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Copyright e censura sul web, tutti contro l’Agcom

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Le agenzie stampa stanno divulgando una comunicazione che proviene da “ambienti dell’Autorità Garante per le Comunicazioni” (Agcom): nel consiglio dell’Agcom del prossimo 6 luglio, rassicurano, non ci sarà nessuna approvazione definitiva di un provvedimento in materia di diritto d’autore. “L’articolato dello schema di regolamento sarà sottoposto a una pubblica consultazione nella quale tutte le parti interessate potranno pronunciarsi con le loro proposte e i loro suggerimenti”. L’Autorità rassicura di proseguire pertanto secondo il metodo di “un aperto e democratico confronto” nel quale tutte le iniziative saranno, anche quelle più critiche, considerate e tutte le istanze saranno tenute “nel giusto conto nel rispetto dei ruoli di ciascuno”.

QUI TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SUL NO ALL’AGCOM:
Agora’ Digitale

La reazione dei radicali di Agorà Digitale non si è fatta attendere: “Iniziare una consultazione sul provvedimento relativo al diritto d’autore il 6 Luglio avrà l’unico effetto di consentirne l’approvazione nei mesi estivi, rendendo impossibile una reazione delle istituzioni e una mobilitazione della società civile. Ormai l’unica decisione democratica che può assumere l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è quella di mettere in moratoria il testo fino ad una riforma parlamentare. Tantopiù che tale richiesta non viene più solo dalla società civile” scrivono il segretario dell’Associazione Agorà Digitale Luca Nicotra e Marco Perduca, Senatore Radicali/Pd.

“L’intero arco dei partiti, membri del Governo e il Presidente della Camera sono intervenuti per chiedere un passo indietro ad Agcom. Perciò, mentre in queste ore si organizzano raccolte firme da parte di parlamentari e oltre 100.000 mail sono giunte al presidente dell’Autorità e agli altri Commissari, Agcom e Calabrò si devono fermare” prosegue la nota. “Indipendenza non vuol dire autarchia. Anzi, proprio l’assenza di strumenti vincolanti da parte del Gove rno e del Parlamento nei confronti dell’Autorità, obbligano quest’ultima a dare la massima importanza al dialogo con le istituzioni, richiesto invano da giorni. A nulla servono le rassicurazioni di Calabrò. In democrazia il “fidatevi” non è accettabile. Ormai non è più una questione di apertura di una nuova consultazione, o di alcuni dettagli del testo che verrà approvato il 6 luglio. Agcom deve porre in moratoria la regolamentazione o metterà a rischio non solo la libertà di espressione, informazione e accesso alla conocenza, ma lo stesso funzionamento democratico delle istituzioni”.

TORINO, VENERDI’ 1 LUGLIO ore 16

Si allarga la protesta contro l’annunciato intervento dell’Agcom (il Garante delle comunicazioni) su Internet e il diritto d’autore: la protesta si anima con la proclamazione della ‘Notte della Rete’.

“Il 5 luglio, a 24 ore dall’approvazione della Delibera definita ‘ammazza-Internet’ dai blogger italiani, artisti, esponenti della rete, leader politici, cittadini e utenti del web si troveranno a Roma – informa una nota diffusa dal blogger e animatore del Popolo Viola Gianfranco Mascia – per una no-stop contro il provvedimento”.

La delibera Agcom sugli Internet service provider (Isp) che dovrebbe essere approvata il 6 luglio contempla, in caso di segnalazione di una violazione del copyright, la rimozione dei contenuti per via amministrativa, senza passare per il sistema giudiziario.

Così, prosegue il comunicato, “l’Autorità per le Comunicazioni si arrogherà il potere di oscurare siti internet stranieri e di rimuovere contenuti da quelli italiani, in modo arbitrario e senza il vaglio del giudice. Su Internet oltre 130.000 cittadini hanno espresso il loro dissenso via email all’Agcom e cresce di ora in ora il passaparola su Facebook, una mobilitazione online e offline che ha già dimostrato con il referendum quanto possa risultare incisiva”.

