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Come salvare l’euro: per Paulson e’ tutta questione di liquidita’

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New York – Bene le misure di consolidamento fiscale, ma non bastano. Dalle colonne del Financial Times, il magnate americano John Paulson, tra i maggiori gestori di fondi hedge, applaude le decisioni adottate la scorsa settimana dal Consiglio d’Europa, ma avverte: “Senza un sistema di protezione in grado di garantire liquidità nel breve termine, l’Europa non riuscirà ad evitare il disastro”.

Per riportare la calma sul mercato obbligazionario, il finanziere americano suggerisce al Vecchio Continente di seguire la lezione americana dopo il fallimento di Lehman Brothers. In pratica, secondo Paulson la Bce dovrebbe considerare l’ipotesi della creazione di un programma di garanzia del debito sovrano sul modello del Temporary Liquidity Guarantee Program, canale di rifinanziamento a cui hanno attinto le istituzioni americane per evitare il default.

Paulson ricorda che gli sforzi finora fatti dalle istituzioni europee si sono dimostrati tutti poco efficaci. L’acquisto da parte della Bce di una parte dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo e Irlanda per un ammontare di 208 miliardi di euro non ha risolto il problema. Per non parlare del Fondo europeo di stabilità finanziaria: la recente vendita di 3 miliardi di bond ha dovuto fare i conti con una domanda a dir poco tiepida.

Nel frattempo – ricorda Paulson – il sistema bancario europeo resta sempre sotto pressione. Mentre non si attenuano le paure di un downgrade da parte di Moody’s e Standard&Poor’s sulla Francia e sull’intera eurozona. Al momento il giudizio sulla qualita’ del credito di Parigi e’ al top: tripla A.

Per uscire dall’impasse in cui è finita l’Europa, Paulson suggerisce dunque l’adozione di un Programma di garanzia per i debiti sovrani in cui la banca centrale europea svolga il ruolo da prestatore di ultima istanza.

“Si tratterebbe di un programma di rifinanziamento al tasso fisso dell’1%, che metterebbe l’Italia, la Spagna (e altri paesi se necessario) nelle condizioni di ripianare il proprio debito a tassi di interesse ragionevoli”. In questo modo il costo che Madrid e Roma dovranno pagare per prendere denaro a prestito scenderebbe intorno al 4%.

Si tratterebbe – in conclusione – di un programma della durata di 2-10 anni da portare avanti insieme a un ampio piano di riforme strutturali obbligatorio per i paesi coinvolti.

Paulson se ne intende della crisi attuale. L’investitore e l’area euro hanno infatti molto in comune: entrambi vengono da un anno di risultati disastrosi.