Economia

Coronabond, dal vertice Ue nessun progresso. Si studia nuovo piano

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Si è chiuso con un nulla di fatto il lungo vertice che si è tenuto in video conferenza tra i leader europei della zona euro. All’ordine del giorno c’erano le misure economiche da intraprendere per fare fronte all’emergenza coronavirus, in particolare l’emissione dei cosiddetti coronabond.

In principio l’Italia, insieme alla Spagna, hanno rifiutato di sottoscrivere la bozza del documento conclusivo, nonostante i negoziatori italiani avessero ottenuto quasi tutto, compresa l’eliminazione di qualsiasi riferimento al Mes (il fondo salva stati).

Alla fine, dopo sei ore di negoziati, si è trovato un accordo che invita i ministri delle Finanze della zona euro “a presentare proposte entro due settimane”. Leggi il comunicato finale del vertice.
Difficile immaginare a cosa si potrà ricorrere per trovare le risorse finanziarie necessarie per contrastare il blocco dell’attività economica in tutto il continente.

Secondo le indiscrezioni Conte avrebbe rifiutato di sottoscrivere la prima versione del documento finale perchè al suo interno erano previste richieste particolarmente vessatorie per il rientro dal prestito da parte dell’Italia (con tanto di memorandum).
A preoccupare i partner europei, in particolare Olanda e Germania c’è la difficile situazione dei conti pubblici. Un report di Morgan Stanley ha evidenziato che a causa della crisi provocata dal coronavirus il rapporto debito/pil dell’Italia potrebbe arrivare a sfiorare il 150%. 

Una lettera cestinata

In vista del vertice europeo nove leader europei, tra i quali il premier Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron, avevano firmato insieme una lettera per chiedere la creazione dei coronabond al fine di fronteggiare la crisi economica dovuta alla pandemia da coronavirus.
La lettera è stata firmata da Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Italia.
Una spinta verso tale direzione era giunta anche dal governatore della Bce Christine Lagarde che, nella videoconferenza dell’Eurogruppo dello scorso lunedì, si sarebbe unita nel richiedere l’emissione “una tantum” di Covid-bond.