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CRISI ECONOMICA? SOLO IN SUPERFICIE

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Dato lo spirito ribassista dei mercati in questi giorni si potrebbe pensare che e’ molto difficile trovare anche solo un grano di ottimismo.

Ma se lasciamo da parte per un momento le velleita’ ribassiste (piu’ facile a dirsi che a farsi!), e guardiamo i mercati piu’ da vicino, ci accorgeremo che gli investitori rimangono fiduciosi nel futuro.

I segnali che gli investitori stanno scommettendo su una ripresa dell’economia sono numerosi:

Innanzitutto, i titoli ciclici continuano a segnare una performance migliore rispetto a quella del mercato allargato nella sua interezza. Il “Morgan Stanley cyclical index”, per esempio, ha raggiunto i massimi rispetto al gennaio del 2000 proprio la scorsa settimana. Questo indice ha guadagnato il 27% dai minimi segnati lo scorso ottobre.

I titoli ciclici vanno bene, ovviamente, quando l’economia va bene e vanno male quando ci sono difficolta’ congiunturali. Risulta quindi ovvio osservare che chi investe in questi titoli si aspetta che l’economia USA migliori nei prossimi mesi.

E a guidare i rialzi dei titoli ciclici sono le azioni di settori di largo consumo, che rappresentano l’11,1% dell’S&P 500. Alla fine della settimana scorsa, questi titoli erano in rialzo del 5,7% dall’inizio dell’anno.

Tra questi ultimi titoli, hanno segnato la performance migliore i produttori d’auto come Ford Motors e General Motors.

Se gli investitori fossero veramente preoccupati sulle prospettive dell’economia, non credo che si getterebbero su questi titoli. Quando l’economia e’ debole i consumatori tendono a evitare gli acquisti maggiori e si concentrano sulle spese di prima necessita’. L’ultima cosa a cui pensano e’ acquistarsi una nuova auto; anzi, le spese in questo settore di solito diminuiscono notevolmente in tempi di recessione.

E invece le vendite di automobili sono rimaste vigorose nonostante i ribassi delle borse. E gli investitori hanno premiato i titoli del settore presumibilmente nella speranza che appena ritornano i tempi migliori gli operatori del settore continueranno a vendere di piu’, segnando utili in forte crescita.

Un altro settore con una buona performance e’ quello dei dettaglianti, il che suggerisce che gli investitori istituzionali si aspettano che ci sara’ una ripresa delle spese al consumo nei prossimi mesi. Di nuovo: se questi investitori pensassero che la fiducia si sta erodendo con forza, non metterebbero i soldi in questi titoli. Tra i nomi a buona preformance qui ci sono May Department Stores, Best Buy, Federated Department Stores, e Sears.

Quello degli arredamenti per la casa e’ un altro settore ciclico di largo consumo che ha un andamento migliore del mercato allargato e rimane in territorio positivo dall’inizio dell’anno.

Un elemento positivo che sostiene questo settore e’ la forte vendita di case dovuta al recente ribasso dei tassi USA.

Gli ultimi dati sulle domande di mutuo suggeriscono che questa tendenza positiva dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi. Tra i titoli forti di questo settore abbiamo Whirlpool, Maytag, e Furniture Brands.

Presi insieme, i rialzi dei settori auto, arredamento e dettaglio suggeriscono dunque che gli investitori istituzionali stanno scommettendo che le spese ai consumi sono destinate ad accelerare in tempi brevi. Dal momento che le spese al consumo costituiscono i due terzi della crescita economica, ha senso affernare che i ‘big’ di Wall Street in realta’ si aspettano una ripresa generale dell’economia.

Al di la’ dei titoli ciclici, sembra che gli investitori stiano scommettendo anche su una ripresa del settore manifatturiero. La forte performance dei titoli di societa’ legate alle materie prime sembra puntare in questa direzione. Per esempio, nel settore metallifero vanno bene Alcoa, Alcan, e PPG Industries.

In un momento di forte crisi del settore manifatturiero, la buona performance del settore metallifero ha senso solo se gli investitori si aspettano una ripresa dell’intera industria.

Rimangono infine i titoli che di solito dovrebbero comportarsi bene in tempi di crisi economica, e che difatti si sono apprezzati molto l’anno scorso ai primi segni di debolezza della congiuntura USA.

I titoli del settore sanitario, un settore difensivo, non stanno andando molto bene. Il che non ha senso se ci si aspettasse che l’economia peggiori. Stesso discorso vale per la debolezza registrata nel settore utilities.

Segnali di ottimismo sono visibili anche nel mercato obbligazionario. I differenziali (spread) tra i corporate bond e i titoli del Tesoro USA (Treasurys) si sono ridimensionati considerevolmente da quando la Fed ha cominciato ad abbassare i tassi lo scorso 3 gennaio.

Lo “Standard & Poors speculative-grade credit index”, per esempio, si e’ ridimensionato di 170 punti base (1,7%), dal picco di 1.074 punti base (10,74%) sui Treasurys del 2 gennaio, ai 904 punti base di oggi.

I rendimenti dei junk bond ad alto rischio di solito crescono in risposta a previsioni pesismiste sull’economia. Quindi il movimento inverso suggerisce che il mercato rimane invece piuttosto ottimista.

*Anthony Crescenzi e’ capo analista presso la boutique finanziaria newyorkese Miller, Tabak & Co., ed e’ amministratore delegato del sito Bondtalk.com.