Società

Chiama il figlio Jihad e lo manda a scuola con la maglietta “sono una bomba”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

È il 25 settembre 2012 e nella cittadina francese di Avignone, Jihad, un bambino di appena 3 anni, entra in una classe di asilo indossando una maglietta con su scritto “Sono una bomba“.

Da quanto riporta il quotidiano Le Parisien, pare che la direttrice della scuola, una volta accortasi della t-shirt, abbia fatto indossare al bambino una polo per nascondere la scritta.

La madre, convocata dalla scuola, ha spiegato che si trattava di uno scherzo: “sono una bomba”, nel francese gergale, significa “sono fantastico“. La provocazione, però, non è andata giù al dirigente scolastico e la famiglia di Jihad ha ricevuto un rimprovero formale: se in futuro accadranno fatti analoghi, il bambino non potrà più frequentare la scuola.

L’episodio sarebbe finito lì, se non fosse stato per il sindaco Thierry Lagneau, esponente del partito di Nicolas Sarkozy (Ump), che ha preteso un’inchiesta sulla famiglia di Jihad: «I genitori si sono serviti del bambino per un messaggio politico. Si tratta di incitamento all’odio e al terrorismo. Sono degli irresponsabili». La madre, una 32enne divorziata, si difende: «Sono musulmana, ma non praticante e ho uno stile di vita europeo. Se ho offeso qualcuno, mi dispiace».

La donna verrà processata il prossimo 19 dicembre per apologia di reato e, qualora fosse condannata, sarebbe costretta a pagare un simbolico euro di multa.