Economia

Confindustria a Cernobbio: quale futuro?

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“La crisi è dietro di noi ma, dobbiamo stare attenti perché potremmo tornare in un attimo nel tunnel”

 Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria

Queste le parole del leader di Confindustria al workshop Ambrosetti a Cernobbio.

La parola d’ordine resta sempre una sola: crescita.

Le problematiche arcinote che vengono sempre a galla sono competitività e debito che in questi anni, sono state istradate su un percorso virtuoso, ma non ci si deve fermare.

Per il Governo presenti Maria Elena Boschi, sottosegretario a Palazzo Chigi, Claudio De Vincenti, ministro della Coesione territoriale e del Mezzogiorno, Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia.

E’ condiviso il punto di vista delle risorse limitate da destinare alla politica economica, quindi è fondamentale la selezione degli obiettivi e delle priorità. In primis campeggia il dato dell’altro giorno sull’occupazione giovanile che ancora latita e pertanto è li che servono ulteriori sforzi.

Ma emergono anche differenze tra la visione di Confindustria e quella del Governo.

Il Governo punta sulla decontribuzione strutturale per i neoassunti, Confindustria invece con particolare riferimento al sud Italia, punta soprattutto su un’operazione shock per ottenere subito un risultato.

Ma dai discorsi sono molti i riferimenti ai piani di Macron per lo sviluppo francese. In Italia ancora ancora l’impostazione è un pò diversa e Confindustria vorrebbe venisse implementato aldilà della legge di Bilancio e dei suoi vincoli, ma non emerge un chiaro punto di vista comune sul quale lavorare da subito, ma almeno ci sono le premesse. Occorre fare la quadra subito!

Anche in questa sede c’è il riferimento al debito italiano che in questi anni di QE, benchè sia stata fermata la sua esplosione con il controllo del deficit, non ha avuto una sostanziale riduzione.

Che cosa succederà con la fine del QE?

La risposta di Confindustria è chiara: “il QE finisce nel momento in cui c’e’ ripresa strutturale e deve agganciarla ad alto livello”. Il messaggio per Draghi è inequivocabile, la Germania è avvisata!

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