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Superbonus 110% e bonus facciate: è scontro nella legge di bilancio 2022

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Proroga ai prossimi anni della maxi agevolazione per la riqualificazione energetica, il Superbonus 110% e per la messa in sicurezza degli edifici senza troppi vincoli e condizioni. Questo in estrema sintesi ciò che quasi tutti i partiti politici chiedono al Governo nella lunga serie di emendamenti alla bozza di legge di bilancio 2022.

Il capitolo casa è senza dubbio uno dei più importanti considerando la centralità della maxi detrazione al 110% introdotta dal Decreto Rilancio dell’ex governo Conte dopo la crisi pandemica al fine di rilanciare l’economia tricolore passando dal settore immobiliare. E il suo successo è stato fino adesso abbastanza lampante.

Superbonus 110%: le novità della legge di bilancio

Il Superbonus al 110% è una maxi agevolazione fiscale prevista per una serie di spese sostenute e documentate per alcuni lavori eseguiti sul proprio immobile. Nel dettaglio trattasi di interventi di risparmio energetico e di messa in sicurezza sismica. In particolare si potrà fruire del Superbonus 110% per i lavori di: isolamento termico sulle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo con tetto massimo detraibile di 60.000 euro per unità immobiliare; sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti condominiali con impianti centralizzati a condensazione(classe  A) o a pompa di calore (compresi impianti ibridi o geotermici), oppure con impianti di micro-cogenerazione, con tetto massimo detraibile di 30.000 per unità immobiliare.

Le prime modifiche inserite nel disegno di legge di bilancio al varo del governo prevedono diverse scadenze per chi effettua lavori connessi al Superbonus al 110%. In particolare, per gli interventi realizzati nei condomìni e negli edifici da 2 a 4 unità immobiliari, posseduti da un unico proprietario, si prevede in prima istanza che il superbonus sarà prorogato, con aliquote decrescenti, fino al 31 dicembre 2025. Il decalage sarà nel dettaglio al 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023; al 70% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2024; al 65% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025.

Il superbonus per villette e edifici unifamiliari è stato prorogato dal 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2022, ma con condizioni e requisiti diversi. In particolare chi al 30 settembre 2021 ha presentato la CILAS o ha richiesto il titolo abilitativo per la demolizione e ricostruzione, potrà usufruire del Superbonus 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022. Chi invece ha presentato le pratiche dopo il 30 settembre 2021, potrà fruire del Superbonus 110% fino al 31 dicembre 2022, ma solo se realizza interventi su una abitazione principale e ha un Isee fino a 25mila euro.

Cosa vogliono i partiti

Come riporta Il Sole 24 Ore, nel mirino di tutti i partiti è finito il “tetto” Isee di 25mila per poter accedere al Superbonus.

Il Partito democratico, ad esempio, con un emendamento firmato dalla capigruppo a Palazzo Madama, Simona Malpezzi, e dall’ex viceministro all’Economia Antonio Misiani, chiede di cancellare il riferimento all’Indicatore della situazione economica equivalente fino a 25mila euro, introdotto dal Governo per mitigare l’impatto finanziario della super agevolazione, e sostituirlo con la possibilità di beneficiare del 110% per i lavori sulle villette per le quali alla data del 30 marzo 2022 risulti effettuata la comunicazione di inizio lavori asseverata, la cosiddetta Cila, ovvero nei casi di demolizione o ricostruzione alla stessa data del 30 marzo siano state avviate le formalità amministrative per l’acquisizione del titolo abilitativo.

Più agguerrito pare il Movimento Cinque Stelle che, oltre a chiedere un rafforzamento delle proroghe sul 110%, chiede per le unità unifamiliari l’accesso al Superbonus per tutto il 2022 senza il vicolo della Cila e con interventi di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza che al 30 giugno abbiano raggiunto il 30% dello stato di avanzamento lavori.

Bonus facciate

Un altro bonus sta facendo discutere le forze politiche ed è quello relativo alle facciate. Il bonus facciate in particolare consiste in una detrazione d’imposta del 90% per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale, compresi gli immobili strumentali.

Ora si prevede che il bonus facciate sarà prorogato fino al 31 dicembre 2022, ma l’aliquota della detrazione scenderà dal 90% al 60%. Rimarranno in vigore le attuali regole per cui l’agevolazione si applica agli edifici che si trovano nelle zone A e B, individuate dal decreto ministeriale n. 1444/1968, o in zone a queste assimilabili in base alla normativa regionale e ai regolamenti edilizi comunali. Sono ammessi al beneficio esclusivamente gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna. Il bonus non spetta, invece, per gli interventi effettuati sulle facciate interne dell’edificio, se non visibili dalla strada o da suolo ad uso pubblico.

Come riporta il quotidiano di Confindustria, alle forze politiche non piace la proroga al 2022 del bonus edilizio con una percentuale ridotta dal 90 al 60%. Italia Viva chiede di sopprimere la percentuale del 60% e prorogare il bonus facciate anche per il prossimo triennio sempre al 90%.

Il Partito democratico chiede una proroga di almeno sei mesi mentre Forza Italia chiede che la detrazione del 90% spetti anche per le spese sostenute entro il 2025, nella misura del 70% per quelle del 2024 e del 65% per quelle sostenute nel 2025.