Economia

Cambiamenti climatici: il lockdown non ha fermato la crescita delle temperature

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Gli effetti a breve termine del lockdown imposto dall’emergenza coronavirus e dei prezzi più elevati sulle emissioni di Co2 non hanno avuto un impatto significativo sulla traiettoria a lungo termine delle temperature globali, stando all’ultimo aggiornamento del Climate Progress Dashboard di Schroders. C’è ne siamo accorti anche in Italia nelle ultime settimane, con temperature record in molte città vicino ai 40 gradi.

In base ai dati raccolti fino alla fine di giugno 2020, infatti, le temperature globali sono ancora destinate ad aumentare di 3,9°C, un valore identico a quello previsto nel trimestre precedente e di molto superiore al target di 2°C previsto dagli Accordi di Parigi sul clima, nonostante il significativo calo nella domanda di energia globale e nelle emissioni di anidride carbonica dovuto alla drastica riduzione degli spostamenti aerei e via terra.

Malgrado il contributo offerto da questi bruschi cali di attività, sono necessari cambiamenti strutturali a livello globale per assicurarsi che questa crisi si dimostri realmente un punto di svolta nello sforzo internazionale per ridurre le emissioni di gas serra.

Ad esempio, se da un lato l’Unione Europea ha annunciato che fino a tre quarti degli stimoli legati al Covid-19 nell’Area saranno vincolati al raggiungimento di obiettivi climatici, dall’altro l’attenzione globale al cambiamento climatico è complessivamente calata. Ciò rende ancora più importante che l’Ue tenga fede a questi impegni e li traduca in investimenti economici concreti.

“All’apparenza, il Covid-19 è stato un punto di svolta per le emissioni di gas serra a livello globale. Se il percorso dei lockdown procederà come ci si aspetta al momento, la domanda globale di energia potrebbe calare del 6% e le emissioni di carbonio dell’8%, in base ai dati dell’Agenzia internazionale dell’energia.
Tuttavia, ciò comporta anche un costo economico senza precedenti. Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che l’economia globale potrebbe contrarsi addirittura del 5% quest’anno e ha evidenziato che i tassi di disoccupazione hanno già toccato i livelli più alti mai raggiunti in almeno mezzo secolo.
Via via che le economie recuperano dalla crisi provocata dal Covid-19, i cali nelle emissioni probabilmente si invertiranno, come avvenuto nelle crisi passate. Se si vuole evitare l’impatto a lungo termine dell’emergenza climatica, che può essere devastante tanto quanto quello della pandemia, occorrono cambiamenti strutturali più incisivi” ha chiarito Andrew Howard, Global Head of Sustainable Investment di Schroders.

 

Schroders segue l’evoluzione di queste tematiche attraverso il Climate Progress Dashboard, strumento lanciato nel 2017 per offrire ad analisti, fund manager e clienti della società un’indicazione riguardo ai progressi di governi e industrie in tutto il mondo verso il target di contenimento dell’aumento delle temperature entro i 2°C, stabilito dagli Accordi di Parigi del 2015. Il Climate Progress Dashboard utilizza un framework con 12 indicatori che toccano una varietà di temi, come politica, business, tecnologia ed energia. Concentrandosi su indicatori a lungo termine che misurano il progresso e le azioni effettuate, restituisce un quadro relativamente affidabile sull’aumento delle temperature globali nel lungo periodo che il mondo si trova attualmente ad affrontare.