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Coronavirus, l’Oms invita i governi a valutare restrizioni dopo la risalita dei contagi

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Il nuovo picco di contagi da coronavirus preoccupa l‘Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che di fronte all’aumento di casi invita i governi a “valutare il ripristino delle restrizioni”. “La pandemia è tutt’altro che finita” ha detto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, spiegando che “i casi continuano ad aumentare, esercitando ulteriore pressione sui sistemi sanitari, e i decessi sono inaccettabilmente alti”. E ha aggiunto:

“Le nuove ondate dimostrano ancora una volta che il Covid-19 non è affatto finito. Il virus sta circolando liberamente e i Paesi non stanno gestendo efficacemente il carico di malattia in base alle loro capacità, sia in termini di ospedalizzazione dei casi acuti, sia in termini di numero crescente di persone con Long Covid. Esorto i governi a rivedere e adattare regolarmente i loro piani di risposta in base all’epidemiologia attuale e anche alla possibilità che appaiano nuove varianti”.

Il numero uno dell’Oms ricorda “la prossima settimana si incontreranno i ministri delle finanze del G20” ed è “fondamentale che i governi di tutto il mondo finanzino l’Oms e la piattaforma Act Accelerator per assicurare un’equa distribuzione degli strumenti” per combattere il Covid. “Con l’aumento della trasmissione e dei ricoveri, i Governi devono anche implementare misure collaudate come mascherine, ventilazione e protocolli di test e trattamento“. E in particolare, esorta Ghebreyesus, “dovrebbero lavorare per invertire la riduzione della sorveglianza, dei test e del sequenziamento virale e condividere efficacemente gli antivirali”.

Il coronavirus in Italia

Ieri, intanto, secondo i dati del ministero della Salute sulla situazione del contagio in Italia, sono stati 142.967 i nuovi casi di Covid (da 37.756 del giorno precedente) e 157 i morti, che portano a 169.390 il totale delle vittime da inizio della pandemia (2020). I tamponi processati, tra molecolari e antigenici, sono stati 550.706 (188.153 ieri), per un tasso di positività al 26% (dal 20% del giorno precedente)

Secondo la stima dell’epidemiologo Carlo La Vecchia, docente all’Università Statale di Milano, riportata dall’agenzia AdnKronos, il picco dell’ondata di Covid in corso “è vicino”. E alla fine, “con un virus così contagioso, è molto probabile che da un terzo a metà della popolazione, in maniera più o meno sintomatica, sia stata contagiata da Omicron 4-5″.

È probabile che l’ondata di Omicron 5 arrivi” al plateau “nel corso della prossima settimana o 2“, prospetta l’esperto, aggiungendo che “un problema è che i numeri registrati sono lontanissimi da quelli reali”.

“In parte succede per l’uso diffuso dei test fai da te”, il cui esito positivo non viene sempre ufficializzato, “e un’altra grossa quota” di sommerso “è data dalle malattie asintomatiche o paucisintomatiche. Molte infezioni da Omicron 4 e 5 – ricorda l’epidemiologo – portano dal punto di vista clinico uno o pochi giorni di mal di gola o raffreddore, soprattutto nei vaccinati o in chi ha avuto altre Omicron”. Quindi, calcola La Vecchia, “potrebbe esserci oggi fino al 10% della popolazione positiva”.