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COME SCOMMETTERE SUGLI INDICI DI BORSA

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – A partire dal 24 aprile il segmento degli investment certificates di classe B del Sedex si è arricchito di una nuova emissione, che data la particolarità dell’opzione offerta, merita di essere analizzata attentamente. Il certificato è un Bonus Rebound, variante del più classico dei Bonus, indicizzato alle performance dell’indice Dj Eurostoxx 50. Caratterizzato da una durata di cinque anni, il certificato emesso da Abn Amro riconoscerà a scadenza un rendimento minimo del 30% se l’indice non avrà mai violato nel corso dell’intera vita del prodotto, una barriera di prezzo fissata al 53% del livello di riferimento iniziale.

Il premio Bonus è tuttavia da considerarsi minimo, perché se l’indice registrerà un progresso superiore al 30%, la performance verrà riversata in toto sui 100 euro nominali. Applicando queste regole di rimborso ai livelli già stabiliti in fase di emissione si ottiene che a scadenza si riceveranno 130 euro di rimborso minimo se l’indice delle 50 blue chip europee non avrà mai toccato il livello di 1949,42 punti ( per ritrovare l’indice a questo livello è necessario tornare indietro di cinque anni e precisamente a quel mese di marzo 2003 che ancora oggi identifica il punto di partenza del ciclo rialzista che ha riportato in 4 anni gli indici globali sui massimi del 2000).

Qualsiasi livello finale compreso tra la barriera e i 3678,16 punti dello strike produrrà dunque un rendimento annualizzato del 6%. Rendimento che potrà solamente crescere se l’indice si troverà in chiusura di seduta del 4 febbraio 2013 ad un livello superiore allo strike. Fin qui è stato descritto il meccanismo di rimborso di un certificato che impegna l’investitore per cinque lunghi anni e che , considerando i dividendi a cui si rinuncia, non promette un adeguato premio di rendimento minimo ( sebbene la distanza a cui è stata fissata la barriera possa essere considerata ampia).

Ma veniamo alla peculiarità di questa nuova tipologia di Bonus, espressa anche dal nome con cui viene presentato: grazie al meccanismo Rebound, questo certificato permette di sfruttare l’eventuale rimbalzo che l’indice sottostante dovesse riuscire a piazzare dopo aver violato la barriera. Lo scenario peggiore a cui si va incontro quando si investe su un certificato Bonus è quello che si materializza nel momento in cui il sottostante tocca la barriera: con effetto immediato il certificato perde l’opzione Bonus e si trasforma in un semplice clone del titolo o indice sottostante.

Nella pratica, se dopo aver toccato la barriera, il sottostante resta a scadenza in territorio negativo rispetto all’emissione, si subisce in conto capitale una perdita commisurata all’effettiva performance realizzata dal sottostante. Nel caso in cui invece il sottostante riesca a recuperare il proprio livello iniziale e a tornarci al di sopra, si partecipa linearmente alla performance positiva. In questi primi mesi del 2008 sono stati oltre 100 i certificati Bonus che hanno subito l’evento barriera: per molti di questi, il livello che ha fatto scattare il knock-out ( così viene definito tecnicamente l’evento barriera) è stato toccato dai rispettivi sottostanti in occasione dell’ultimo violento ribasso di metà marzo. Ma da quei livelli il rimbalzo è stato corale e corposo: oltre il 10% per gran parte degli indici con punte del 20/25% per alcuni titoli. Ai possessori dei Bonus ormai diventati dei classici benchmark è rimasto solo l’amaro in bocca e la speranza che da qui in avanti il sottostante riesca a recuperare il proprio livello iniziale.

Si diceva che è nella parte relativa all’evento barriera che questo Bonus Rebound offre il meglio di sé. Se dopo che è stato toccato il livello barriera, il sottostante rimbalza e termina a scadenza ad un livello superiore, il recupero viene riconosciuto, addirittura in misura doppia, sulla parte di capitale non intaccata dalle perdite. Il meccanismo di rimborso in caso di rimbalzo dalla barriera è solo apparentemente complesso.

Aiutandoci con i livelli che caratterizzano questa emissione ipotizziamo un evento barriera, e quindi una discesa del Dj Eurostoxx 50 fino ai 1949 punti, alla fine del 2009. Dopo aver perso oltre il 53% l’indice riuscirà a recuperare e finirà a scadenza, il 4 febbraio 2013, a 3000 punti, in ribasso di circa il 19% dall’emissione. Il rimborso di un Bonus classico verrebbe quindi calcolato sulla base del -19% subito dall’indice e quindi ammonterebbe a 81 euro. Il Bonus Rebound invece fotograferà il rimbalzo in termini assoluti calcolandolo su base 100 euro ( di capitale), e quindi nell’ipotesi formulata lo quantificherà in 28 euro ( pari a 81 euro finali – 53 euro relativi alla barriera). A questo punto moltiplicherà per la leva fissa del 200% i 28 euro di rimbalzo e li sommerà ai 53 euro “protetti” dalla barriera e il risultato finale sarà pari a 109 euro. A fronte di una perdita netta dell’indice del 19%, anche nel peggiore degli scenari, ovvero in caso di evento barriera, questo Bonus così concepito, permetterà di tornare in possesso del proprio capitale e di conseguire perfino un guadagno.

Riassumendo quindi il rischio più evidente è legato all’evento barriera: nel caso in cui questa venga violata e soprattutto che non venga recuperata, a scadenza si parteciperà 1:1 alle perdite dell’indice. Inoltre non può essere trascurata la rinuncia a cinque annualità di dividendi, che sull’indice Dj Eurostoxx50 corrispondono ad oltre 16 punti percentuali complessivi.
Sotto il profilo dei vantaggi invece, l’opzione di partecipazione al rimbalzo del sottostante a seguito dell’evento barriera è un’innovazione da valutare positivamente.

Paradossalmente per effetto del meccanismo di partecipazione in leva 200% al rimbalzo, potrebbe essere auspicabile un evento barriera nella prima metà della vita del certificato in modo da poter godere ancora di tempo sufficiente per recuperare il livello iniziale e terminare in terreno positivo. Ipotizzando un +20% a scadenza, si riceverebbero 130 euro di rimborso in caso di barriera inviolata e ben 187 euro con la barriera raggiunta.

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