Editoriali

Case e consumi energetici: i nove problemi della direttiva Ue per gli italiani

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E’ in arrivo una nuova stretta della Ue sulle case che non sono a norma secondo i consumi energetici. Indiscrezioni stampa fanno sapere che la Commissione europea sta mettendo a punto nuove norme, in base alle quali, dal 2030 in poi, prima di poter vendere un immobile, il proprietario potrebbe essere chiamato a interventi di riqualificazione energetica, proporzionati allo stato di partenza dell’abitazione e alla classe di efficienza energetica che può raggiungere.

La norma farebbe parte della nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici attesa per il 14 dicembre

La nuova direttiva europea rischia di creare un danno economico pesantissimo per le famiglie, e di stimolare forti speculazione da parte degli “avvoltoi” del settore.

Che gli italiani siano legatissimi alle proprie case, agli immobili più in generale, lo sanno anche le pietre, anzi anche i mattoni. Il patrimonio immobiliare nazionale, tenendo conto anche di quelli commerciali, è stimato, da Banca d’Italia, molto più al di sopra dei 6.300 miliardi di euro. In pratica il patrimonio immobiliare degli italiani rappresenta oltre il 65% della ricchezza nazionale.

Si tratta di una condizione unica, introvabile in qualsiasi altra nazione del mondo e quello degli italiani con le case è sempre stato un rapporto ancestrale, forte. Talmente forte che gli italiani hanno sempre visto nel mattone il primo punto di riferimento delle loro vite. 

Metter su casa, per l’italiani, vuol dire mettere su famiglia, vuol dire progettare il futuro, vuol dire crearsi certezze che altre dimensioni finanziarie, in questo paese, non hanno mai garantito: non è un caso infatti che ci siano quasi 2.000 miliardi sui conti correnti, immobilizzati come fossero mattoni anche quelli per la costruzione di un futuro su cui gli italiani hanno parecchie incertezze.

Case: la nuova direttiva sui consumi energetici

In questo quadro tutto italiano di massima attenzione agli immobili, piomba come un fulmine a ciel sereno la proposta, o quello che sembrerebbe piĂą di una proposta, della nuova direttiva europea sui consumi energetici che imporrebbe alle case degli adeguamenti di classi energetiche sempre piĂą importanti per consentire la realizzazione di contratti di vendita o di affitto degli immobili stessi.

Ma perché questo rappresenterebbe un problema? Ci sono vari aspetti da considerare:

1) Il patrimonio immobiliare degli italiani è tra i più importanti al mondo. Le stime di Banca d’Italia ci dicono che il patrimonio immobiliare del nostro paese vale circa 6.300 miliardi di euro, ben oltre la metà della ricchezza della nazione. Questo è molto importante perché ci racconta come la casa rappresenti per gli italiani un punto di riferimento  essenziale anche finanziariamente parlando.

2) La carta d’identità. Su questo tema si apre una considerazione importante riguardo alla carta d’identità di questo patrimonio immobiliare costruito quasi esclusivamente nel dopo guerra e che quindi è stato realizzato con parametri che nulla avevano a che vedere con le attuali urgenze emergenze e considerazioni energetiche.

3) Purtroppo anche l’edilizia negli anni 70-80 non è stata molto attenta ai temi energetici. Così ci si ritrova con un quadro in cui la stragrande maggioranza delle nostre abitazioni avrà bisogno di importanti rivisitazioni strutturali ed energetiche con costi non indifferenti per ciò che concerne le attività di realizzazione delle stesse.

4) L’incidenza della situazione demografica. il nostro paese e tra i più vecchi al mondo. La popolazione sta spostando sempre di più la sua età in avanti. I dati statistici ci dicono che ci sono sempre meno giovani, e che le nostre famiglie hanno sempre meno figli. Tuttavia il patrimonio immobiliare come abbiamo detto è sempre più importante. Così, nel tempo, ricadrà su sempre meno proprietari.