La protesta continua anche fuori dal web: ‘La notte della rete’, il 5 luglio alla Domus Talenti a Roma, è una no-stop in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti, esperti: tutti contro il bavaglio alla rete. L’evento sarà in diretta streaming accompagnato dai tweet e dai messaggi indirizzati all’Agcom e sarà preceduto da una serie di flash-mob.

Sempre a Roma, ieri nella sede della rappresentanza italiana del Parlamento Europeo si è tenuto il convegno ’La cultura corre sul web’: un’occasione per confrontarsi, cercare soluzioni comuni e individuare strategie con cui proteggere il diritto d’autore nell’era di Internet facendo leva anche sulla legislazione europea.

A partecipare al convegno sono stati esponenti del mondo della politica, della cultura e dell’editoria tra i quali l’europarlamentare del Pd Luigi Berlinguer, il giurista Stefano Rodotà, il senatore del Pd Vincenzo Vita, componente della commissione di Vigilanza Rai e vicepresidente della commissione Cultura di Palazzo Madama. Al convegno hanno preso parte anche Zeno Zenkovich, in rappresentanza del direttore generale Siae, Nicola D’Angelo, il commissario Agcom rimosso dal ruolo di relatore per questa delibera (guarda caso era il solo che si batteva per i diritti degli internauti e non solo per le lobby del copyright), e il deputato del Pd Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni.

“Al convegno di ieri i sostenitori della delibera Agcom hanno battuto in ritirata” ha commentato Arturo Di Corinto, giornalista co-autore con Alessandro Gilioli del libro “I nemici della Rete”, che era presente.

Il convegno basato su due tavole rotonde, ’Il Copyright nell’era digitale’ e ’Come allargare la torta’, è stato organizzata dal gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. Obiettivo dell’iniziativa: individuare forme di tutela del lavoro intellettuale favorendo un più largo accesso ai contenuti della rete.

«Finchè si affrontano questi problemi – ha spiegato l’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer – nella contrapposizione tra chi reclama legittimamente il rispetto del proprio lavoro e chi reclama un largo accesso alla rete, non si risolve nulla. Di fatto, ci sono due beni in conflitto. Ma dobbiamo trovare una soluzione: il punto d’accordo è rappresentato dal fatto che l’accesso alla rete il più ampio possibile è nell’interesse di entrambi, di chi vuole sapere e di chi vuole consumare». Eppure gli scenari, rispetto al passato, sono notevolmente cambiati. E il vecchio diritto d’autore non appare più in grado di dare risposte certe. «Il vecchio modello del diritto d’autore, fondato sulla produzione prevalentemente cartacea – ha detto Berlinguer – è stato superato dal web». In questo contesto, la sfida di fronte alla quale si trovano i giuristi e gli uomini d’ingegno per Berlinguer «è quella di abbassare i prezzi e introdurre in questo modo la legalità con una ragionevolezza che la rende praticabile. Bisogna superare le barriere nazionali che ostacolano la circolazione dei beni». Per l’europarlamentare del Pd la soluzione è «allargare legalmente le eccezioni ad una visione stretta del diritto d’autore e trovare una forma di pagamento che sia sostenibile».

Sulla stessa linea il giurista Stefano Rodotà per il quale «è sbagliato pensare che si possa chiudere questa partita con una direttiva o peggio ancora con leggi o delibere repressive. L’esperienza di questi anni ci ha mostrato una dinamica che nessuno aveva previsto. Siamo in una fase molto aperta: almeno per il web -ha spiegato Rodotà- la conoscenza richiede la massima condivisione. Oramai non è più possibile ritenere che il vecchio diritto d’autore possa offrire delle norme valide ancora oggi».

Intanto sul fronte delle lobby industriali, anche l’Anica (Associazione dell’industria cinematografica) e l’Apt (Associazione dei produttori indipendenti) in una nota «hanno valutato positivamente, hanno sostenuto e sostengono con convinzione l’orientamento dell’Agcom». Enzo Mazza, presidente della Fimi (la federazione dell’industria musicale italiana), segnala che “il Dipartimento al Commercio Usa, nel suo rapporto sui Paesi ad alto tasso di pirateria, ha incoraggiato l’Italia ad assicurare che l’Agcom adotti e implementi con urgenza le regole per creare un efficace meccanismo contro la pirateria Internet”, e che a favore della delibera antipirateria dell’Agcom è anche l’associazione 100Autori .

