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Consob: fuga risparmiatori italiani dagli investimenti

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ROMA (WSI) – Fuga dei risparmiatori dagli investimenti finanziari. Da inizio 2010 a settembre 2012, complice la crisi e la sfiducia, gli investimenti finanziari sono crollati del 36% a 1.269,9 miliardi. Gli investimenti in azioni, obbligazioni, Btp e altri titoli, emerge dal bollettino della Consob, sono diminuiti di 715 miliardi.

LE RAGIONI – La ricchezza «investita in strumenti finanziari detenuta presso intermediari italiani» da parte della clientela retail, cioè da parte dai risparmiatori, è scesa da 1.985,7 miliardi a 1.269,9 in meno di due anni e mezzo (dal secondo trimestre del 2010 al terzo trimestre del 2012).

Un crollo a cui hanno contribuito principalmente due fattori: da un lato la crisi economica, che ha spinto i risparmiatori e le famiglie a disinvestire per procurarsi liquidità, dall’altro la probabile sfiducia per gli investimenti finanziari (la borsa era reduce dai minimi toccati nel marzo 2009) da parte di investitori rimasti scottati dal crollo dei mercati e preoccupati per gli scandali finanziari degli ultimi anni.

La fuga degli italiani non ha fatto prigionieri: gli investimenti in azioni italiane sono scesi da 279,6 a 101,5 miliardi (-63%), quelli in Bot e Btp da 431,9 a 265,4 miliardi (-38,5%), quelli in obbligazioni bancarie da 759,7 a 478,7 miliardi (-37%), quelli in bond corporate da 41,8 a 24,9 miliardi (-40%). In picchiata anche gli investimenti in azioni estere, scesi da 33,7 a 16,4 miliardi (-51%), e in titoli di stato esteri, da 74 a 41,2 miliardi (-44%).

C’è solo una classe di investimenti che si salva in questo «biennio nero»: quella degli Oicr (organismi di investimento collettivo), come i fondi comuni di investimento e le sicav (società di investimento a capitale variabile), la cui raccolta è aumentata da 312,7 a 321,9 miliardi.

Se le famiglie, pressate dalla crisi, hanno liquidato larga parte dei loro investimenti, altrettanto non hanno fatto gli investitori professionali, come società e fondi di investimento, fondi pensione, fondazioni, che invece hanno aumentato del 5,9% la loro esposizione (da 1.795,6 a 1.901,6 miliardi).

Un dato, questo, che considera anche gli investitori esteri che detengono titoli presso intermediari italiani. Diminuiscono di un quarto infine gli investimenti sul proprio portafoglio titoli di banche e sim: dai 245,1 miliardi del 2010 ai 184,6 miliardi al 30 settembre del 2012.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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