5) Facciamo un esempio: una coppia ha un solo figlio. Quella coppia ha ricevuto, proprio per i temi demografici di cui trattavamo prima, un appartamento in eredità lui, un appartamento in eredità lei. Questi appartamenti sono stati messi a reddito affittandoli. Poi avranno comperato anche la casa in cui vivere e crescere loro figlio. Domani il loro unico figlio sarà un piccolo immobiliarista. Ricevendo in eredità ben tre appartamenti,  non potrà che essere così.

6) Cosa succederà alla proprietà immobiliare?  I nostri ragazzi, i nostri giovani, pur ricevendo appartamenti in eredità, ( così come al ragazzo dell’esempio appena citato) entrano nel mondo del lavoro sempre più tardi e guadagnano sempre meno dei loro genitori. Spesso per parecchio tempo sono proprio i genitori a doverli sostenere economicamente. Così questi ragazzi potrebbero non avere le possibilità economiche per affrontare le spese necessarie a sistemare gli appartamenti ereditati. Non potranno contare sui redditi da affitto, ne su quelli da vendita. Per cui cosa faranno? Come gestiranno una condizione che da ricchezza ricevuta rischia di trasformarsi in un peso, un onere dal punto di vista fiscale ed economico? Dove prenderanno i soldi per le migliorie dell’alloggio. Ecco perché sarebbe un disastro.

7) Il valore degli immobili precipiterebbe ed in pochi potrebbero approfittarne per effettuare grosse speculazioni  E cosa si può pensare che succeda? Che compratori e venditori potrebbero mettersi d’accordo, prima del contratto stesso, di affitto o di vendita, per la risistemazione delle classi energetiche. Magari il compratore si impegnerebbe a fare lui i lavori necessari ad arrivare ai parametri utili per la alienazione; ma questo a che prezzo per il venditore? Di quanto scenderebbe il valore degli immobili stessi? E quanto le condizioni di “necessità” del venditore, di realizzare un risultato economico, accelererebbe questa pressione negativa da parte del compratore? Quanta speculazione ne nascerebbe?

8) Gli effetti del covid_19 Prima dello scoppio della pandemia, la casa stava diventando sempre di più uno strumento di servizio. Viaggiavamo tanto, vivevamo molto al suo esterno, era diventata quasi, in alcuni casi ,una sorta di dormitorio. La vivevamo con il giusto distacco, rispetto al passato, la consideravamo un punto su cui costruire qualcosa d’importante ma senza essere vincolati a quel punto per rilanciare tutto il nostro percorso personale. Sembrava esserci sempre maggior distacco dalla fisicità dell’immobile in quanto rappresentazione di una vita stanziale, e la dinamicità delle vite che vivevamo.

9) Poi è arrivata la pandemia ed ha cambiato tutto. Tutto. Ci ha riportati ad essere più stanziali dei nostri nonni. Ci siamo ritrovati chiusi nelle nostre case. Così ne abbiamo avvertito tutta l’inadeguatezza in termini di spazi esterni ed interni. Abbiamo ripreso a ripensare il nostro rapporto con le nostre case. Ci sta portando a nuove considerazioni sul valore dei nostri immobili che rischiano di cozzare violentemente con il dictat della nuova iniziativa e direttiva europea.

E adesso? Tutto ciò detto va sottolineato come le intenzioni ( che possano sembrare positive sulla carta) non lo sono in termini di applicazione reale. Tutto questo porterà davvero ad una diminuzione della ricchezza accantonata, anche se in mattoni, ma soprattutto porterà alla concentrazione di ricchezza in poche mani, anche quella immobiliare.

Volendo una scappatoia ci sarebbe.

I Bonus sulla casa

Vista la nuova direttiva europea sui consumi energetici, sarebbe importante approvare al più presto, magari con ulteriori incentivazioni,  nuovi bonus sulle ristrutturazioni delle case. Potrebbe essere l’unico, valido modo di portare la gente a risistemare le proprie case e ad incrementare invece che disperdere, il valore della loro ricchezza.