Invece la Femi (Federazione dei Media Digitali Indipendenti) aderisce alla Notte della Rete, e contro la delibera si è pronunciato anche l’avvocato Guido Scorza, Presidente dell’Istituto per le Politiche dell’Innovazione e legale rappresentante della Femi.

Sulla presa di posizione dei 100Autori commenta Roberto Cuillo del Pd: «La delibera Agcom prevista per il 6 Luglio finge di difendere il diritto d’autore per poter censurare la rete. Spero che l’Associazione 100 autori non si faccia strumento di operazioni liberticide e soprattutto non diventi ostaggio dei network televisivi» .

E poi approfondisce: «Primo interesse di un autore dovrebbe essere quello della diffusione di massa del suo prodotto, non di recintarlo. Così come è interesse di tutti difendere il copyright e il lavoro creativo dalla pirateria alla luce delle nuove tecnologie. Ma questo non può essere fatto al di fuori da una normativa europea e sovranazionale. Soprattutto non può essere accettata la censura. E gli autori dovrebbero essere in prima fila nel respingere qualsiasi tentativo di repressione della creatività. La delibera dell’Agcom prevede la possibilità che possa essere la stessa Agcom a inibire gli accessi ai siti e chiuderli. Vale anche per i siti stranieri e tutto ciò in assenza di una legge approvata dal Parlamento che lo consenta. In teoria si potrebbero chiudere in un solo colpo Youtube e Facebook. È un provvedimento che va tutto nella direzione di difendere gli interessi della televisione e inibire l’attività spontanea e individuale della rete. Ed è sospetta la fretta con cui l’Authority sta cercando di far passare questa delibera: subito dopo i due turni elettorali e in un periodo di grande incertezza politica per la maggioranza. Tramite l’Agcom il governo consuma una vendetta sui risultati elettorali, mettendo un bavaglio alla Rete. Il copyright va difeso, ma non c’è copyright senza libertà».

L’ho citato perchè è un pensiero chiaro, non perchè è del Pd. A questo riguardo, è importante chiarire che la battaglia per la libertà su Internet è trasversale e bipartisan: non c’entra “essere di destra” o “di sinistra”. Lo dimostra il fatto che per la libertà di Internet si è espresso proprio su questo blog ieri il presidente della Camera Gianfranco Fini.

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La notte della Rete contro il bavaglio imposto dall’Agcom: appuntamento il 5 luglio

di Federico Mello

A Roma l’iniziativa promossa per protestare contro la delibera dell’Autorità garante per le Comunicazioni che, in presenza di violazioni del copyright, prevede l’oscuramento dei siti italiani e stranieri. L’evento sarà trasmesso in streaming da ilfattoquotidiano.it

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Il popolo della Rete italiano non ci sta più ad accettare supinamente decisioni che passano sopra sua testa. Il 5 luglio, a Roma, alla Domus Talenti, andrà in scena la “Notte della Rete”, una no-stop che coinvolgerà giornalisti, esperti, netizen, associazioni, esponenti politici contro quello che è stato definito “il bavaglio alla Rete”.

L’iniziativa vede come media-patner ilfattoquotidiano.it che manderà l’evento in streaming dalle 17:30 – il segnale sarà rimandato anche da un network di televisioni locali. Tra i presenti, Peter Gomez, Oliviero Beha, Pippo Civati, Antonio Di Pietro, Dario Fo, Alessandro Gilioli, Beppe Giulietti, Guilia Innocenzi, Gianfranco Mascia, Roberto Natale, Piotta, Franca Rame, Guido Scorza, Mario Staderini, Benedetto della Vedova. A questi molti altri artisti ed esponenti del mondo del giornalismo, della politica e del mondo di Internet, si stanno aggiungendo nelle ultime ore.

