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Brasile: immunità Lula, intercettata telefonata Rousseff

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RIO DE JAINERO (WSI) – Una notte di proteste che passerà alla storia è quella appena trascorsa a Brasilia, dove più di 5mila persone hanno manifestato fuori dal Palazzo presidenziale e al Palazzo dei congressi, ma anche a San Paolo, chiedendo tra urla e striscioni l’arresto dell’ex presidente Lula, tanto che la polizia antisommossa ha dovuto usare granate assordanti e gas lacrimogeni.

Motivo di tanta rabbia? La trascrizione, passata su tutti i tg brasiliani e agenzie di stampa, di una breve intercettazione telefonica in cui l’attuale presidente Dilma Rousseff parla con l’ex presidente Lula, indagato per corruzione appena prima di nominarlo ministro della Casa Civile e garantendone così la sua immunità dinanzi alla Legge. Una trascrizione che sembra confermare i sospetti secondo cui Rousseff avrebbe deciso di nominare l’ex presidente capo di gabinetto per salvarlo dalla possibilità di un arresto.

A “spifferare” l’intercettazione alla stampa il giudice Sergio Moro, il pm che si occupa della tangentopoli brasiliana.

Ma andiamo per ordine. L’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva è stato arrestato lo scorso 4 marzo dalla polizia di San Paolo per un interrogatorio di garanzia, un accompagnamento coatto perché s’era rifiutato di deporre,  coinvolto nello scandalo Petrobas, la grande compagnia petrolifera brasiliana al centro di uno scandalo corruzione, accusata di aver distribuito oltre 2 miliardi di dollari in mazzette. Il pubblico ministero che coordina le indagini parla di “elementi di prova che l’ex presidente Lula abbia ricevuto denaro proveniente dallo schema interno a Petrobras” e in particolare Lula avrebbe ottenuto da alcune imprese la costruzione di un ranch e un appartamento vista mare.

Per garantirgli l’immunità, il presidente attuale Dilma Rousseff lo ha subito nominato Ministro della ministro alla Casa civile. Da qui la rabbia dei brasiliani montata subito dopo la pubblicazione di un’intercettazione telefonica ad opera del giudice Moro che riportiamo di seguito:

Rousseff: Cia.
Lula: Ciao.
Rousseff: Lula, devo dirti una cosa.
Lula: Dimmi cara.
Rousseff: Solo questo. Sto mandando Messias (Jorge Rodrigo Araújo Messias, un ufficiale giuziario) con il nostro documento da usare se necessario: è il documento di investitura ok?
Lula: Uh-huh. Ok, ok.
Rousseff: E’ tutto, aspettalo che sta arrivando.
Lula: OK, sono qui. Lo aspetto.
Rousseff: Va bene?
Lula: OK.

La reazione dei diretti interessati non si è comunque fatta attendere. “Un pirotecnico senza precedenti” così ha definito il giudice Moro la Rousseaf a cui fa eco Lula: “Abbiamo una corte suprema del tutto vile, un alto tribunale vile…non sarei mai entrato al Governo per proteggere me stesso”.

Intanto il giudice Moro è stato comunque sommerso da critiche ma ha difeso la sua scelta di far conoscere ai brasiliani quella intercettazione.

“La democrazia in una società libera richiede che i governati sappiano ciò che i loro governanti stanno facendo, anche quando cercano di agire nel buio”.