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Criptovalute, l’Ocse presenta un nuovo quadro normativo

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L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha presentato un nuovo quadro di trasparenza fiscale globale per la segnalazione e lo scambio di informazioni sulle criptovalute. Queste ultime sono diverse dai prodotti finanziari tradizionali in quanto possono essere trasferiti senza intermediari come le banche, incrementando le possibilità del loro utilizzo nell’evasione fiscale, ha affermato l’organizzazione in una nota lunedì scorso.

Le criptovalute non sono coperte dall’ambito del Common Reporting Standard, progettato per prevenire l’evasione fiscale internazionale. Gli sviluppi delle criptovalute “hanno ridotto la visibilità delle amministrazioni fiscali sulle attività rilevanti ai fini fiscali svolte nel settore, aumentando la difficoltà di verificare se le passività fiscali associate siano adeguatamente segnalate e valutate”, ha affermato l’organizzazione

Nuovo quadro fiscale per le criptovalute

Per aiutare a regolamentare l’evasione fiscale, nell’aprile 2021 i membri del G-20 hanno chiesto all’organizzazione di sviluppare un quadro per lo scambio automatizzato di informazioni tra loro.

Dopo la consultazione pubblica iniziata a marzo di quest’anno, il quadro fiscale globale per le criptovalute è stato approvato dalla commissione per gli affari fiscali il 26 agosto scorso. Le sue proposte sono una risposta alla rapida adozione delle criptovalute da parte degli investitori sia al dettaglio che istituzionali.

Il nuovo framework definisce le criptovalute come quelle che possono essere “detenute e trasferite in modo decentralizzato” senza intermediari finanziari, inclusi stablecoin e derivati.

Gli exchange e gli altri broker che svolgono un ruolo centrale nel mercato delle criptovalute sono tenuti a raccogliere e rivedere la documentazione richiesta dai propri clienti, sulla base delle norme antiriciclaggio.

Nella relazione sono menzionate anche le pratiche di due diligence che devono essere seguite da persone fisiche ed entità.

Il documento CARF di 100 pagine sarà presentato ai ministri delle finanze e ai governatori delle banche centrali dei paesi membri del G-20 durante il loro prossimo incontro tra il 12 e il 13 ottobre a Washington DC. Tra i membri partecipanti vi sono India, Corea del Sud, Brasile, Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea.

Se approvato, ufficializzerebbe il trasferimento automatico delle informazioni sui contribuenti di criptovalute tra i 38 paesi membri dell’Ocse.