Società

CONSOB, GRILLO FOR PRESIDENT

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E’ molto curioso, nell’infuocato ma sterile dibattito sull’authority del risparmio, vedere comparire sulla scena Beppe Grillo, il quale, con un anticipo di un anno (settembre 2002) aveva previsto il dissesto della Parmalat. Eppure è proprio così.

In una presunta cena con uno degli amministratori dell’azienda agricola, il comico genovese aveva capito la sostanza dei giochetti e della situazione finanziaria della società. E questo copre di ridicolo tutti coloro che hanno parlato di poteri investigativi, di strumenti di controllo e di chi più ne ha più ne metta.

Bastava andare a cena con chi sapeva bene le cose e indurlo a parlare. E che ci voleva? Se c’è riuscito un uomo di spettacolo, professori e grand commis avrebbero dovuto fare ben meglio.

Ed e’ sempre il comico a propinarci anche una lezioncina di gestione aziedale: se i debiti sono pari o superiori al fatturato (ricordate la vecchia IRI?), l’azienda è sull’orlo della bancarotta.

Ebbene: ci voleva tanto a controllare tutto ciò, signori banchieri, signori delle autorità di controllo, signori della Consob e della Banca d’Italia? E i vari vigilantes, nonché i tanti banchieri, hanno controllato e verificato quante situazioni analoghe al caso Parmalat esistono oggi in Italia?

Adesso non hanno più alibi, perché un comico (ma siamo sicuri che sia solo un comico?) li ha smascherati. Ma non basta. Gli amici di Grillo a “Striscia la notizia” hanno lanciato un messaggio in codice (non troppo difficile da decifrare) su un altro grosso gruppo quotato che potrebbe essere in una situazione simile a quella di Tanzi e hanno soggiunto, ridendo : “Ne parliamo tra due anni”.

I solerti patri custodi delle tasche dei risparmiatori e degli investitori hanno provveduto a fare qualcosa? Perché – adesso che il messaggio è lanciato – non potranno più difendersi scaricandosi il barile l’un l’altro, non potranno più dire che non sapevano.

Vista la mala parata di tutte queste belle istituzioni, diciamo che è opportuno allora provvedere a costituire un’authority di uomini di spettacolo, che vigili – con gli strumenti delle cene, del gossip, magari dei paparazzi a Via Veneto e di tutte le altre attività di cui sono capaci – sulla sicurezza dei nostri mercati finanziari.

La materia prima non manca. Una volta nominato Grillo presidente, si può pescare da Bulldozer, dal Bagaglino, da Zelig, eccetera eccetera, in misura equa tra le tv di stato e quelle di Berlusconi. Si può, ad esempio, pensare a un Bertolino, che vanta un passato di consulente aziendale, o a un Beruschi, che è stato direttore commerciale di un’azienda alimentare, per una carica di vicepresidente operativo; per passare a un Bisio o a un Lionello, che guidano squadre di comici di difficile gestione e che quindi potrebbero curare gli aspetti organizzativi, della nuova authority.

Ci vorrebbe ovviamente anche una presenza femminile, e qui Sconsolata sarebbe in notevole vantaggio sulla Guzzanti, ritenuta un po’ komeinista, a torto o a ragione. Da ultimo, un elemento nuovo, visto che si parla sempre più spesso di finanza innovativa, potrebbe essere l’attribuzione di un seggio a un esponente della comunità gay, come Gullotta.

*Fabrizio Tedeschi e´ editorialista di Panorama Economy. Consulente di grandi banche e gruppi finanziari, per otto anni e´ stato responsabile della Divisione Intermediari della Consob a Milano.

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