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Cia, si dimette Petraeus: ha un’amante. Sesso o spie? Identificata l’altra donna

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Roma – Si chiama Jill Kelley e ha 37 anni la donna misteriosa destinataria delle e-mail minacciose di Paula Broadwell, l’amante del generale Usa David Petraeus. Secondo il sito della Associated Press, la donna lavorava come ufficiale di collegamento presso il Dipartimento di Stato al Central Command di Tampa, in Florida, di cui Petraeus era responsabile quando si occupava di Afghanistan.

Dalla denuncia della donna è scattata l’inchiesta dell’Fbi e il conseguente scandalo che ha portato alle dimissioni del numero uno Cia. Secondo l’agenzia di stampa Usa, che cita una fonte ufficiale che ha chiesto di mantenere l’anonimato, la Kelley curava in particolare i contatti tra il Dipartimento di Stato e il Joint Special Operation Command (Jsoc), incaricato delle operazioni speciali. Come quella cioè che ha permesso di neutralizzare il capo di al Qaida Osama bin Laden, all’inizio di maggio 2011, ad Abbottabad, in Pakistan.

E mentre ora ci si interroga su una possibile relazione di Petraeus anche con questa donna – obiettivo delle mail minatorie di Paula Broadwell – nei palazzi del potere a Washington gli interrogativi in queste ore sono ancora più pesanti e hanno nel mirino la Casa Bianca, la Central Intelligence Agency e gli agenti federali che hanno scoperto il ‘love affair proibito’. Prima dello scoop dell’AP, alti funzionari ‘informati sui fattì citati dal New York Times avevano raccontato che la misteriosa donna che è andata direttamente all’Fbi per denunciare di aver ricevuto minacce credibili non è la moglie o una parente dell’ormai ex capo della Cia, e non lavora per il governo. Ma quello che appare certo è che Paula Broadwell, l’attraente biografa-amante di Petraeus che come è poi emerso la minacciava, la considerava quantomeno una rivale. La natura del suo rapporto con il numero uno dell’Agenzia di Langley non è noto, ma le due donne sembravano competere per la lealtà di Petraeus, se non per il suo affetto, hanno detto le fonti al NYT.

Il Washington Post, citando ‘alti funzionari’, afferma dal canto suo che Paula Broadwell sentiva la misteriosa donna come una minaccia alla sua relazione con Petraeus. E mentre la moglie di Petraeus continua a rimanere in silenzio, anche la stessa Paula Broadwell è nel frattempo scomparsa, assieme al marito e ai loro due figli. In questi giorni doveva festeggiare con un party a Washington il suo 40esimo compleanno ma, riferisce Politico.com, suo marito ha inviato e-mail a tutti gli invitati per cancellare l’evento. Ma a Washington ora si susseguono altre domande inquietanti. A partire dai tempi in cui la vicenda è venuta alla luce. Perché se lo scandalo fosse scoppiato solo una decina di giorni prima, affermano in molti, avrebbe potuto influenzare sensibilmente il risultato delle elezioni. E allora, visto che l’indagine – così delicata da far temere almeno all’inizio problemi per la sicurezza nazionale – andava avanti da varie settimane, chi ha deciso di aspettare fino a venerdì? Secondo le informazioni emerse finora, James Clapper, lo zar della National Intelligence, è stato informato solo martedì scorso, mentre l’America era al voto. Il presidente Obama solo due giorni dopo. E le commissioni del Congresso che si occupano di intelligence lo hanno appreso solo venerdì dalla stampa, e non hanno gradito.

Non è chiaro neanche quando ne siano venuti a conoscenza il ministro della Giustizia Eric Holder e il capo stesso dell’Fbi Robert Mueller. Il vice di Muller, Sean Joyce, assieme al numero due della Cia Michael Morell, che ora ha assunto ad interim la guida della Agenzia, dovranno rispondere a domande di questo tipo mercoledì davanti alla commissione intelligence della Camera, secondo quanto hanno riferito fonti del Congresso. Morell a sua volta giovedì dovrà inoltre testimoniare ad un’altra commissione del Congresso, sull’assalto al consolato Usa a Benghasi in cui l’11 settembre sono morti quattro americani, tra cui l’ambasciatore Chris Stevens. L’audizione era in programma con Petraeus, che a causa delle dimissioni, da qualcuno definite “provvidenziali”, eviterà così – almeno per il momento – di rispondere a domande su una vicenda per cui la Cia e la Casa Bianca sono state a lungo sulla graticola, durante la campagna elettorale.

