Società

CASA: 18 ANNI
DI STIPENDI
PER COMPRARLA

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Aumenta la richiesta di case da comperare o affittare, aumentano gli affitti. I prezzi delle abitazioni tendono invece a stabilizzarsi, ma su livelli che restano altissimi. Così è e così, sarà almeno fino al 2007.

Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER

L´Italia è in emergenza abitativa: negli ultimi anni si è riversata sul mercato una valanga di «nuove famiglie»: molti single, figli del baby-boom, superata la soglia dei 30 anni escono finalmente di casa, molti extracomunitari entrati in Italia e si fanno raggiungere da moglie e figli. Più o meno servono 250 mila case «in più» all´anno, una quota record visto che negli anni Ottanta ne bastava la metà.
Ci sarà un tetto «accessibile» per tutti loro? La risposta, secondo uno studio commissionato al Cresme da Ancab-Legacoop è «no». Per acquistare un appartamento, oggi, servono più o meno 18 anni di stipendio, 9 se si lavora in due. Dieci anni fa ne bastavano – in coppia – sette. Venti anni fa addirittura cinque: comperare casa, allora, non era un sogno irraggiungibile ed è proprio per questo che oggi l´80 per cento degli italiani vive in un casa di proprietà.

Ma per le nuove famiglie non è così: dalla metà degli anni ´80 al 2004 il costo di un appartamento di 110 metri quadri nella zona semicentrale di una grande area urbana è triplicato (da 123 mila a 375 mila euro), mentre il reddito annuo di una coppia di ceto medio (dirigente statale e insegnante), è meno che raddoppiato (da 22 mila a 40 mila euro).

L´affitto, spiega lo studio, non è una alternativa praticabile. Se, a prezzi costanti, dal 1998 al 2004 , il costo d´acquisto di una abitazione è aumentato in media del 51 per cento (65 nelle grandi città), quello degli affitti è comunque lievitato del 49 (addirittura l´85 per cento nelle grandi aree urbane). E le prospettive per l´immediato futuro non sono affatto buone. In Italia, spiega infatti l´indagine, già ci sono 3,2 milioni di famiglie che vivono in case affittate da privati. Oggi in media la locazione assorbe il 24 per cento del reddito, ma se la famiglia vive con meno di 10 mila euro l´anno (quasi 670 mila nuclei sono in questa condizione) il peso vola al 47 per cento (30 per cento se il reddito è fra i 10 e i 20 mila euro).

«La novità è che molti contratti nei prossimi due anni dovranno essere rinnovati, incamerando gli aumento già assorbiti dalla compravendita» spiega Lorenzo Bellicini, direttore tecnico del Cresme. Ciò vorrà dire che nel 2007 quasi due milioni di famiglie vivranno un forte disagio abitativo: per i redditi dai 10 ai 20 mila euro il peso della locazione sfiorerà il 40 per cento del reddito, per quelli al di sotto dei 10 mila avanzerà fino al 66 per cento.

Ancab-Legacoop chiede il rilancio di una politica abitativa, «ma i segnali finora lanciati – commenta il presidente Luciano Caffini – sono rimasti lettera morta». Per gli inquilini il caso è drammatico: «Ormai – spiega Ferruccio Rossini, segretario generale del Sicet-Cisl – anche le famiglie monoreddito non possono permettersi un affitto. L´evasione fiscale invece resta altissima e alle periferie delle grandi città ricompaiono quelle baraccopoli che speravamo di esserci lasciati alle spalle alla fine degli anni Settanta».

Copyright © La Repubblica per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved