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Corte Aja pro Berlino: no indennizzi per stragi naziste in Italia

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Roma – Dopo la polemica Der-Spiegel-Giornale sul caso Schettino, arriva un’altra notizia che rischia di rendere ancora più tesi i rapporti tra l’Italia e la Germania.

La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha deciso infatti di dare ragione a Berlino, accogliendo il suo ricorso per bloccare le indennità richieste dall’Italia per le vittime dei crimini nazisti. Secondo la Corte, “l’Italia non ha rispettato i suoi obblighi nei confronti della Germania, consentendo che venissero avviate delle procedure giudiziarie” nei confronti dello stato. L’Italia non avrebbe insomma riconosciuto l’immunità che, in base al diritto internazionale, la Germania gode.

In definitiva, stando a quanto ha detto lo stesso giudice Hisashi Owada, l’Italia non solo non ha diritto ai risarcimenti ma ha leso “gli obblighi nei confronti dello stato tedesco”.

Il contenzioso Italia-Germania ha avuto inizio nel dicembre 2008, quando Berlino ha deciso di presentare ricorso contro la sentenza della Cassazione che aveva riconosciuto la Germania responsabile delle stragi naziste avvenute in Italia il 29 giugno del 1944 a Civitella, Cornia e San Pancrazio, in provincia di Arezzo. 203 furono le vittime. Secondo la Cassazione, la Germania sarebbe stata “mandante”.

Ma secondo Berlino, il cui ricorso è stato accolto oggi dalla Corte, l’Italia, permettendo che venissero avviate queste procedure contro la Germania, non avrebbe rispettato la clausola dell’immunità giurisdizionale che spetta al paese in base a quanto statuisce il diritto. La Cassazione italiana aveva ritenuto che quella clausola avrebbe potuto essere superata in casi eccezionali, come gravi violazioni del diritto umanitario”.

Il caso rischia di far esplodere nuove reazioni mediatiche dopo il botta e risposta tra Il Giornale e Der Spiegel. «Mano sul cuore – aveva scritto qualche giorno fa lo Spiegel -: qualcuno si è forse meravigliato del fatto che il capitano della Costa Concordia fosse italiano? Ci si può immaginare che a compiere una simile manovra, inclusa la fuga successiva, potesse essere un tedesco oppure, diciamo anche, un capitano di marina britannico?». E Il Giornale, con un editoriale del direttore Alessandro Sallusti, aveva risposto con un “A noi Schettino, a voi Auschwitz”.