Ma ora è il Petraeus-gate a mettere l’amministrazione Obama nella bufera, e c’è chi lo accosta allo scandalo Watergate in cui a provocare le dimissioni del presidente Richard Nixon non fu la vicenda in sé, ma il tentativo di coprirla che la seguì. Tra loro c’è l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, che sottolineando proprio il forfait di Petraeus davanti alla commissione per i fatti di Bengasi afferma che comunque prima o poi la verità verrà alla luce. “E’ inevitabile. E’ come il Watergate, verrà tutto fuori. Potranno volerci un mese o cinque, ma tutto verrà fuori e ogni singola notizia insabbiata renderà il tutto ancora peggiore”.

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Washington – Minacce, sospetti e internet. E’ cominciata così l’indagine dell’Fbi che ha scatenato il terremoto che ha infine portato alle dimissioni del capo della Cia David Petraeus: Paula Broadwell, la sua amante segreta, inviava e-mail minatorie ad un’altra donna, che precepiva come una minaccia per la sua relazione.

Ed erano probabilmente messaggi molto convincenti, visto che la destinataria si rivolse agli agenti federali per avere protezione e capire chi era che le mandava quelle mail. Le indagini dell’Fbi portarono infine a Paula Broadwell e anche alle e-mail dal contenuto erotico che si scambiava con Petraeus. Fu a quel punto che l’Fbi, hanno rivelato tre alti funzionari al Washington Post, capì di aver scoperto per caso che il generale, sposato e padre di due figli, aveva una relazione clandestina con la sua biografa.

La destinataria delle e-mail di minacce di Paul Broadwell, l’amante di Petraeus, era una ufficiale di collegamento militare del Dipartimento di Stato, secondo quanto scrive la stampa Usa.

Nel corso delle indagini partite dalla denuncia della donna l’Fbi ha poi scoperto una vasta e ‘bollente’ corrispondenza che era la prova che in realtà il capo del servizio di intelligence più potente del mondo aveva una relazione che lo rendeva ricattabile. Una condizione che metteva a rischio la sicurezza nazionale. Erano messaggi che si era scambiato per un anno – dall’estate 2011, all’inizio della storia, fino a qualche mese fa quando apparentemente era già finita – con Paula Broadwell, l’atletica e attraente scrittrice di vent’anni più giovane di lui, a sua volta sposata e madre di due figli. David Petraeus è uno dei più stimati militari americani. Un uomo di 60 anni del quale, dopo i successi alla guida delle forze Usa in Iraq e Afghanistan, si era parlato come possibile candidato repubblicano alla Casa Bianca quattro anni fa, e ancora come possibile vice di Mitt Romney nella corsa di quest’anno. Un uomo con un passato e un tale patrimonio di credibilità che diversi commentatori oggi avanzano diversi dubbi e sollevano polemiche. A partire dal fatto che, apparentemente, l’Fbi, nonostante stesse indagando sin dalla tarda primavera scorsa, ha informato il diretto interessato solo un paio di settimane fà, stando a quanto riferiscono fonti di stampa. (ANSA)

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Sesso sotto la scrivania: questo il riferimento ‘a luci rosse’ di una mail scambiata tra il generale David Petraeus e la sua biografa e amante Paula Broadwell durante la relazione extraconiugale che sarebbe all’origine della decisione di dimettersi dalla guida della Cia.

Fonti dell’Fbi hanno detto a Newsmax, un sito ripreso da altri media americani, che l’inchiesta sull’ex capo della Cia era cominciata in primavera, quando una mail mandata dal generale alla donna era stata intercettata dall’intelligence Usa e scambiata erroneamente per un tentativo di corruzione: gli agenti federali avevano cominciato allora a esaminare le sue mail da quella data e nel periodo in cui era stato al comando delle forze Usa e Nato in Afghanistan tra 2010 e 2011.

Avendo scoperto la relazione con la Broadwell, l’Fbi avrebbe puntato i riflettori sulle mail della coppia scoprendo messaggi ‘bollenti’ tra cui quello sul sesso sotto la scrivania.

La Broadwell, che vive a Charlotte in North Carolina con il marito Scott, un radiologo, e due figli, avrebbe rotto con Petraeus quando nel settembre 2011 il generale si è insediato a capo della Cia ma lui avrebbe continuato a inseguirla mandandole migliaia di mail negli ultimi mesi.

