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Chiusura anticipata per BTP Italia. Tassi minimi, boom di richieste

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MILANO (WSI) – Si chiude in anticipo con una domanda elevata la vendita del nuovo BTP Italia per il settore retail.

L’ottava emissione di titoli del debito ha una scadenza ad aprile 2023. Nonostante il basso tasso offerto (0,50%), gli ordini sono stati pari a 5,379 miliardi. I contratti di sottoscrizione, stando al comunicato del Tesoro, sono stati 75.374. Oggi, nello specifico, sono stati chiesti e assegnati 528 milioni che si aggiungono ai 4,851 miliardi raccolti tra ieri e lunedì.

La decisione di chiudere la collocazione prima del termine previsto è stata prsa “in considerazione dell’andamento del collocamento della prima e seconda giornata, che hanno registrato contratti per un controvalore complessivo di 4.851,067 milioni di euro”.

Il collocamento è avvenuta sul Mot di Borsa Italiana attraverso Banca IMI e UniCredit, e doveva durare fino al 16 aprile 2015. Nella prima giornata le richieste si erano già attestate sopra i 3 miliardi.

Domani mattina, tra le ore 9 e le 11, si terrà il collocamento riservato agli investitori istituzionali (con possibilità per il Tesoro di procedere al riparto).

Entrando nel dettaglio dell’offerta del ministero dell’Economia, il tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito è pari a 0,50%. Il tasso cedolare (reale) annuo definitivo sarà fissato al termine del periodo di raccolta degli ordini di acquisto e non potrà essere inferiore al tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito.

Intervistata da “Il Sole 24 Ore” Maria Cannata, dirigente generale del Tesoro e responsabile del debito pubblico, afferma che il BTp Italia è e continua a essere un titolo appetibile per i piccoli risparmiatori, e si dice fiduciosa sul fatto che il nuovo BTP Italia con scadenza a 8 anni sarà “soddisfacente” riguardo alla domanda, anche se i tassi sono ai minimi storici. Cannata rivela che una quota media fra il 30 e il 35% dei BTp Italia è ancora in mano al retail.

“Se prendiamo tutte e sette le linee, una quota media tra il 30 e il 35% è in mano a investitori retail che non hanno mai venduto il titolo dall’emissione. Ma a questi va aggiunta la quota retail che ha acquistato successivamente sul secondario. Se prendiamo l`ultima emissione, quella di ottobre 2014, la quota in mano a retail che ha acquistato all’emissione e non ha ancora venduto è pari a poco oltre il 45 per cento. Ricordo che nelle ultime due emissioni, dove abbiamo distinto le fasi di collocamento tra retail e istituzionali, al momento dell’emissione la quota retail era stata pari al 49% ad aprile 2014 e al 61% a ottobre 2014”, ha detto Cannata.

(Lna-DaC)