Economia

Coronavirus: dalla Cina e dagli USA i segnali che l’economia è in affanno

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L’emergenza coronavirus è ormai conclamata a livello globale. Governi e istituzioni sono sull’attenti, preoccupati non solo per i problemi di salute della popolazione mondiale ma anche per le ripercussioni inevitabili che la diffusione del virus sta producendo sull’economia.

Voli cancellati, scuole chiuse, attività industriale rallentata, la quarantena obbligata e varie misure di contenimento sono i segnali più evidenti dell’emergenza che stiamo vivendo.
Ma ce ne sono altri che mostrano come la situazione a livello economico sia grave e arrivano in primis dalla Cina dove si è sviluppato il virus e dove ad oggi vi sono più malati e più decessi di tutto il mondo.

Cina: manifatturiero in crisi profonda

Nella superpotenza mondiale, il settore manifatturiero è in profonda crisi con l’indice Markit-Caixin sceso a un livello molto basso, confermando la gravità delle conseguenze economiche derivate dal coronavirus. L’indice Pmi per il settore manifatturiero, calcolato dalla società IHS Markit è calato a febbraio a 40,3 contro i 51,1 di gennaio. E’ il livello più basso dall’inizio della pubblicazione dell’indice nel 2004. Un valore di questo indicatore sopra la soglia di 50 evidenzia delle attese di espansione economica nei mesi successivi mentre un valore sotto 50 implica delle attese di rallentamento per la congiuntura.

La FED taglia i tassi a sorpresa

Segnale evidente della gravità della situazione è anche la mossa a sorpresa della Federal Reserve che ha deciso di tagliare i tassi di interesse dello 0,5% con il costo del denaro che scende così all’1-1,25%.
È la prima volta dalla crisi del 2008 che la Federal Reserve decide un taglio dei tassi al di fuori delle riunioni previste in calendario.
Obiettivo, si legge nel comunicato ufficiale della banca centrale americana, è quello di sostenere l’economia in un momento di grave difficoltà derivante dalla diffusione a livello globale del coronavirus.

I fondamentali dell’economia statunitense rimangono forti, si legge ancora nel comunicato, tuttavia, il coronavirus comporta rischi in evoluzione per l’attività economica.
Prossime indicazioni potrebbero arrivare dalle dichiarazioni di alcuni membri del Focm in attesa domani e poi con la riunione di politica monetaria prevista a metà mese.