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Condannati onorevoli? Fino al 2018 si puo’. Ma Monti incassa la fiducia

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Sì dell’Aula della Camera sulla seconda delle tre fiducie poste a Montecitorio dal governo sul ddl anticorruzione. La seconda fiducia, riferita all’articolo 13 che definisce i reati di corruzione tra privati e di traffico di influenze è passata con 431 sì, 71 no e 38 astenuti. La votazione è stata palese, per appello nominale: ciascun deputato è passato davanti al banco della presidenza per esprimere ad alta voce il proprio voto.

L’ultimo voto di fiducia al governo, riferito all’articolo 14 del testo approvato dalle commissioni, è atteso in serata.

Il contenuto di questo articolo – pubblicato da Il Fatto Quotidiano – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Primo sì incassato dal governo sull’articolo 10 del ddl corruzione. A Montecitorio la prima fiducia è passata con 461 sì, 75 no e 7 astenuti. Oggi infatti è il giorno delle tre fiducie che il governo chiede sul tanto discusso disegno di legge o meglio su i tre articoli che hanno più fatto discutere i capi gruppo in commissione. Nonostante l’impegno del ministro della Giustizia Paola Severino non si era arrivati a un accordo e così oggi il ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, in aula alla Camera ha posto, a nome del governo, la fiducia sugli articoli 10, 13, e 14 del del disegno di legge, senza modifiche rispetto ai testi approvati in commissione.

Le dichiarazioni di voto sulla fiducia sull’art.10 (incandidabilità dei condannati) erano iniziate alle ore 12 con la chiama dei deputati. I lavori proseguiranno quindi con le dichiarazioni di voto sull’ articolo 13 (norme penali con nuovi reati come il traffico di influenze) verso le ore 15 e subito dopo l’inizio della seconda votazione di fiducia. Stesso iter per l’articolo 14 (corruzione tra privati). Dopo i voti di fiducia l’aula riprenderà l’esame ordinario degli articoli mancanti e il voto finale è previsto nella giornata di giovedì 14 giugno. Questa mattina i deputati si sono espressi sulle intenzioni di voto. No di Idv e Lega, Fli si astiene sul primo articolo. Pd e Pdl a favore.

Pro e contro

L‘Italia dei Valori voterà contro la fiducia posta sul ddl corruzione “perché non condivide le politiche di questo governo” che sono “lontane dalla gente” dice David Favia. Fli non parteciperà al voto di fiducia dell’articolo che delega il governo a disciplinare le incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche elettive e di governo a seguito di sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Futuro e Libertà voterà a favore nelle due successive votazioni fa sapere il capogruppo Benedetto Della Vedova: “la non candidabilità per le condanne in via definitiva entri in vigore da oggi, già quindi per le elezioni del 2013, non può essere una cosa in vigore dal 2018″.

Anche la Lega Nord non voterà la fiducia sull’articolo 10?perché ancora una volta questo governo ha dimostrato di non avere una maggioranza. Se ci fosse stata una maggioranza solida non sarebbe servito mettere la fiducia su una tematica così importante per il Paese” dice Matteo Bragantini, durante le dichiarazioni di voto. “Questo provvedimento è stato bloccato per cinque mesi a causa delle spaccature fra il governo e la maggioranza, dimostrando l’inconcludenza di un esecutivo che non sta facendo nulla per i cittadini e di una maggioranza piegata al volere dei tecnici. A questo Stato non servono i professori, ma cittadini che facciano politica con idee chiare e trasparenti”.

Nel Pdl Alessandra Mussolini fa sapere all’Aula che voterà “tre convinti no. Dite che non appartenete ai poteri forti ma siete voi i poteri forti – ha detto, rivolta al Governo – dimettetevi, non ne avete azzeccata una da quando vi siete insediati”. Il vice presidente vicario del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro e l’ex-ministro della Gioventù, Giorgia Meloni inviano a tutti l’ordine di scuderia pur con qualche mal di pancia. “Pur nella convinzione che questo provvedimento avrebbe avuto bisogno di un maggiore approfondimento e sarebbe potuto essere assai più incisivo di quanto invece risulterà per volere del governo, voteremo le tre fiducie di oggi, e invitiamo i colleghi a farlo, per non consentire a questo esecutivo la furbata di accusare il Popolo della Libertà di non avere a cuore il tema della lotta alla corruzione. Tema che proprio il Pdl, su proposta del segretario Angelino Alfano, ha posto per primo all’attenzione del parlamento”.

