Economia

Corte dei Conti Ue chiede più rigore con l’Italia

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NEW YORK (WSI) –  Duro affondo della Corte dei Conti Ue nei confronti della Commissione, definita “non abbastanza rigorosa” nell’applicazione delle regole di bilancio.

Un esempio e’ offerto dal “caso Italia” a cui l’anno scorso e’ stata risparmiata l’apertura di una procedura per debito eccessivo, invocando tre “fattori rilevanti” come ciclo economico, bassa inflazione e riforme, tutti discutibili perché non pienamente rispettosi delle norme.

L’accusa del revisore esterno indipendente, nato per migliorare la gestione finanziaria dell’Unione europea, e’ contenuta  in un rapporto che punta il dito contro le carenze nell’attuazione delle regole sulla procedure per debito e deficit.

Regolate dall‘articolo 126 del patto di Stabilità, la procedura prevede la soddisfazione di un duplice criterio – disavanzo e debito dei Paesi dell’Unione non devono superare rispettivamente 3% e 60% del prodotto interno lordo. In caso contrario, il ‘braccio correttivo’ della procedura fissa precisi termini di rientro per la correzione dei conti pubblici.

Ancora scarse vengono giudicate dalla Corte le informazioni accessibili al pubblico su ipotesi e parametri della Commissione relativi ai dati, nonché sulla sua interpretazione dei concetti chiave.

Ma torniamo all’Italia,  l’anno scorso la Commissione, pur avendo riconosciuto che l’Italia era prima facie in violazione della regola del debito, invocò i fatti rilevanti tra cui le “importanti riforme strutturali con un diretto impatto sul bilancio”.

Ma la Corte dei Conti spiega che “l’Italia quantificò tale impatto solo in termini di crescita e non in termini di bilancio”, e comunque la Commissione e’ rimasta vaga sul loro monitoraggio.

Analizzando gli altri “fattori rilevanti” che hanno evitato l’apertura della procedura sul debito, la Corte dei Conti spiega che il `ciclo economico´ e l’inflazione sono già presi in considerazione nel percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine (pareggio di bilancio strutturale), e quindi non possono essere considerati come fattori “eccezionali”.