
ROMA (WSI) – Per la terza volta dallo scorso novembre, ovvero in sei mesi, la Banca centrale cinese ha tagliato il suo tasso benchmark. Il taglio è stato di 25 punti base al 5,1%. Ridotto di 25 punti base anche il tasso sui depositi a un anno, che è stato portato così al 2,25%.
Timori delle autorità per il rallentamento dell’economia cinese, che nel primo trimestre del 2015 ha visto il Pil salire del 7%, al tasso più basso dal 2009, ovvero dai tempi della crisi finanziaria. La borsa di Shanghai ha reagito alla notizia con un rialzo +2,70%, dopo aver sofferto, la scorsa settimana, la perdita peggiore su base settimanale dal luglio del 2010, in calo -5,3%.
“Al momento, il ritmo della ristrutturazione del paese sta accelerando il passo e la fluttuazione della domanda esterna è relativamente sostenuta. L’economia della Cina sta ancora affrontando pressioni al ribasso relativamente grandi”, ha fatto notare la People’s Bank of China.
In una nota gli analisti di Barclays hanno scritto che “la Cina potrebbe tagliare i tassi di altri 50 punti base nel terzo trimestre, al fine di stabilizzare la crescita: e ciò metterà sotto pressione gli utili del settore bancario, ma sarà positivo sui corsi azionari a causa dei minori rischi di hard landing (atterraggio duro).