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CAMBI: L’EURO SCIVOLA SOTTO QUOTA $1.30

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L’euro scivola sotto quota 1,30 dollari pagando il crollo dell’indice Ifo tedesco. Ad aprile, la fiducia delle imprese tedesche, è scesa ai minimi degli ultimi 19 mesi in seguito all’impennata dei prezzi petroliferi che alimentano i dubbi sulla capacità di ripresa dell’ economia. L’indice Ifo è calato a 93,3 da 94 in marzo, collezionando la terza flessione consecutiva.

La moneta europea è così scivolata fino a un minimo di seduta di 1,2954 dollari (massimo 1,3070) per poi assestarsi attorno a 1,2985 dollari da 1,3065 degli ultimi scambi di venerdì scorso. L’escalation dei prezzi energetici rappresenta una pericolosa aggravante per la già fragile economia di Eurolandia, allontanando sempre di più la prospettiva di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce.

I segnali di conferma della debolezza dei fondamentali dell’eurozona hanno così un effetto immediato sulle quotazioni della divisa europea che dall’inizio dell’anno ha totalizzato un ribasso del 4% nei confronti del biglietto verde. Differenziale dei tassi a parte, l’euro ha scontato anche l’apprezzamento dello yen sulla scia di una possibile rivalutazione della moneta cinese.

Da giorni ormai si alternano segnali di disponibilità e secche smentite da parte delle autorità finanziarie di Pechino riguardo allo sganciamento dello yuan dal rapporto fisso con il dollaro. Sabato scorso il governatore della banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, ha dichiarato che la Cina potrebbe accelerare i tempi di una rivalutazione della moneta.

Ma le attese sono state presto ‘gelate’ dalle precisazioni di un alto funzionario dell’organo di controllo dei mercati valutari, Wei Benhua, il quale ha escluso una manovra in questa direzione nel 2005. Lo yen ha così limato i guadagni messi a segno in un primo momento e ora oscilla a 105,6 per dollaro (da 106 degli ultimi scambi di venerdì) mentre rispetto all’euro passa di mano a 137,1 (da 138,5)