La mobilitazione è cominciata negli scorsi mesi quando Agorà Digitale e altre associazioni hanno denunciato, con l’iniziativa “sito non raggiungibile” i rischi di una delibera Agcom per la libertà della Rete. Con la delibera, l’autorità, in presenza di violazioni al copyright, si arroga il diritto di rimuovere contenuti da siti italiani, o inibire l’accesso ai siti stranieri, in modo arbitrario e senza passare da un giudice. Il provvedimento, pensato per “contrastare la pirateria”, rischia di portare alla “censura” di contenuti (per esempio video) che, pur violando il diritto d’autore, risultano ugualmente di pubblico interesse.

Un nuovo potere che si auto-assegna l’Agcom che ha chiaramente una valenza politica. Alla luce del fatto che il Parlamento non si è mai preannunciato sull’argomento e che l’Autorità per le comunicazioni è solo un organo amministrativo. Dopo che la protesta è cresciuta on e off line – l’associazione Valigia Blu ha organizzato per lunedì un presidio davanti alla sede dell’autorità – anche vari esponenti politici hanno espresso le loro perplessità: per Paolo Gentiloni del Pd, “l’allarme sulle conclusioni del lavoro di Agcom sul diritto d’autore è giustificato” e i suoi colleghi Vincenzo Vita e Vidmer Mercatali hanno chiesto un’audizione urgente in Senato del presidente dell’Authority Corrado Calabrò. Per Antonio Di Pietro “La tutela del diritto d’autore non autorizza alcuna censura”. Una posizione condivisa anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini: “La protezione del diritto d’autore è fondamentale per una società sempre più basata sulla conoscenza e sulla proprietà intellettuale, ma altrettanto lo è la tutela della piena libertà della Rete”.

Il gruppo di Hacker Anonymus, che si batte per libertà d’informazione, ha rivendicato negli scorsi giorno un attacco informatico al sito Agcom. Ma anche il portale “sito non raggiungibile” ha subito un attacco che ha causato numerosi problemi e, a detta dell’avvocato Fulvio Sarzana, si è rivelato un tentativo di raccogliere i dati di coloro che avevano sottoscritto una petizione contro la delibera (la petizione non era l’unica: una seconda raccolta di firme di Avaaz.org ha raccolto oltre 100mila adesioni).

Dopo le proteste e il montare della mobilitazione contro il bavaglio, l’Autorità ha fatto un piccolo passo indietro, facendo sapere che il sei luglio, giorno in cui è prevista la discussione della delibera, “non ci sarà nessuna approvazione definitiva” e che il provvedimento “sarà sottoposto ad una discussione pubblica”.

“Agcom risponde a tutto fuorchè agli interessi dei cittadini, ed è abituata a prendere le sue decisioni nell’ombra e sicuramente non si aspettava una mobilitazione così veloce sul web”, attacca Giulia Innocenzi, tra le promotrici della Notte della Rete e coordinatrice italiana di Avaaz.org. “Fonti interne – spiega – ci hanno detto che il sei luglio si pensava di votare la delibera: il fatto che ora si parli di “iniziare una discussione” è sicuramente una prima vittoria del movimento, ma dobbiamo comunque tenere alta la guardia perché potrebbero solo prendere tempo e votarla questa estate mentre gli italiani sono a mare. Noi chiediamo che la delibera va accantonata e basta”.

Secondo gli attivisti non è un caso che questo ultimo tentativo di mettere il bavaglio alla Rete arrivi dopo le amministrative e il referendum dove Internet ha dimostrato tutta la sua capacità di coinvolgere le persone su questioni che li riguardano direttamente e informare i cittadini ormai stufi del “minzo-giornalismo”. “Il potere ha paura di Internet – conclude Innocenzi – e in tutto il mondo stanno cercando di metterle un bavaglio come quello passato in Spagna o la proposta in discussione in Francia che è già stata apripista a riguardo. Sta ai cittadini difendere questo strumento cruciale per il futuro della democrazia. E, su questo, in Italia stiamo dimostrando tutta la nostra forza e la nostra caparbietà. Di sicuro, non ci fermeremo né ci fermeranno”.

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