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Coma profondo: scoperto nuovo tipo attività celebrale

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NEW YORK (WSI) – Se il cervello di un paziente non risponde più alle macchine, viene solitamente considerato all’ultimo stato di un coma. Nuovi studi però hanno svelato che ci potrebbe essere un’ulteriore stato, e che potrebbe ancora dare una speranza.

L’esperimento è stato effettuato su un paziente in coma indotto da farmaci e dopo su successivi esperimenti sui gatti. I ricercatori hanno scoperto che somministrando una dose maggiore di farmaci, il cervello aveva mostrato qualche forma di attività minima.

Generalmente a seconda della fase del coma in cui uno si può trovare, le forme dell’onda dell’elettroencefalografia (EEG) possono essere alterate. Più è profondo, più vi è una linea piatta, invece di un’onda.

Questo nuovo studio però, come detto, dimostra che vi è una forma ancora più profonda di una linea piatta e durante questo stato di coma, si potrebbe riuscire a far riprendere vita all’attività corticale.

Si tratterebbe di onde elettriche chiamate Nu-complexes, che hanno origine in una regione profonda del cervello chiamata ippocampo, e poi diffusa in tutta la corteccia, lo strato più esterno del cervello.

I nuovi risultati, provenienti da una osservazione fortuita su un paziente che era in coma profondo, hanno mostrato questa particolare forme d’onda inspiegabile.

Utilizzando farmaci anestetici, i ricercatori hanno ricreato lo stato del paziente nei gatti. Quando i gatti hanno raggiunto la nuova fase, i ricercatori hanno aumentato la dose dell’anestetico, e hanno osservato un riemergere dell’attività cerebrale.

I risultati ora potrebbero avere un potenziale terapeutico, secondo i ricercatori. Riducendo l’attività del cervello e rallentando il suo metabolismo, un coma indotto potrebbe aiutare a proteggere il tessuto nervoso.

Tuttavia è plausibile che lunghi periodi di completa inattività potrebbero comportare la perdita di connessioni tra i neuroni. Ma uno stato di coma, come quello scoperto nei nuovi esperimenti, può proteggere il tessuto neurale, in quanto mantiene una certa attività minima in tutto il cervello.