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Cripto-magnate e “azionisti misteriosi” combattono per l’oro

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Nel corso degli ultimi otto anni la Petropavlovsk, un compagnia russa attiva nell’estrazione dell’oro, ha visto ridursi di oltre il 98% il valore delle sue azioni sul listino londinese. Ora, la società si troverebbe nuovamente di fronte al tentativo di rinnovo della dirigenza da parte dell’azionariato, nel tentativo di recuperare parte delle fortune passate. Il calo delle valutazioni dell’oro, ma soprattutto errori amministrativi, infatti, hanno ridotto il titolo a una penny stock. A guidare il possibile rinnovamento è una squadra di shareholders quantomeno singolare: “il rampollo di una delle grandi famiglie bancarie europee, un magnate kazako con la sua criptovaluta, l’hedge fund D.E. Shaw e alcuni azionisti misteriosi”, ha scritto Bloomberg.

 

Nonostante il declino azionario la società ha ancora una sua rilevanza: possiede miniere redditizie e punta ad aprire un nuovo impianto a breve. L’utile netto nel 2017 è stato di 41 milioni di dollari (+31% rispetto al 2016). Secondo quanto scrive Bloomberg due azionisti misteriosi, riferiti a due società registrate a Gibilterra e Anguilla (CABS Platform Ltd. e Slevin Ltd., cui fa capo rispettivamente una quota del 9,1%) starebbero cercando di riportare in sella i vecchi dirigenti della Petropavlovsk. A far loro da contraltare c’è il nuovo kingmaker, il kazako Kenes Rakishev, il maggior azionista subentrato lo scorso dicembre, nonché figliastro dell’ex vicepresidente del suo Paese. All’inizio di quest’anno, Rakishev ha ammonito gli attuali dirigenti per mancanza di ambizione e ha promesso una revisione. La questione-chiave sarà probabilmente il possibile ritorno dei co-fondatori di Petropavlovsk. Rakishev e i nuovi azionisti hanno chiesto a Pavel Maslovskiy, fra i gli uomini che hanno dato vita alla compagnia, di riprendere il lavoro di Ceo, ma non è chiaro se uno degli altri fondatori, Peter Hambro, si unirà a lui. Quest’ultimo era stato presidente e uomo chiave della società, tanto che essa ha preso il suo nome fino al 2009.
Entrambi gli ex dirigenti erano stati liquidati dal board l’anno scorso, in seguoito a un’alleanza del miliardario russo Viktor Vekselberg, del D.E. Shaw, M&G Investment Management e Sothic Capital Management. Gli assetti societari, da allora, sono cambiati: la quota di Vekselberg è stata venduta a Rakishev, mentre M&G ne ha venduta una parte a Prosperity Capital. Per adesso l’unica certezza è che Hambro ha mostrato di sostenere il nuovo consiglio d’amministrazione, ritenendo che il ventilato ritorno di Maslovskiy sarebbe una buona notizia per la società. Ma il ritorno della vecchia guardia resta in mano a Rakishev.