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COME MANDARE
A PICCO UNA BORSA

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(WSI) – Non c’è pace per la Borsa thailandese. Già affossata a dicembre da una manovra azzardata della banca centrale per limitare i flussi internazionali di capitale, la piazza di Bangkok è tornata sui minimi dopo che il governo ha stretto le maglie in materia di investimenti provenienti dall’estero. Il Set (Stock Exchange of Thailand) ieri ha chiuso a 616,75 punti, il minimo da agosto 2004.

Le vendite sono scattate dopo una modifica legislativa voluta dal governo, che limiterà al 50% la proprietà straniera in alcune delle principali aziende del Paese: un tetto che vale non solo per le quote di partecipazione azionarie ma anche per il semplice diritto di voto. La normativa, cui le imprese straniere devono adeguarsi entro 12 mesi, si applica ad aziende che operano in settori ritenuti importanti per la sicurezza nazionale o che hanno un impatto sull’utilizzo delle risorse naturali del Paese. Settori non ancora specificati, ma che potrebbero essere, verosimilmente, telecomunicazioni, agricoltura e industria estrattiva.

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Lo scorso mese la Borsa aveva subìto un altro scossone (meno 14% in un giorno, a 622 punti) dopo che la banca centrale aveva adottato un provvedimento che mirava a frenare la speculazione sulla moneta locale, il baht. Le banche, in pratica, erano autorizzate a trattenere per un anno, depositandolo presso la banca centrale, il 30% di ogni tipo di investimento proveniente dall’estero che non fosse legato allo scambio di merci. In sostanza, tutte le attività finanziarie.

In quel caso, però, l’immediata reazione negativa del mercato aveva indotto la banca centrale a bloccare il provvedimento 24 ore dopo l’annuncio. Sulle novità annunciate di ieri, invece, non c’è stata marcia indietro. Tra le società più penalizzate in Borsa ci sono state quelle a maggior capitalizzazione, come la petrolifera Ptt, il colosso delle costruzioni Siam Cement e l’operatore telefonico True Corp.

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