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Caso Marcegaglia: Santoro picchia forte contro Il Giornale

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«La notizia forte del giorno è la perquisizione al Giornale». Meno male che anche Santoro lo riconosce. E ne approfitta per darci degli squadristi. Che altro sennò. La querelle Marcegaglia-Giornale deve essere esaminata pubblicamente in diretta su Raidue? E chi, alla corte di Annozero, può aiutare ad esaminarla con imparzialità?

Marco Travaglio, chi altri sennò? Quindi interpretazione di Travaglio sulla querelle: «È anche possibile che il vicedirettore Nicola Porro scherzasse ma la Marcegaglia fa bene a preoccuparsi e a chiedersi se quando parla con un giornalista del Giornale parla davvero con un giornalista del Giornale o se sta parlando con Silvio Berlusconi in uno dei suoi più usciti travestimenti.
Perché – ricorda e ci ricorda puntualmente Travaglio – da sedici anni chi osa mettersi di traverso, contro il premier, subisce il trattamento Fini che è poi il trattamento Boffo, Mesiano Boccasini etc».

Quindi? Squadristi, che altro potremmo essere noi giornalisti del Giornale? Mentre il fido Ruotolo entra nella parte della Marcegaglia e recita le dichiarazioni rese dal presidente di Confindustria ai magistrati con voce stentorea, c’è Maurizio Belpietro, direttore di Libero, che tenta di riportare il dibattito alla normalità («Fa ridere costruire un simile teorema, far diventare un caso le affermazioni di Porro che scherza con una persona amica che conosce da anni»).

Ma è inutile perché Santoro pur di far passare la tesi dello squadrismo chiede un altro autorevole aiutino. A un altro campione di imparzialità: Luigi De Magistris. Che ovviamente in quanto uomo di legge e di toga non politicizzata non ha dubbi sullo squadrismo e sul metodo del ricatto che userebbe il presidente del Consiglio tramite i «suoi» giornalisti. «La Marcegaglia ha percepito una sorta di ricatto, ecco perché ha rilasciato quelle dichiarazioni. E questo è gravissimo. È un messaggio intimidatorio, è il metodo Boffo. Non è un pericolo presunto, è un fatto assodato» conclude sicuro De Magistris, che poi fa battute allusive al sottosegretario Daniela Santanchè, presente in studio.

«Lei – dice Santanchè all’ex pm – usa un linguaggio mafioso». Ma, allusioni per allusioni eccone subito un’altra, confezionata ad arte dalla Corte di Annozero a proposito del «presunto» attentato a Belpietro. «Presunto» per il semplice fatto che al tandem Santoro-Ruotolo non convince la ricostruzione di Belpietro e del suo capo scorta sull’attentatore, tanto che ne fanno e ne forniscono una personalissima.

«Attentatore imbranato – lo definiscono i due, infatti – sul quale sarebbe interessante mettere le mani». Sempre che ci sia stato davvero stanno quasi per dire ad Annozero. Ma si fermano, basta l’allusione.

Poi, vittimismo atto secondo. Che piangersi addosso, meglio se a puntate a puntate, aiuta sempre. E così ecco che Michele l’afflitto esordisce per la seconda volta con il suo drammatico appello. Da tre mesi aspettiamo una proposta di contratto per Travaglio e Vauro. Poverini, vittime anche loro, ovviamente.

«Perché succede questo – si chiede in diretta il contrito conduttore di Annozero – e perché quelli che si dovrebbero indignare non si sono indignati?». Risposta. O meglio autorisposta nel senso che se la dà lo stesso Santoro: «Perché c’è una malattia che si diffonde come l’Aids, prende lo stesso sistema e che si chiama conflitto di interessi. Se si privatizza quando c’è il conflitto di interessi è il conflitto di interessi che privatizza».

La puntata può contare anche sullo slogan preso in prestito dall’amica Bianca Berlinguer: «La libertà ce la portiamo dentro». Così ecco l’esortazione di Santoro: «Cari colleghi della Rai forse dobbiamo mostrare la nostra indipendenza e battere finalmente un colpo per farci sentire ma questo momento verrà nei prossimi giorni, intanto la puntata può partire».

Con l’assist prezioso che fornisce a Michele l’intenditore: l’intervista a Gianfranco Fini che nel conflitto d’interessi si esibisce al meglio, come si può leggere in altre parte del Giornale. Ma non si replica solo il vittimismo a casa Santoro: visto che è andata bene la prima volta ecco che Michele il sognatore ci appioppa la seconda edizione del suo TGzero. Dedicato ieri sera, guarda che caso, alla legge sul legittimo impedimento e ai tre processi che attendono il premier.

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