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Chip spia della Cina negli hardware di Amazon e Apple

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C’è caso che se avete usato le piattaforme di Amazon o i prodotti di Apple siate stati spiati dalla Cina.

In una storia che sembra uscita direttamente dai tempi della Guerra Fredda, pare che dei piccoli chip “spia” provenienti dalla Cina siano installati negli hardware di Amazon e Apple. Le società americane e cinesi coinvolte nello scandalo smentiscono le indiscrezioni riportate da Bloomberg BusinessWeek.

Citando fonti anonime del governo e anche aziendali, l’agenzia di stampa riporta che i chip potrebbero aver permesso a entità in Cina di consultare le reti e le attività di diverse grandi aziende statunitensi dell’hi-tech.

Le spie della Cina avrebbero prodotto chip grandi quanto la punta di una matita, installate nelle schede madri dei computer. Sono in questo modo passati inosservati nonostante contengano la loro propria rete, memoria e processore. Le spie presumibilmente cinesi si sarebbero dunque “infiltrate” nei subcontraenti di un’azienda chiamata Supermicro per aggiungere i chip ai server senza essere scoperti. Una volta attivati i server, i chip avrebbero manomesso il sistema operativo dei server nell’attesa di ricevere “istruzioni” dagli hacker.

Come un “attacco informatico contro il mondo intero”

Il sospetto è che siano state introdotte sfruttando quindi le attività internazionali della società di server Supermicro, il cui compito è quello di assemblare macchine anche per Amazon e Apple. L’azienda accusata, i cui server sarebbero stati spiati, ha smentito categoricamente le indiscrezioni. Supermicro è una delle aziende leader al mondo nella produzione di schede madre per i server.

Per dare un’idea dell’ampiezza del presunto cyber crimine, un funzionario dell’intelligence americana ha dichiarato a Bloomberg che “attaccare le schede madri di Supermicro è come attaccare Windows. È come condurre un attacco informatico contro il mondo intero“.

I mini chip, che secondo Bloomberg sono stati l’oggetto di una indagine top secret dell’amministrazione americana nel 2015, quando al governo c’era Barack Obama, sarebbero serviti alla Cina per ottenere informazioni sensibili e a lungo termine su proprietà intellettuale e altri segreti commerciali dei gruppi Usa.

Apple, che perde quasi l’1% in Borsa al momento, sostiene di non aver mai riscontrato casi di chip manomessi, di “manipolazione degli hardware” o di vulnerabilità installate di proposito nei server. Amazon da parte sua cede l’1,4% circa. Il ministero cinese degli Esteri ha emesso un comunicato dicendo che la Cina è uno Stato che “difende con determinazione la cyber sicurezza“.

In un clima diplomatico teso tra Stati Uniti e Cina per via della guerra commerciale lanciata da Donald Trump contro Pechino, le indiscrezioni non faranno che esacerbare ulteriormente la tensione tra le due prime potenze economiche al mondo.