Economia

Come difendersi dal telemarketing selvaggio

Il Garante della Privacy ha confiscato le banche dati – contenenti migliaia di nomi con i relativi numeri di telefono – di potenziali clienti a quattro diverse società. L’accusa è quella di aver praticato del telemarketing selvaggio.

Siamo davanti al primo caso nel quale la Guardia di Finanza ha operato un blitz di questa portata, il cui scopo è quello di andare a bloccare una pratica molto invadente e spesso illegale, quella del telemarketing selvaggio. Con questa operazione è stato colpito anche il cosiddetto sottobosco delle aziende che operano nel settore, con delle sanzioni per le società coinvolte.

Telemarketing selvaggio, l’azione mirata

Il Garante della Privacy scende in campo per difendere gli utenti dal telemarketing selvaggio. Sono state confiscate, per la prima volta in Italia, le banche dati di alcuni call center e, attraverso delle sanzioni dirette, è stato colpito il sottobosco delle società coinvolte.

I Finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma in collaborazione con i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona hanno effettuato un’ampia operazione con la quale sono stati notificati alcuni provvedimenti del Garante della Privacy. L’operazione ha portato alla confisca delle banche dati che alcune società utilizzavano. Queste società stavano svolgendo delle attività illecite nel campo del telemarketing illegale.

Tutte le società coinvolte nell’operazione sono state multate e per due di queste sono arrivati dei provvedimenti di confisca, che hanno sottratto la base di dati che venivano utilizzati per effettuare le varie attività illecite.

Il Garante della Privacy ha sottolineato che “l’utilizzo dello strumento della confisca è il segno di un’ulteriore innalzamento della strategia di contrasto da parte dell’Autorità, che, da un lato, sta collaborando attivamente con gli operatori virtuosi del settore per la definitiva approvazione di un codice di condotta, ma, dall’altro, non riduce la propria attività di controllo e repressione del telemarketing illegale”.

Come difendersi dalle telefonate indesiderate

Ormai il teleselling ed il telemarketing sono delle pratiche diffuse in molti call center. Il rischio, per chi riceve queste chiamate, è quello di cadere, inconsapevolmente, vittima di una truffa o di sottoscrivere un contratto non vantaggioso. Il rischio di trovarsi in una situazione imbarazzante è più diffuso di quanto si possa immaginare.

Le società che gestiscono i vari call center stanno diventando sempre più agguerrite: il motivo di questa aggressività è il tentativo di aumentare i guadagni. Per questo motivo addestrano i loro dipendenti perché riescano a portare a casa il numero più alto di contratti nel corso delle ore di lavoro.

Ma che cosa si intende per telemarketing selvaggio? Con questa espressione si fa riferimento a tutte quelle attività promozionali o di vendita che vengono effettuate telefonicamente. Molte aziende, per questo servizio, si appoggiano a call center esterni. I problemi sorgono, e fanno diventare selvaggio il telemarketing, quando non diventa chiaro chi stia chiamando e per conto di chi l’utente è contattato. L’ignara vittima riceve una telefonata pensando di essere stato contattato dal proprio fornitore di elettricità o di gas di fiducia e poi si ritrova ad aver cambiato gestore della bolletta dell’elettricità.

Il rischio di cadere in una truffa è molto alto. Quando si ricevono delle chiamate è sempre opportuno essere prudenti e stare attenti alle risposte che si forniscono. Ma come si fa a difendersi? Arera e Agcm hanno fornito alcuni consigli pratici per difendersi, nel momento in cui arriva una chiamata da un call center. Eccoli:

  • chiedere sempre informazioni su chi sta chiamando. Questa è un’informazione che l’operatore è costretto a fornirti per legge;
    non si è costretti a chiudere un contratto per telefono. Si ha diritto a chiedere tutte le informazioni necessarie per effettuare una scelta, ma non a chiudere il contratto;
  • nel momento in cui ci si lascia condizionare dall’operatore si ha perso in partenza;
  • è sempre importante chiedere il prezzo effettivo dell’offerta.

Gli utenti hanno la possibilità, inoltre, di registrarsi al registro pubblico delle opposizioni. Questo strumento permette agli utenti di opporsi alle chiamate di telemarketing indesiderate. L’iscrizione annulla anche i consensi precedentemente rilasciati, tranne quelli che saranno autorizzati dopo l’iscrizione e quelli con i soggetti con cui si ha un contratto (per esempio i gestori delle utenze). Con il nuovo servizio l’operatore deve consultare mensilmente il RPO e comunque prima di svolgere le campagne pubblicitarie tramite telefono. L’opposizione può riferirsi anche alla pubblicità cartacea, nel caso l’indirizzo sia presente negli elenchi telefonici pubblici.