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COME SALTARE
IL MURO DEL 3%

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(WSI) – Guadagnare mezzo punto più del Btp decennale, che oggi non va oltre il 3% netto. Senza far esplodere il rischio di portafoglio. Un obiettivo possibile per i risparmiatori anche in epoca di bassi tassi d’interesse. Perché 50 centesimi di punto, secondo la casa d’investimento tedesca Union Investments, sono proprio l’ammontare medio degli extrarendimenti offerti dalle obbligazioni societarie investment grade , vale a dire adatte anche ai portafogli degli investitori avversi al rischio. Un decennale come Allianz Finance , un rating di tutto rispetto pari a una singola A, rende per esempio il 3,98%. Un nome come Volkswagen a scadenza maggio 2013, rating A-, offre un apprezzabile 4,01%. Mentre su durate più brevi l’emissione del gruppo editoriale Reed Elsevier , ancora A- di rating, con scadenza luglio 2008 offre un generoso (dati i tempi) rendimento del 2,95%.

E, se si accetta di salire lungo la scala del rischio (sempre rimanendo su obbligazioni investibili per i piccoli risparmiatori), si può spuntare un 4,26% su un titolo con rating tripla B come l’emissione decennale di Assurances Générales de France . O anche un 4,43% per un altro nome tripla B, quello dell’italiana Finmeccanica , azienda che attraversa una fase di mercato particolarmente favorevole.
Sono dunque soltanto rose quelle che fioriscono nel giardinetto delle emissioni societarie? La realtà non è così semplice, sebbene i gestori abbiano del comparto una opinione sostanzialmente favorevole. «La qualità del mercato dei corporate bond è migliorata nel corso degli ultimi due anni. Di contro i differenziali di rendimento si sono ristretti e sono a livelli molto bassi, compresi fra i 30 e i 100 centesimi di punto», afferma Eric Brard , responsabile del mercato del reddito fisso in Société Générale.

«Il segmento corporate è sostenuto dal miglioramento dei bilanci aziendali, ma anche da fattori di tipo tecnico come un basso livello dei tassi di interesse e una minore volatilità dei mercati azionari», afferma lo studio di Union Investments.

«Sebbene lo scenario di fondo del mercato sia improntato alla stabilità, non è il caso di aumentare il peso di portafoglio delle obbligazioni societarie perché il rapporto fra rischio e rendimento è poco invitante», avverte tuttavia Gianluca Ferretti , responsabile dei mercati obbligazionari in Bipiemme sgr. E secondo il gestore, in un portafoglio interamente obbligazionario, la percentuale dei corporate bond non dovrebbe superare la quota del 20-25% del totale per un profilo di rischio medio. E scendere addirittura intorno al 10% in un portafoglio obbligazionario prudente.
Molto importante, secondo i gestori, è la scelta del comparto della società emittente. «In questo momento siamo più impegnati a livello europeo su banche, assicurazioni e telecomunicazioni. Siamo decisamente più cauti sugli industriali e le auto, mentre sottopesiamo le utilities e il settore dei beni di consumo», afferma il gestore di Société Générale Marie Anne Allier.

Il giudizio favorevole alle banche (ma più tiepido verso le assicurazioni) è condiviso da Ferretti, secondo cui «in questa fase è particolarmente interessante il debito subordinato bancario, denominato dagli specialisti Lowe Tier 2, che ha tagli accessibili ai piccoli risparmiatori, talvolta di appena mille euro».

Tra le emissioni indicate dal gestore il bond Banca Intesa con scadenza maggio 2009 (callable) e cedola del 5,85%, che alle attuali quotazioni rende il 3,1%. «Oppure, se si vuole rischiare di più, un titolo a breve termine come il titolo a scadenza giugno 2007, a tasso variabile Libor » 35, emesso dalla Banca Popolare dell’Emilia , un rating tripla B, la cui prossima cedola sarà pari al 2,6%».

Sul versante delle banche minori (oltre a quello dei nomi primari indicati nella tabella) Société Générale indica il gruppo olandese Achmea Holding , forte nei crediti ipotecari, un rating tripla B», che per un’emissione con scadenza luglio 2008 offre un rendimento del 3,5%.
Mentre chi vuole una cedola più elevata deve andare su obbligazioni telefoniche a lunga scadenza, come la France Télécom gennaio 2033, o il bond Telecom Italia di pari durata, che offrono il 4,71% e il 4,81% rispettivamente. «Questi sono i due titoli che preferiamo nel comparto delle telecomunicazioni», afferma Allier.

Ma scadenze tanto lunghe sono considerate inadatte al portafoglio di un piccolo risparmiatore. Che secondo Gianluca Ferretti «farebbe bene a non avventurarsi su durate superiori ai cinque anni, soprattutto nell’attuale fase di bassi tassi di mercato». E fra i titoli telecom favoriti dal gestore abbiamo il bond Telecom Italia a scadenza 30 luglio 2009 (ex Tecnost ) che con una cedola del 6,575% paga ai prezzi attuali il 3,37%.
Più rischiose le emissioni del comparto automobilistico, che proprio per questo offrono rendimenti più interessanti. Fra le varie possibilità gli esperti di Société Générale segnalano il bond Gmac (la finanziaria di General Motors), a scadenza luglio 2008, che offre il 4,8%. Oppure, tra i media l’emissione di Vivendi Universal con scadenza 2012, un rendimento del 3,85% «che potrebbe avere un interesse di tipo speculativo».

Altrimenti, per chi non vuole speculare ci sono le utilities, considerate da Union Investments «un investimento stabilizzatore grazie al basso livello di rischio che comportano».

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