno vantaggiosi rispetto ai massimi dell’anno, oppure se lo scossone visto a maggio è stato solo un primo avvertimento di quello che i mercati hanno in serbo per i mesi a venire, cioè l’avvio di una fase ribassista lunga e dolorosa.

Per cercare di leggere il sentiment di mercato oltre alla semplice serie storica di prezzi e volumi esistono altri indicatori, ricavati da una scomposizione dei singoli elementi che formano il mercato in classi distinte, come ad esempio il numero di titoli al rialzo e di quelli al ribasso nella singola seduta, o l’entità dei volumi relativa ai titoli al rialzo e di quelli al ribasso nella stessa unità di tempo.

Mettendo ad esempio in rapporto il numero di titoli al rialzo con la somma del numero di titoli al rialzo e di quelli al ribasso è possibile avere in ogni momento una “fotografia” del sentiment del mercato. Per facilità di lettura invece di utilizzare le serie storiche grezze è pratica comune calcolare la loro media mobile, ad esempio quella mensile. Tale indicatore, sviluppato dal Dr. Martin Zweig, viene chiamato Breadth Thrust. Una crescita dell’indicatore così costruito mostra un mercato via via sempre più dominato dai titoli al rialzo, viceversa in caso di ribasso. Questo tipo di indicatore, se normalizzato, può variare in teoria tra 0 ed 100, ma nella pratica, quando viene calcolato per mercati ampi, come ad esempio il Nyse nel suo complesso, è possibile individuare delle soglie al di sopra o al di sotto delle quali storicamente la curva non è mai andata.

Quando l’indicatore si avvicina a queste soglie “estreme” è quindi lecito immaginare che debba iniziare un percorso nella direzione opposta, dando una interpretazione contro tendenza, o “contrarian”. Attenzione tuttavia perchè il valore dei limiti è dettato dalla storia, ed a fronte di elementi nuovi ed inattesi potrebbe anche variare (l’indicatore può sempre raggiungere nuovi estremi rispetto a quelli segnati in precedenza).

Nel caso del Nyse l’area critica per il ribasso è quella compresa tra 40 e 45. In passato al test della soglia critica ha sempre fatto seguito una reazione significativa dei prezzi. A maggio il Nyse ha effettivamente imboccato per alcune settimane la strada del ribasso e l’indicatore ha toccato un minimo in area 45,5.

Anche se ancora gli estremi non sono stati raggiunti in ogni caso lo spazio a disposizione per una ulteriore discesa dovrebbe essere ridotto. Nel tentativo di capire se il rimbalzo visto nell’ultimo scorcio del mese di maggio sia stato solo una reazione tecnica o se vi siano invece ancora spazi di ripresa, è possibile introdurre un nuovo indicatore, che tiene conto non solo del numero dei titoli al rialzo o al ribasso, ma anche dei volumi ad essi associati, ideato nel 1967 da Richard Arms, conosciuto come Arms index (o Trin, acronimo di trading index).

Questo indicatore, formato dal rapporto tra titoli al rialzo e titoli al ribasso, a sua volta diviso per il rapporto tra volumi espressi dai titoli al rialzo e volumi espressi dai titoli al ribasso, mostrerà quale direzione dei prezzi seguono i volumi. Se il livello più elevato di volumi è associato con i titoli che crescono, l’indicatore, o la sua media mobile, sarà in calo, e prenderà valori negativi (si muoverà quindi in modo divergente rispetto al mercato).

Anche in questo caso, come per il precedente, una analisi storica dei valori raggiunti per la borsa americana mostra che esiste una soglia al di sopra della quale, quindi in presenza di una forte corrente di vendita con volumi in aumento, l’indicatore si rifiuta di andare, un livello estremo che può essere definito di “ipervenduto”, raggiunto il quale l’indice di borsa tende a rimbalzare.

Tale soglia, raggiunta dai prezzi a maggio, è coincidente per il Nyse composito con il livello di 1,35 circa, ed è stata toccata negli ultimi anni solo in poche altre occasioni, l’ultima nell’ottobre 2004 e prima di allora nel settembre 2003. Nei casi in cui è stato raggiunto il livello di guardia sull’indicatore il mercato ha messo a segno un trend rialzista di tutto rispetto. L’impressione che si ricava con l’applicazione dell’approccio descritto quindi è che la borsa americana nel suo complesso non sia necessariamente condannata ad un ribasso ma anzi che si siano create le stesse condizioni che in passato avevano favorito lo sviluppo di rialzi, in alcuni casi anche consistenti. Quali sono le indicazioni che si ricavano applicando la stessa metodologia alla analisi dell’indice tecnologico Nasdaq, nel recente passato motore per i rialzi di tutte le borse più seguite?

Per quello che riguarda il primo indicatore è possibile notare come proprio nella porzione centrale del mese di maggio sia stata raggiunta la soglia minima significativa, un presupposto quindi per un rimbalzo. Gli stessi valori l’indicatore di aveva raggiunti ad ottobre 2005, ad aprile 2005, ad agosto 2004 ed a marzo 2003, in occasione quindi di minimi importanti per l’indice. Per quello che riguarda il secondo indicatore invece in questo caso non sono stati raggiunti valori estremi, anche se in corrispondenza con i massimi di maggio è stata toccata una soglia che non veniva più vista dall’agosto 2004.

Anche per il Nasdaq quindi gli indicatori non registrano un sentiment di mercato destinato a peggiorare ancora per molto, anzi sembrerebbero voler dire che la parte più decisa del ribasso ormai è alle spalle, e che almeno una correzione si profila all’orizzonte. E’ ovvio che le indicazioni di sentiment devono poi essere confermate dall’andamento degli indici. Nel caso del Nasdaq perchè si possa parlare di ripresa del rialzo sarà necessario che i prezzi salgano nelle prossime sedute almeno al di sopra dei 2300 punti, riportandosi all’interno del trading range seguito dall’indice negli ultimi mesi, con una buona prospettiva almeno di visitarne ancora una volta la parte alta, in area 2380.

Il primo indicatore di sentiment di mercato (Breadth Thrust) è disponibile anche per il nostro Mibtel, e fornisce in questa fase informazioni degne di nota: in coincidenza con i recenti minimi di maggio infatti sono stati assunti dall’indicatore valori che non si vedevano dal periodo ottobre 2005, e prima dal marzo 2003. Come si può ricavare da una semplice osservazione del passato, tutte le volte che l’indicatore si è trovato così basso come a maggio il mercato ha sempre trovato la forza di rimbalzare, magari dopo aver segnato un ultimo minimo in situazione di eccesso di ribasso. Del resto fino a che il Mibtel rispetterà i minimi dello scorso maggio a 26953 (coincidenti con il top di settembre 2005) o estenderà al massimo fino a quota 26500/550, 62% retracement del rialzo dai minimi di ottobre 2005, le attese di un rimbalzo rimangono prevalenti, con target inizialmente sui massimi di area 30170 ma con obiettivi a medio termine anche superiori a questi livelli.

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