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CRISI DEI MERCATI: E’ IN ARRIVO UNA MANOVRA DELLE BANCHE CENTRALI?

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(WSI) – Tassi di Interesse: tassi di mercato sostanzialmente invariati in area Euro. Ieri Trichet nell’intervento al Parlamento europeo ha ribadito che la priorità dell’istituto resta la stabilità dei prezzi e che l’attuale livello dei tassi è adatto a rispettare l’obiettivo. Il capo della Bce ha inoltre espresso preoccupazioni per l’elevata volatilità dei cambi, aggiungendo che, pur essendo robusti i fondamentali della crescita, ci sono forti rischi al ribasso, mentre l’inflazione dovrebbe rimanere ben oltre il 2% per diversi mesi. Trichet rimane quindi fermo nella sua posizione a differenza di King, capo della Boe, che si è detto disponibile ad effettuare altri tagli dei tassi e che ha definito le manovre di iniezioni di liquidità una “soluzione ponte verso manovre di lungo termine”.

Le parole di King potrebbero lasciare aperta l’ipotesi di una soluzione concordata di più ampio respiro tra le principali banche centrali mondiali per la risoluzione della crisi dei mutui Usa, come anticipato qualche giorno fa da FT. Nel frattempo Deutsche Bank, che riporterà i dati del primo trimestre alla fine di aprile, ha dichiarato di attendersi ulteriori svalutazioni di bilancio a causa della continuazione delle turbolenze di mercato. Sul fronte macro l’indice Ifo tedesco di marzo è risultato migliore delle attese, con un rialzo della componente corrente e prospettica, allontanando almeno per il momento l’idea di un forte rallentamento dell’economia tedesca. Oggi l’attenzione sarà ancora rivolta sul mercato del credito e sui dati statunitensi. Sul decennale il supporto resta a 3,82%, mentre la resistenza passa per 3,91%.

Negli Usa tassi di mercato in calo sulla scia dei deludenti dati macro che hanno evidenziato un brusco calo degli ordini durevoli a febbraio, determinato in buona misura da una riduzione degli ordini di macchinari pari a -13% m/m, la variazione negativa più elevata dal 1992. Si tratta di un’indicazione di possibile contrazione della spesa per investimenti da parte delle aziende, diventate più caute a causa dei timori di recessione. Allo stesso tempo le vendite di nuove case di febbraio hanno raggiunto il minimo degli ultimi 13 anni.

Gli analisti inoltre stanno rivedendo al ribasso le aspettative sulle trimestrali delle banche attese dalla metà di aprile in poi, arrivando a stimare svalutazioni per 6Mld$ nel caso di Merrill Lynch e 11Mld$ per Ubs. Nel breve ribadiamo la resistenza a quota 3,55% sul decennale.


Valute: i deludenti dati macro Usa insieme con i rinnovati timori sul fronte finanziario, hanno nuovamente comportato un forte deprezzamento del Dollaro che questa mattina ha sfiorato il minimo storico verso Euro toccando quota 1,5859. Il livello di resistenza a quota 1,59 appare al momento piuttosto rilevante. Un’eventuale revisione a sorpresa al ribasso del Pil Usa del quarto trimestre, potrebbe comportare un temporaneo test di quota 1,60. Dollaro in deprezzamento anche verso Yen con il cross tornato sotto soglia 100 in concomitanza con i cali dei listini azionari. Oggi un primo supporto si colloca a 98,47, sebbene il livello fondamentale di supporto sia piuttosto distante a 95,80. La resistenza si colloca poco sopra 101. Prosegue nel frattempo la marcia dello Yuan cinese vs Dollaro in avvicinamento verso la soglia dei 7Y/$.

Materie Prime: forte rialzo del greggio tornato sopra i 106$/barile dopo i deludenti dati sulle scorte Usa che hanno evidenziato soprattutto un forte calo delle scorte di benzina (circa 3,3Mln barili vs attese di 1,5Mln) e di distillati. Positivi i metalli industriali guidati dal piombo (+1,6%). La debolezza del Dollaro ha rinvigorito i preziosi con l’argento (+3,3%) e l’oro (+1,5%) che hanno proseguito la fase di rimbalzo dopo le forti perdite della scorsa settimana. Seduta volatile per gli agricoli. Il grano ha chiuso in forte calo (-3,2%) dopo previsioni migliori delle attese sul raccolto in Ucraina. Forte rialzo invece per la soia (+3,4%) sulle agitazioni in atto in Argentina tra gli agricoltori che protestano contro il rialzo dei dazi sulle esportazioni.

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