Le previsioni degli economisti di Consensus Economics anticipano un ulteriore peggioramento delle prospettive di crescita per l’Eurozona, in particolare per la Germania e l’Italia. La locomotiva d’Europa, secondo le previsioni del dicembre 2018, cede 0,4 punti di crescita rispetto a quelle dello scorso marzo, stimando una crescita dell’1,5% nel 2019.
Una previsione più bassa rispetto a quella della Francia e del complesso dell’Eurozona: entrambe viste +1,6%. Anche l’Italia ha subito una limatura assai pronunciata: se lo scorso marzo Consensus Economics intravedeva una crescita per il 2019 superiore all’1%, ora la stima si è ridotta al +0,7%. Il governo italiano, da parte sua, ha ridotto, in sede negoziale con l’Ue, le sue stime a una crescita 2019 all’1% (dal precedente +1,5%).
A giustificare l’ondata di revisioni al ribasso sono una serie di fattori internazionali come i timori legati al protezionismo americano e al possibile rallentamento complessivo dell’economica globale. Per la Germania, inoltre, le nuove regole sulle emissioni inquinanti dei veicoli avrebbero giocato un ruolo importante nel penalizzare la produzione industriale, ha dichiarato il capo economista per l’Europa di Oxford Economics, James Nixon.
Il quale ha anche affermato che l’Italia contribuirà al sostegno della domanda interna: “Ci si aspetta che la domanda interna si sostenga piuttosto bene nel 2019, visto che il potere d’acquisto dei consumatori è rinvigorito da inflazione più bassa, salari più alti e significativi tagli fiscali in Francia e Italia”.
La vera vincitrice fra le grandi economie Ue è però la Spagna, le cui previsioni hanno visto una limatura minima: il ritmo di crescita atteso da Consensus Economics per il 2019 supera il 2%.