Mercati

Cattive notizie macro? Borsa Milano balza +2,7%

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

MILANO (WSI) – Anche in Europa i rialzisti hanno avuto la meglio nonostante le cattive notizie macro, in linea con gli acquisti generalizzati visti in Asia. La Banca Mondiale ha tagliato le stime di crescita economica per i paesi del Far East, Cina compresa, mentre gli ultimi dati Pmi hanno messo in luce un rallentamento del settore dei servizi nell’area euro.

Il listino Ftse MIB chiude in forte progresso, del 2,73% a 21.980,08 punti. FCA, energetici e banche hanno preso il comando del paniere delle blue chip. All’esordio Yoox Net-a Porter Group ha fatto bene. Anche Rcs è stata richiesta dopo la vendita della divisione Libri.

I mercati finanziari del mondo continuano a credere in un rinvio al 2016 della stretta monetaria negli Stati Uniti, in particolare dopo la delusione per il rapporto occupazionale di settembre, un mese che ha visto la creazione di soli 142 mila posti di lavoro e il tasso di partecipazione alla forza lavoro tornare ai livelli degli Anni 70.

Nessun analista, nemmeno il piu’ pessimista, si aspettava cifre cosi’ basse. Non certo un gran bel scenario per la maggiore economia al mondo, che già pensava di aver avviato una ripresa solida dell’economia che consentisse alla banca centrale di imporre finalmente il primo rialzo dei tassi dal 2006.

In Giappone il Nikkei ha chiuso in rialzo dell’1,58% a 18.005,49 punti mentre il più ampio Topix ha guadagnato l’1,31% a 1.463,92 punti. Buone nuove sono giunte nel fine settimana dall’economia giapponese, con il numero di occupati in crescita e le spese delle famiglie in netto aumento.

Tra le altre borse, Seul ha lasciato sul campo lo 0,69% mentre Taiwan è avanzata dello 0,57%. Hong Kong avanza dell’1,48% e Kuala Lumpur dello 0,77%. Toniche anche Singapore e Bangkok. La Borsa cinese rimarrà chiusa fino a mercoledi’ 7 ottobre.

Sul mercato del reddito fisso, lo Spread tra Btp/Bund scambia in calo sotto i 110 punti base. Il decennale italiano si attesta all’1,6%, ai minimi da maggio.

A giudicare dall’andamento dei Bond e delle attese del mercato sui tassi di inflazione, i trader sono arrivati alla stessa conclusione: i banchieri centrali di tutto il mondo non sono riusciti a risolvere i problemi economici (vedi grafico a fianco).

Sul valutario euro si indebolisce a quota 1,1209 dollari. Le divise asiatiche guadagnano terreno sul dollaro. Discorso a parte merita lo yen, che cede terreno a 120,30 dopo la pubbliazione dei dati sul settore servizi, la cui attività è stata fiacca in settembre. Sulla sterlina l’euro guadagna lo 0,14% a 0,7392 e sul franco lo 0,19% a 1,0922.

Tra le materie prime il greggio Wti si mantiene saldamente sopra i 46 dollari al barile (+1,8% a 46,36 dollari). Il futures analogo sul Brent corre del 2,39% a 49,28 dollari al barile. L’oro cala dello 0,18% attestandosi in area 1.136,57 dollari l’oncia.

(DaC)