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CINA: VERSO PRIMO DEFICIT DI BILANCIO COMMERCIALE

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Per la prima volta in sei anni la Cina potrebbe registrare il suo primo deficit nella bilancia commerciale. Tutta colpa dell’impennata delle importazioni, in primis di materie prime e generi al consumo. Si indebolisce cosi’ la tesi sostenuta dagli States, secondo cui il Sole Levante controlla volutamente la valuta (impedendone un apprezzamento) per trarre vantaggio dalle esportazioni.

A marzo, probabilmente le importazioni supereranno di $390 milioni il valore dei prodotti finiti al di fuori dei confini locali. Il tutto dopo un surplus di $7.6 miliardi registrato nel mese precedente. Nel dettaglio, le esportazioni potrebbero registare un +26.9% a marzo rispetto un anno fa, dopo un +45.7% registrato nel mese precedente. Le importazioni potrebbero invece esser cresciute del 55.7% contro un +44.7%.

Alla vigilia della pubblicazione del dato e’ questa l’opinione degli esperti, convinti che i prezzi delle commodity siano destinati a salire se le loro previsioni verranno confermate.

“La Cina ha svolto un ruolo determinante nella ristrutturazione degli squilibri globali”, ha detto Michael Buchanan, capo economista per l’area Asia-Pacifico di Goldman Sachs con sede a Hong Kong ed ex Fmi. Per l’esperto, ogni effetto legato all’apprezzamento dello yuan “sara’ limitato dal cambiamento nella bilancia commerciale”.

La Cina ha mantenuto fisso il cross yuan/dollaro a quota 6.83 dal luglio 2008, con l’obiettivo di spingere le esportazioni durante la maggior contrazione degli scambi commerciali dalla seconda guerra mondiale. E’ per questo che il governo e’ stato piuttosto riluttante a rimuovere le misure di emergenza nonostante la crescita fosse in ripresa. Il governatore della banca centrale Zhou Xiaochuan, in un intervista dello scorso 23 marzo, disse che nel paese ci si voleva assicurare che il mondo non fosse “protagonista di unaripresa a W, con una frnata dell’economia dopo una ffase di ripresa”.

La visita ieri del segretario al Tesoro Geithner ha aumentato le speculazioni che il controllo dello yuan possa essere allentato. Un cambio della politica valutaria da parte della Cina e’ “imminente” secondo Ben Simpfendorfer, economista di Rbs con base a Hong Kong che ha parlato oggi hai microfoni di Bloomberg. Anche l’ex sottosegretario al tesoro Usa Timothy Adams si dice convinto che la nazione potrebbe presto muoversi in modo tale da permettere un apprezzamento dello yuan contro il dollaro.

Il modello che potrebbe essere adottato e’ quello seguito nel luglio del 2005, quando allo yuan fu permesso di crescere del 2.1%. Secondo Goldman Sachs il range di fluttuazione potrebbe essere dello 0.5%

Il deficit commerciale e’ destinato a continuare? La risposta e’ no, almeno per Peng Wensheng, capo della divisione ricerche sulla Cina di Barclays Capital a Hong Kong. “Il deficit e’ temporaneo. Le esportazioni saliranno nel resto dell’anno e ci aspettiamo che la bilancia commerciale torni positiva a partire dal secondo trimestre”, ha riferito.