LA LETTERA DI DIMISSIONI – Il direttore della Cia, David Petraeus, si è dimesso venerdì sera. Petraeus ha inviato la lettera di dimissioni al presidente Barack Obama, che, secondo quanto comunica la Casa Bianca, le ha accettate. Nel testo, afferma la Cnn, Petraeus avrebbe affermato di aver tradito la moglie e questo “è un comportamento inaccettabile per un leader”.

La moglie del generale Petraeus lavora per un’agenzia del governo che si occupa di proteggere le famiglie dei militari da prestiti a usura. Holly e David Petraeus sono sposati dal 1974 e hanno due figli.

“Sono totalmente fiducioso che la Cia continuerà a crescere e a condurre la sua missione essenziale”, afferma il presidente Obama in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca. “David Petraeus ha fornito un servizio straordinario per gli Stati Uniti per decenni”, sottolinea, ricordando in particolare l’impegno del generale alla guida delle truppe Usa in Iraq e Afghanistan. “David Petraeus ha reso il nostro Paese più sicuro e più forte”, aggiunge Obama, aggiungendo infine di aver accettato le sue dimissioni.

MICHAEL MORELL DIRETTORE AD INTERIM CIA – Alla guida della Cia, dopo le dimissioni di David Petraeus, è stato designato ad interim l’attuale vice direttore, Michael Morell. Lo rende noto lo stesso presidente che nella nota in cui annuncia di aver accettato le dimissioni di Petraeus esprime allo stesso tempo “la massima fiducia nel direttore ad interim Michael Morell e negli uomini e donne della Cia che lavorano ogni giorno per la sicurezza del nostro Paese”.

PAULA BROADWELL MINACCIAVA UN’ALTRA DONNA – Mentre aveva una relazione extraconiugale con il generale David Petraeus, la scrittrice Paula Broadwell minacciò per e-mail un’altra donna vicina al suo amante. Lo scrive il Washington Post online citando tre alti funzionari, secondo cui la destinataria delle minacce era così spaventata che si rivolse all’Fbi per avere protezione e per capire da arrivavano le minacce.

Le indagini degli agenti federali portarono infine a Paula Broadwell e alle e-mail dal contenuto erotico che si scambiava con Petraeus. Fu a quel punto che l’Fbi capì che il generale aveva una relazione clandestina con la sua biografa, anche se in un primo momento aveva temuto che il computer di Petraeus potesse essere stato attaccato da un hacker. L’identità della donna che ha ricevuto le minacce e la natura del suo rapporto con Petraeus non è stata rivelata, precisa il Post, aggiungendo che secondo le fonti, Paula Broadwell la percepiva come una minaccia alla sua relazione con Petraeus. (ANSA)

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Cherchez la femme

di Oscar Bartoli

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Letter from Washington DC – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Le dimissioni ‘spontanee’ del generale Petraeus sono il tema del giorno a Washington. Ci si chiede come sia possibile che un uomo come il generale a quattro stelle, abituato a stravincere a cominciare dalla sua vita scolastica per finire con la guerra in Irak e quella in Afghanistan, abbia potuto gettare al vento decenni di gloria per una avventura extraconiugale con una donna di venti anni piu’ giovane di lui.

[ARTICLEIMAGE] Le risposte sono varie: ci sono quelli che dicono che si tratta della classica crisi del sessantenne afflitto da andropausa e terrorizzato dalla prospettiva di non essere piu’ gagliardo a causa del calo del testosterone. Gli metti vicino una donna bella, superlaureata, scrittrice con il pallino delle biografie e il gioco e’ fatto: 37 anni di matrimonio con una moglie molto in gamba ma, come confronto estetico, da tempo entrata nella categoria delle amiche coniugali, ed il capo dei capi crolla come un adolescente di fronte alle arti rigeneratrici della Maga Circe di turno (sposata e con due figli).