A favore c’è il Pd: “La politica deve essere sottoposta a norme precise di incandidabilità, sono passati 20 anni da Tangentopoli e questo paese non ha ancora norme” in questo senso “e ciò è abnorme”. Con l’articolo 10 del ddl sulla corruzione “mettiamo le mani su questo” dichiara all’Aula Oriano Giovannelli per il Pd. “Avremmo preferito non una delega, ma ogni compromesso trasparente che fa fare un passo avanti al sistema è benvenuto.

I ministri si assumono una grande responsabilità: garantire l’operatività dei decreti delegati prima delle prossime politiche. Questa legge è un passo avanti e questo passo avanti lo sottolineeremo con la fiducia”. Voterà la fiducia “per disciplina di partito, ma avrei preferito che la delega al governo fissasse un termine inferiore all’anno per la predisposizione del decreto legislativo attuativo” dice il democratico Dario Ginefra: “Mi auguro, cosi’ come peraltro auspicato a nome del gruppo nella dichiarazione di voto il collega Oriano Giovannelli, che tale decreto venga emanato in tempo utile per essere vigente in occasione delle prossime elezioni politiche”.

Voto a favore anche di Api. “Esprimiamo il nostro pieno appoggio all’articolo 10 della legge in base al quale non potrà essere più eletto, né ricoprire incarichi di governo chi ha avuto una condanna definitiva per reati gravi, come mafia e terrorismo, o come quelli contro la Pubblica Amministrazione. Restituisce credibilità alle istituzioni e sana un vuoto, dal momento che la norma già applicabile agli amministratori locali, non era invece prevista per i parlamentari. Avremmo preferito, tuttavia, che tali norme fossero ritenute applicabili sin dalle prossime elezioni senza dover attendere la delega al Governo – ha detto Donato Mosella, deputato di Alleanza per l’Italia – La corruzione ha radici profonde nei diversi apparati dello Stato, della società e dell’economia.

Una società infettata dalla corruzione e dal malcostume è una società che muore, che perde di vista il rispetto delle regole e dove ogni valore viene meno. Sulla base di tali considerazioni Alleanza per l’Italia voterà a favore della fiducia, una fiducia estesa non solo al singolo provvedimento in discussione, ma all’operato del Governo in un momento altamente critico per il nostro Paese”.

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Il contenuto di questo articolo – pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Roma – L’aula della Camera ha votato la prima fiducia al governo sul ddl corruzione, quella sull’articolo 10 del provvedimento, sull’incandidabilità dei condannati. I voti a favore sono stati 461, 75 quelli contrari, 7 gli astenuti. Il governo Monti ha chiesto la fiducia anche su altri due articoli, su cui si sono concentrati i mal di pancia dei principali partiti di opposizione, l’articolo 7 e l’articolo 13 del ddl. Il primo prevede l’impossibilità di fare contratti con enti pubblici per chi è condannato per reati contro la pubblica amministrazione, come la concussione o la corruzione. Il secondo include l’aumento, voluto dal Pd, delle pene, nel minimo e nel massimo, per la corruzione. «Il provvedimento sulla corruzione ha avuto una lunga fase di dialogo nelle commissioni riunite – ha detto nei giorni scorsi il ministro della giustizia Paola Severino -. C’è stato un dibattito molto ampio, il rispetto per il Parlamento c’è stato tutto e finchè è stato possibile andare avanti con il dialogo, senza che ci fossero nette contrapposizioni politiche, ho cercato di farlo». La fiducia insomma è arrivata come «unico strumento per portare avanti il provvedimento che tutti giudicano importante. Un mezzo anche costruttivo» ha spiegato il ministro.

L’INCANDIDABILITA’ DEI CONDANNATI – L’articolo 10 che ha passato l’esame della fiducia ricalca il testo uscito dalla commissioni Affari costituzionali e Giustizia e stabilisce che il Governo è delegato ad adottare, entro un anno, un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, oltre che per qualsiasi altra carica elettiva di enti regionali o locali, e per le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, aziende speciali e comunità montane.

LE VOTAZIONI – Fli non ha partecipato al primo voto di fiducia, votando a favore invece nelle due successive votazioni. Il Pdl invece ha votato sì «per responsabilità»: «Non ci sottraiamo alla nostra responsabilità – ha spiegato il deputato del Pdl Enrico Costa anche se, ha aggiunto – invece che la fiducia avremmo preferito il dibattito: eravamo vicini a un traguardo storico col ddl presentato da Alfano». Il partito democratico ha dato il suo ok: «Questa legge è un passo avanti e questo passo avanti lo sottolineeremo con la fiducia». Ancora in corso le votazioni per la seconda fiducia.

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