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Con o contro Beppe Grillo? Il dilemma di Di Pietro e Idv

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Roma – Canis canem non est. La nuova strategia di Antonio Di Pietro sembra collegata all’adagio latino. L’ex pm, dopo i risultati delle elezioni amministrative, si è seduto a tavolino e ha fatto due conti: con il nemico. E ha capito che è meglio non tentare di cannibalizzare un suo simile: cioè Beppe Grillo. Cane non mangia cane, appunto.

E dunque, dopo aver lanciato il primo sasso preventivo il 2 maggio scorso (“Non mi sentirete mai pronunciare parole contro Beppe Grillo, perché i mali del Paese non vengono da chi protesta, ma oltre alla contestazione, noi dell’Idv vogliamo costruire un’alternativa partendo dalla foto di Vasto”), dati alla mano, Tonino ha capito: il comico genovese pesca nel suo stesso elettorato, quindi è meglio coalizzarsi che farsi la guerra.

E così, ecco che l’8 maggio, all’indomani delle votazioni comunali, il leader Idv comincia a modificare le sue dichiarazioni rivolte a Grillo. E all’ipotesi di una alleanza con il Movimento 5 stelle risponde: “È come se mi chiedessero se voglio sposare la Schiffer. Bisognerebbe chiedere prima alla Schiffer se vuole sposarsi con me”.

Insomma, il paragone con la Schiffer contiene di per sé un complimento a cui Di Pietro accompagna una chiarificazione del suo pensiero: “Se i Cinque Stelle diventassero una forza di governo, potremmo valutare caso per caso le loro proposte. Al momento lavoriamo per riproporre e rafforzare l’alleanza con il Pd e Sel, non contro Grillo, ma con un un nostro programma con una guida sicura”.

La verità è che neanche Di Pietro ha capito cosa convenga fare. Se continuare a puntare davvero sulla vetusta (e mai realizzata a livello nazionale) foto di Vasto o se sbianchettare la faccia di Bersani e sostituirla con quella di Grillo.

Da non sottovalutare poi la terza via. Quella proposta dai redivivi Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero: “Con Vendola e Di Pietro al 20%, battiamo Grillo e cambiamo i rapporti di forza col Pd”, hanno assicurato i due leader comunisti.

Di alternative Di Pietro ne ha diverse. Il punto è capire che strategia utilizzare con Grillo (che potrebbe trasformarsi in suo acerrimo nemico ma al contempo in suo valoroso alleato catalizzatore di consensi). E su questo l’ex pm non ha proprio le idee chiare. Spara un colpo al cerchio e uno alla botte. Un giorno strizza l’occhio al comico, un altro lo bacchetta.

L’11 maggio scorso, Di Pietro dichiarò: “Noi dell’Idv abbiamo sempre offerto un’alternativa di governo. La mera protesta non ci interessa perché dal giorno dopo l’Italia finirebbe per essere governata dall’irrazionalità, dall’insipienza politica e solo dalla voglia di sfasciare tutto. Col risultato che così nascono le dittature… dall’anarchia”.

Non proprio parole di miele per Grillo. Tornando poi un po’ indietro nel tempo, il 26 aprile scorso Tonino tracciava un solco e spiegava la differenza (l’unica?) tra lui e Grillo così: “C’è una sola differenza: io critico ma voglio costruire un’alternativa, lanciare un modello riformista e legalitario. Lui invece mira a sfasciare tutto e basta”.

Parole che hanno scatenato la rabbia e la delusione del comico, il quale sul suo blog scriveva amareggiato: “Le parole di Tonino mi lasciano sbigottito. Spero che sia stato un lapsus. Da lui, proprio da lui, non me le aspettavo”.

Infine oggi il nuovo capitolo. “La mia proposta è di vedere cosa sanno fare nel merito quelli che protestano, perché contestare non basta. Possiamo fare un elenco di personaggi che nella critica sono stati capaci, ma non altrettanto nella costruzione. Grillo deve trovare punti di incontro con altre forze per avere la possibilità di operare, non solo di blaterare. Molto spesso costruiamo aspettative verso persone che non valgono niente. Nel caso del Movimento 5 Stelle bisogna valutare caso per caso, perché ci sono persone valide ma anche venditori ambulanti”, ha spiegato Di Pietro, intervenendo a Brontolo, su Rai Tre.

Aggiungendo poi la sua definizione di antipolitica: “Il problema non sono i comici che si mettono a fare i politici, ma i politici che si mettono a fare i comici.

L’antipolitica è coloro che sono nelle istituzioni e le utilizzano per fini propri”. La solita strategia del bastone e della carota, appunto. Ma adesso per Grillo c’è più carota che bastone.

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