La seconda ipotesi di scuola e’ che il generale nei suoi 14 mesi alla CIA si fosse creato piu’ nemici di quelli incontrati sui campi di battaglia asiatici e del medioriente. Che avesse un’amante lo sapevano anche i sassi perche’ se la portava appresso anche in Afghanistan. Il generale era stato messo sugli scudi ai tempi di George W. Bush per la sua abilita’ di tessere ralazioni diplomatiche sotto traccia con il nemico. Le vere o inventate affinita’ con i repubblicani potrebbero essere state un punto di forza per la creazione del caso da parte dei suoi oppositori. Il generale Petraeus, si aggiunga, arrivato a Langley sede della Agenzia, ha imposto le sue regole militari in un contesto ambientale che vive su altre dimensioni. A farne le spese sono stati quelli che speravano in una promozione e che si sono visti mettere da parte.

La terza ipotesi che circola a Washington e’ che Petraeus abbia dovuto pagare con le sue dimissioni l’incredibile confusione che e’ emersa dall’assalto al consolato cirenaico di Benghazi e conseguente morte dell’ambasciatore Chris Stevens e di altri tre americani che, ora si apprende, erano agenti CIA. Le fasulle informazioni fornite dall’Agenzia all’ambasciatrice Susan Rice alle Nazioni Unite erano state alla base delle discutibili dichiarazioni fatte dalla diplomatica che avevano innescato il feroce cannoneggiamento delle armate di Mitt Romney durante l’ultimo periodo della campagna presidenziale. A pagare dunque doveva essere il direttore della CIA che sicuramente aveva seguito e gestito il caso molto delicato.

Resta da dire che anche in America le cadute sessuali degli uomini pubblici sono sempre in agguato. Qui non valgono i ‘tre pater-ave e gloria’ dopodiche’ si ricomincia a peccare. La vita privata non e’ separata da quella pubblica e ufficiale del personaggio al quale si chiede chiarezza e pulizia nei comportamenti, perche’ questa e’ la garanzia per i cittadini di un corretto modo d’agire. Gli Stati Uniti, in mezzo a tanti difetti, sono la nazione nella quale il peccato piu’ grave e’ il ‘cheating’, imbrogliare. Si va dal copiare un compito, al tradimento coniugale. Chi viene beccato in flagrante paga e non ci sono giustificazioni.

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L’ultima apparizione è di pochi giorni fa: un video dell’esercito per spingere le donne a una carriere militare. «Anche io ho frequentato West Point». Ecco la donna che ha fatto cadere il generale David Petraeus. L’uomo che, negli Stati Uniti, è considerato un eroe. Paula Broadwell, 40 anni, sarebbe infatti l’amante dell’oramai ex direttore della Cia. Un amore, dicono, nato mentre ha scritto la sua biografia: «All inn: the education of general David Petraeus». I due avrebbero cominciato la relazione in Afghanistan, dove lei l’aveva seguito per «vedere la guerra attraverso gli occhi di un generale». Per poi lasciarlo.

LA CARRIERA – Cresciuta in Nord Dakota, Paula ha frequentato West Point, la stessa accademia dove il generale si è laureato nel 1973. Quindi la carriera militare, viaggi in tutto il mondo. E il pallino dell’antiterrorismo. Lasciata la divisa, Broadwell ha continuato gli studi all’Università di Denver e quindi ad Harvard. Lì il primo incontro con Petraeus nel 2006. La giovane ricercatrice stava lavorando a una tesi sulla leadership. In tasca ha anche un Phd del King’s College, Londra. I suoi meriti accademici sono molto noti. Sposata con il radiologo Scott Broadwell, ha anche due figli Landon e Lucien e vivono a Charlotte.

IL TRIANGOLO – La relazione con Petraeus era arrivata anche all’orecchio del marito. Tanto che alcuni credono sia stato proprio lui l’autore di una lettera anonima al New York Times: «L’amante di mia moglie». Nella missiva, pubblicata dal quotidiano, chi scrive racconta che la consorte sta avendo una storia con «alto dirigente dell’amministrazione governativa». Un uomo che «ha dimostrato la leadership americana nel mondo», e «assolutamente la persona giusta per il lavoro che sta facendo». Ma chiede al giornalista che cosa fare se denunciare all’opinione pubblica oppure no. «Dovrei soffrire in silenzio perché la notizia di una relazione potrebbe danneggiarlo?». La replica: «No, non esporlo a questa gogna. Non sembra che il suo lavoro sia legato ai valori famigliari».

LA RELAZIONE – La lettera è dello scorso 13 luglio. Nel frattempo, dicono i ben informati, lei aveva lasciato il generale. E lui non si rassegnava. Messaggi, email. E anzi una sua email, diretta a lei, sarebbe finita nelle mani sbagliate. L’uomo delle ombre diventa così una chiacchiera. La vita privata, diversa da quella pubblica. Paula ha continuato nella promozione del libro. E durante un’intervista a Jon Stewart ha raccontato come è arrivata a scrivere un libro su Petraeus.

