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Canada nuova terra di fusioni? Il loonie fa tremare il dollaro

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(WSI) – L’acquisizione ostile della canadese Potash da parte di BHP Billiton ha creato un rally nel Loonie, spingendo UsdCad da 1,0400 e rotti a 1,0271. Questo M&A (Merger&Acquisition – Fusione&Acquisizione) stimato a $38,5 miliari dovrebbe favorire il Cad se avrà successo. Finora, Potash ha respinto il deal, definendolo “grossolanamente inadeguato”.

Inoltre, c’è pressione politica sul Primo Ministro Harper per assicurarsi che questo deal sarebbe pro-Cad: praticamente si sta implicitamente cercando di alzare la posta in gioco e spingere il deal oltre i $40 miliardi. Comunque il CEO di Potash, Bill Doyle, ha detto che l’azienda non si opporrà ad una vendita adeguatamente valutata.

Forse per questo il Loonie si è rafforzato tanto: il vecchio adagio dei dealer “Buy the rumour, sell the fact” “tiene” anche in questo caso. Andando più in profondità, il bid di BHP segnala che la ricca economia canadese, esportatrice di petrolio e materie prime, potrebbe essere terreno fertile per ulteriori M&A, che porrebbero un “bid” (gergo dealer per “pressione in acquisto”) secolare sotto il Cad, spingendo i dati macro in secondo piano.

Oggi abbiamo le vendite al dettaglio canadesi e domani il CPI. Entrambi i dati sono attesi a rialzo, e vedremo se il mercato ancora guarda ai dati macro o solamente a BHP per determinare le sorti dell’UsdCad.

Passiamo quindi agli USA, con Wall Street che riesce a chiudere in rialzo la giornata di trading sulla base delle aspettative rosee di Target Corp. per quanto concerne gli utili aziendali. Il rialzo nell’azionario è stato il primo giorno di entusiasmo in diversi giorni. Quello che pare succedere sul mercato azionario è comunque logico: più scendiamo in basso coi corsi azionari, più ci avviciniamo a prezzi “sottocosto”.

Sul mercato FX quello che si vede stamattina è una discesa dell’euro, in particolare contro USD e JPY, perché l’appetito per il rischio è calato ancora una volta sulla base di preoccupazioni che vanno e vengono sulla crescita e sull’azionario comunque fiacco. Poi per quanto concerne lo Yen in particolare (quindi il cambio UsdJpy in primis), dovremmo vedere comunque pressione perché più i discorsi si fanno importanti e frequenti riguardo a possibili interventi della BoJ, più il mercato scommetterà su questa mossa e manterrà il UsdJpy sotto pressione.

Speriamo solo di non assistere ad un nuovo EurChf, dove gli investitori scommettevano sull’intervento della SNB che, alla fine, non è arrivata e quindi il resto della cruenta vicenda la conosciamo tutti ed è diventata una delle storie “innominabili” tra i trader.

In ogni caso, i corsi dei bond ventennali giapponesi sono saliti per il quarto giorno di fila e siamo quindi al minimo da sette anni sui rendimenti sulla base delle speculazioni su futuri stimoli in arrivo dalla BoJ (siamo attualmente a 1,525% sul ventennale).

Passando all’analisi tecnica, vediamo che durante la notte l’Euro si è indebolito fino a testare la base del range in cui è costretto dall’inizio della settimana (livello che corrisponde con 1,2800). Sotto questo livello, infatti, c’è solamente 1,2780 e 1,2730 come supporti, ma come target abbiamo 1,2830 e 1,2870.

Stessa storia per EurChf che si è appoggiato a 1,3350; ed EurJpy che si è appoggiato a 109,55 prima di ripartire. Ipotizziamo quindi la mossa dell’Euro: una violazione dal massimo della notte a 1,2815 potrebbe portare uno spike di volatilità verso 1,2840 e solamente all’infrazione di 1,2840 possiamo sperare in un attacco a 1,2870.

Ovviamente vale anche il contrario: il fake-out di 1,2815 per poi vedere una rottura sotto 1,2780 apre le porte a 1,2730. Siamo su livelli interessanti anche con le sterline, con il Cable (GbpUsd) che sfiora 1,5550 (un bel supporto) ma che rimane in ritracciamento nel suo range settimanale (ampio) tra 1,5500 e 1,5700.

Sotto 1,5550 abbiamo i supporti 1,5530 e 1,5500 mentre sopra la prima resistenza si trova a 1,5580. Ovviamente rotture sopra 1,5580 aprono la strada a ulteriori rialzi, con primario obiettivo 1,5615. Range ristretto anche per GbpChf, che scambia tra 1,6230 e 1,6260. Occhio a break out da questi livelli che sono buoni per uno spike di volatilità di 15-20 pip.

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