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Criptovalute, cresce la loro diffusione come mezzo di pagamento

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Sebbene appaiano come uno strumento speculativo o un affare riservato ad una nicchia di esperti, in realtà le criptovalute stanno prendendo sempre più piede. Lo testimonia la loro crescente diffusione come mezzo di pagamento. Lo certifica un rapporto stilato da Deloitte, intitolato “Merchants getting ready for crypto”. Ma prima di approfondire i risultati dello studio, esaminiamo nel dettaglio le caratteristiche delle criptovalute.

Cosa sono le criptovalute

Le criptovalute sono valute virtuali utilizzate come mezzo di scambio o detenute a scopo di investimento. Attualmente non hanno corso legale in Italia e sono pertanto accettate su base volontaria. Inoltre, non sono regolate da entri centrali governativi. A livello tecnico, le unità individuali che formano una criptovaluta sono stringhe di dati crittografati che sono stati codificati per rappresentare un’unità. Gli elementi-chiave di una criptovaluta sono tre: protocollo (il codice informatico che precisa come i partecipanti possono effettuare le transazioni); la blockchain o distributed ledger (la tecnologia che conserva la storia delle transazioni); la rete decentralizzata dei partecipanti (che aggiornano e consultano la blockchain). Le criptovalute sono controllate attraverso un database di transazioni blockchain, che funziona come un registro pubblico distribuito e contiene la lista delle transazioni delle criptovalute. Attualmente le criptovalute sono più di 16 mila e il loro numero è in continua crescita.

Un sottoinsieme di criptovalute sono le stablecoin: si tratta di criptovalute asset-backed, ossia il cui valore è ancorato a quello di un bene o attività sottostante, come ad esempio il dollaro.

Le opportunità dell’utilizzo delle criptovalute nei pagamenti

Tutto iniziò nel 2014, quando un rivenditore online americano accettò per la prima volta le criptovalute come metodo di pagamento. Da allora, queste ultime si sono diffuse a macchia d’olio: viaggi, biglietti sportivi, servizi di telefonia mobile ecc. Il coronavirus ha poi contribuito ad alimentare ulteriormente l’interesse e l’adozione delle valute digitali.

La ricerca di Deloitte sul tema prende in esame le aziende con fatturato compreso tra meno di 10 milioni di dollari e 500 milioni. Circa due terzi (64%) delle aziende intervistate ha affermato che i clienti hanno un interesse significativo nell’utilizzo delle valute digitali per i pagamenti e l’83% prevede che l’interesse dei consumatori per le valute digitali per i pagamenti aumenterà in modo significativo o moderato nei prossimi 12 mesi. L’interesse per le soluzioni digitali di pagamento è maggiore tra i clienti più giovani. “Si tratta di un segnale per i rivenditori: chi non terrà in considerazione questa tendenza della domanda, con tutte le cautele necessarie quando si tratta di criptovalute, correrà il rischio di essere lasciato indietro e di perdere profitti”, commenta Paolo Gianturco, Business Operations e FinTech Team Leader di Deloitte.

[/media-credit] Fonte: Deloitte

I venditori condividono con i clienti l’aspettativa di un’ampia adozione delle criptovalute: l’85% dei rivenditori si aspetta che i pagamenti in valuta digitale saranno onnipresenti tra i fornitori del loro settore entro 5 anni. In generale, i venditori ritengono che le aziende che accettano pagamenti digitali come strumento di pagamento godano di un vantaggio competitivo sul mercato. Inoltre, si aspettano di ottenere dei vantaggi da questa nuova tipologia di pagamenti, in termini di: miglioramento dell’esperienza del cliente (48% degli intervistati); aumento della base clienti (46%) e percezione all’avanguardia del marchio (40%). Ecco perché quasi tre quarti dei merchant intende accettare pagamenti in criptovaluta o stablecoin nei prossimi 24 mesi. Se all’inizio lo facevano come tecnica di marketing, ora gli esercenti sono interessati anche a rapidità nei pagamenti ed efficienza dei costi.

[/media-credit] Fonte: Deloitte

In particolare, le aziende più grandi sono più propense a effettuare investimenti significativi nei loro piani di adozione della valuta digitale. Oltre la metà (54%) dei grandi rivenditori (con un fatturato con ricavi a partire da 500 milioni di dollari) ha investito più di 1 milione di dollari per abilitare i pagamenti in valuta digitale, mentre per i piccoli rivenditori (con un fatturato inferiore a 10 milioni di dollari) la percentuale si ferma al 6%.

Le criticità delle criptovalute

Tuttavia, ci sono anche preoccupazioni/ostacoli all’adozione delle criptovalute. Prime tra tutte quelle legate alla sicurezza e all’integrazione con i sistemi di pagamento esistenti. Secondo Gianturco “queste sfide possono essere affrontate investendo in una maggiore conoscenza della tecnologia alla base dele critpovalute e della sua implementazione. Occorrono anche un maggiore apprendimento e formazione continua in merito alle norme sulle criptovalute, in modo da consentire un’adozione di una più ampia gamma di offerte di servizi finanziari e di prodotti. In questo contesto, avranno un ruolo importante gli operatori di pagamento tradizionali nel fornire capacità (ad esempio, conformità, esperienza e servizio al cliente) oltre che nel fungere da facilitatori del business, influenzando la velocità di adozione dei pagamenti digitali.”