Società

Cina, la bolla non esiste

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La bolla delle proprieta’ immobiliari non sta per esplodere perche’ e’ sostenuta da una domanda “solida” per gli edifici residenziali. Ne e’ convinto Stephen Roach, presidente di Morgan Stanley Asia.

Se da un lato parti del mercato immobiliare come il business degli appartamenti di lusso si stanno effettivamente surriscaldando, la domanda di abitazioni residenziali rimarra’ certamente solida a lungo finche’ la popolazione rurale cinese continuera’ a migrare nelle citta’ e nei centri metropolitani piu’ grandi, stando a quanto riferito da Roach una intervista radiofonica concessa a Bloomberg da Hong Kong.

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“Questo e’ solo un frammento del boom immobiliare”, ha detto Roach, citando che ogni anno dal 2000, tra i 15 ei 20 milioni di persone migrano a Pechino, Shanghai e le citta’ di seconda e terza fascia in Cina. Equivale a due New York City e mezzo create ogni anno, ha detto. “Cio’ indica una grande richiesta di immobili residenziali. Questa segmento non si e’ surriscaldato e la domanda e’ molto, molto solida”.

I prezzi degli immobili sono saliti del 12.4% in maggio rispetto all’anno precedente, il secondo balzo piu’ accentuato della storia. Le autorita’ bancarie cinesi hanno vedono un auemnto dei rischi creditizi nel settore immobiliare della nazione e hanno avvertito della crescente pressione esercitata dai crediti non performanti.

Le personalita’ politiche in Cina hanno abbassato i requisiti per pagare le rate dei mutui e prestiti per gli acquirenti di complessi multifamiliari, nel tentativo di smorzare l’incremento record dei prezzi. Le misure prese con decisione dal governo in vigore da aprile hanno l’obiettivo di raffreddare le sezioni del mercato immobiliare che piu’ si stanno surriscaldando.

Secondo Roach “da tutti i punti di vista, sembra che le misure stiano funzionando”.