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Cina rottama vecchia guardia: Hu Jintao farà passo indietro

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Pechino – I clamori per la vittoria di Barack Obama sono lontani da Pechino. Qui nella Grande Sala del Popolo di Piazza Tienanmen, tra immense misure di sicurezza e un silenzio surreale i 2.268 delegati arrivati da ogni angolo del Paese dovranno scegliere il nuovo leader. Senza clamori, si è aperto in mattinata il XVIII Congresso del Partito Comunista Cinese. Ma il suo eco è destinato a segnare a lungo la politica cinese.

Per la Cina si tratta, infatti, dell’appuntamento politico più importante del decennio: segna la fine dell’amministrazione del presidente Hu Jintao e del premier Wen Jiabao. Giovedì prossimo si conosceranno i nomi e i volti dei leader incaricati di guidare la Nazione fino al 2022, anche se secondo i ben informati gli accordi essenziali dovrebbero essere già chiusi. Dal Wall Street Journal e al New York Times le indiscrezioni si rincorrono e concordano: hanno svelato a giugno il patrimonio milionario di Xi Jinping.

E non l’hanno fatto a caso. Salvo colpi di scena, sarà lui il predestinato, il nuovo numero uno del Partito, chiamato a sostituire l’attuale segretario del partito, Hu Jintao. Mentre Li Keqiang con molta probabilità dovrebbe essere nominato capo del governo.
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Nell’attesa dell’ufficializzazione Jintao ha tracciato la rotta. Nel suo discorso ha detto che la Cina continuerà a percorrere la strada delle riforme della struttura politica per “rendere la democrazia popolare più estesa”.