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Cina, la scelta: “più mercato, meno Stato”

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ROMA (WSI) – Aprire agli investimenti stranieri, ricoscere maggiori diritti ai contadini, favorire uno sviluppo equilibrato delle megalopoli, lottare contro la corruzione. Sono le quattro linee guida, per ora alquanto generiche, del piano di riforme dell’economia adottate dai leader cinesi a conclusione del Plenum del 18esimo Comitato Centrale del Partito Comunista a Pechino sotto la presidenza di Xi Jinping. Chi si aspettava maggiore chiarezza e incisività forse è rimasto deluso, ma i dettagli del piano di riforma si conosceranno solo nei prossimi giorni.

Sicuramente continueranno a diminuire le restrizioni agli investimenti, anche stranieri, e il Paese continuerà sulla strada delle liberalizzazioni. Ma il Plenum ha ribadito che “l’incoraggiamento e il sostegno” al settore privato deve comunque rimanere nei limiti imposti dal “ruolo di guida delle aziende di stato”.

Al settore agricolo, penalizzato negli ultimi decenni, verranno garantiti maggiori diritti e ai contadini saranno concessi diritti di proprietà sulla terra, finora posseduta solo collettivamente.

Grande impegno sarà ancora profuso nel monitoraggio e nella lotta alla corruzione, vera piaga della società cinese.

Novità sono attese infine per contrastare il fenomeno dell’urbanizzazione incontrollata, in un Paese che conta 260 milioni di migranti interni, favorendo un accesso più equo ai servizi pubblici di base. (TMNEWS)