«Quando ho saputo che sarebbe tornato in Afghanistan (nel 2010 ndr) gli ho mandato un’email spiegandogli il progetto. Poi sono partita». E si è presentata a Kabul. Anni intensi e il successo della biografia. Pochi giorni fa la stessa Paula, su Twitter, segnalava «Le regole di vita del generale». La prima: «Devi essere di esempio». Ma in molti giurano che Paula Broadwell sia tutt’altro che sciocca. «Brava e preparata». Tanto da usarla come testimonial per le donne nell’esercito. (di Benedetta Argentieri, Corriere della Sera)

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Appena tre giorni dopo la sua rielezione, sulla scrivania di Barack Obama arriva una lettera di dimissioni pesante: è quella di un uomo di punta della sua amministrazione, il direttore della Cia, il pluridecorato generale David Petraeus, colui che ha di fatto risolto la guerra in Iraq e ha guidato quella in Afghanistan, prima di approdare lo scorso anno, proprio per volere di Obama, alla testa dell’agenzia: ho tradito mia moglie, e questo è «inaccettabile», ha scritto Petraeus nella lettera.

«Dopo essere stato sposato per 37 anni, ho mostrato una capacità di giudizio estremamente povera impegnandomi in una relazione extraconiugale» e «questo è inaccettabile sia come un marito che come leader di una organizzazione come la nostra», ha scritto Petraeus anche in un comunicato, diffuso per riferire che il presidente Obama ha «gentilmente accettato le mie dimissioni».

Paula Broadwell, 40 anni, sarebbe infatti l’amante dell’oramai ex direttore della Cia. Un amore, dicono, nato mentre ha scritto la sua biografia: «All inn: the education of general David Petraeus». I due avrebbero cominciato la relazione in Afghanistan, dove lei l’aveva seguito per «vedere la guerra attraverso gli occhi di un generale». Per poi lasciarlo.

Poco dopo, è arrivata la nota dalla Casa Bianca, in cui Obama tesse le lodi dell’ex generale, afferma che «ha fornito un servizio straordinario per gli Stati Uniti per decenni», ricorda in particolare il suo impegno alla guida delle truppe Usa in Iraq e Afghanistan e sottolinea che «David Petraeus ha reso il nostro Paese più sicuro e più forte».

Nella stessa nota Obama esprime «totale fiducia» nell’uomo che ora prende ad interim il posto di Petraus alla guida dell’Agenzia a Langley, Michael Morell, attuale vicedirettore, che già aveva svolto lo stesso incarico ad interim quando Leon Panetta aveva lasciato per andare alla guida del Pentagono e in attesa dell’arrivo di Petraeus. Obama rivolge un pensiero personale anche alla moglie del generale: «I miei pensieri e preghiere sono con Dave e Holly Petraeus, che ha fatto così tanto per aiutare le famiglie dei militari con il suo lavoro. Auguro loro tutto il meglio in questi tempi difficili».

Le dimissioni di Petraeus rappresentano uno choc per la comunità impegnata nella sicurezza nazionale Usa. James Clapper, lo zar della National Intelligence che coordina tutte le agenzie di informazione americane, ha affermato, secondo il New York Times, che la decisione del capo della Cia rappresenta una grave «perdita» per il Paese.

Frattanto, nessuno almeno finora ha messo in dubbio la motivazione dietro il forfait di Petraeus. Nonostante negli ultimi tempi la Central Intelligence Agency sia stata al centro di alcune polemiche legate all’assalto al consolato Usa a Bengasi, molti hanno sottolineato che una relazione extraconiugale è assolutamente incompatibile con un incarico come quello di capo della Cia. Relazioni del genere sono assolutamente proibite anche ai semplici agenti, perché li rendono vulnerabili, ricattabili.

Nella sua lettera di addio, il generale cita il presidente Theodore Roosevelt, ricordando che «un volta noto’ che uno dei maggiori doni della vita è quello di lavorare duro per un incarico che ne valga la pena». E, affermando di fatto che non immaginava di uscire di scena in questo modo, aggiunge: «Avrò per sempre il rammarico che il mio lavoro sia finito in tali circostanze».